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29 Aprile 2024
20:30

Storia delle scarpe: l’evoluzione delle calzature dalla preistoria a oggi

L’uso delle scarpe è attestato sin dalla preistoria, ma nel corso dei secoli i modelli e le tecniche di produzione sono profondamente cambiati. Oggi il mercato globale supera i 400 miliardi di dollari all’anno.

A cura di Erminio Fonzo
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Storia delle scarpe: l’evoluzione delle calzature dalla preistoria a oggi
storia delle scarpe

Le scarpe esistono da tempo immemore. Probabilmente, già centomila anni fa gli esseri umani usavano foglie e cortecce per proteggere i piedi quando camminavano e con il passare del tempo le calzature si diffusero in misura sempre maggiore. Le prime testimonianze certe dell'uso di scarpe risalgono a ben 15.000 anni fa. Nelle regioni più calde si usavano i sandali, nelle zone fredde le scarpe chiuse, attestate da diversi millenni prima di Cristo. Naturalmente, i modelli cambiavano a seconda della posizione sociale e, sin dal mondo antico, alcuni tipi di calzature assunsero il ruolo di status symbol.

Fino all’Ottocento le scarpe erano un prodotto artigianale, ma in seguito alla rivoluzione industriale la produzione è stata meccanizzata. Oggi il maggior produttore mondiale è la Cina, ma anche l’Italia ha un ruolo importante nel mercato delle calzature.

Una premessa: perché usiamo le scarpe

Le scarpe sono state introdotte principalmente per una funzione protettiva: servono per evitare il contatto diretto con il terreno ed evitare il rischio di ferirsi, nonché, nelle regioni più fredde, per proteggere i piedi dal gelo.

Le scarpe, però, hanno assunto anche altre due funzioni: una di carattere pratico, perché migliorano l’aderenza e l’equilibrio; una estetica, perché sono una componente importante dell’abbigliamento.

Modelli di scarpe dal '700 al '900 (credits Birgit Branvall)
Modelli di scarpe dal ’700 al ’900 (credits: Birgit Branvall)

L’“invenzione” delle scarpe nella preistoria

L’uso di calzature si perde nella notte dei tempi. Le prime testimonianze certe risalgono a circa 15.000 anni fa, ma il ritrovamento di impronte fossili molto più antiche, risalenti anche a oltre 100.000 anni fa, lascia supporre che qualche tipo di protezione per i piedi fosse usato già a quel tempo. Inoltre, gli studi dei paleoantropologi hanno dimostrato che tra 40.000 e 25.000 anni fa la dimensione delle dita dei piedi degli esseri umani si ridusse progressivamente, il che, secondo alcuni studiosi, era dovuto all’uso di calzature.

Naturalmente, non bisogna pensare a scarpe come quelle attuali, ma a semplici suole, fatte di materiali vegetali e legate alla bene e meglio sul piede. Gli esemplari più antichi conservatisi, scoperti in Oregon e noti come Fort Rock Sandals, risalgono a circa 9-10.000 anni fa. In seguito si cominciò anche a usare pelli non conciate per la realizzazione delle calzature.

Le scarpe nel mondo antico: Egitto, Grecia e Roma

In età storica l’uso di calzature si diffuse in misura maggiore, ma i modelli cambiavano a seconda dei luoghi. Nell’antico Egitto erano comuni i sandali, che compaiono su numerosi reperti dell’epoca. Le scarpe chiuse più antiche sono state invece trovate in Armenia, dove nel 2008 gli archeologi hanno rinvenuto una calzatura in cuoio, chiamata Areni-1 shoe, risalente approssimativamente al 3500 a. C.

La scarpa trova in Armenia (credits. R. Pinhasi et al)
La scarpa trovata in Armenia (credits. R. Pinhasi et al)

Nella civiltà greca e romana le scarpe più comuni erano i sandali, ma erano presenti anche modelli diversi: tra gli altri, i sandali con la suola in legno, antecedenti dei moderni zoccoli; gli stivali, sia pure diversi da quelli attuali; i calzari con lacci che si stringevano intorno al polpaccio. Per i soldati romani, inoltre, era prevista una calzatura specifica, la caliga, dotata di una suola pesante, dalla quale deriva il soprannome del terzo imperatore romano: Caligola.

L’evoluzione delle calzature tra Medioevo ed Età moderna

Nel Medioevo si affermarono nuovi modelli, diversi a seconda delle popolazioni. Nell’area dei Pirenei, per esempio, si diffusero le espadrillas, fatta con suola di corda intrecciata e coperta con tessuto leggero. In Cina, invece, dal X secolo si sviluppò su larga scala una pratica crudele (esistente già in precedenza in alcune categorie sociali): fasciare i piedi delle bambine con calzature molto piccole che, impedendo la crescita normale del piede, gli dessero la forma di un fiore di loto. L’usanza sarebbe scomparsa solo nel Novecento.

Scarpe femminili cinesi di fine Ottocento
Scarpe femminili cinesi di fine Ottocento

In tutto il mondo, del resto, determinati modelli di calzature erano uno status symbol dei ceti sociali più elevati. Nell’Europa del basso Medioevo e del Rinascimento, per esempio, tra gli aristocratici divennero comuni le scarpe con una punta lunga anche il doppio del piede.

Nel XVII secolo si diffuse la moda dei tacchi alti, esistente in ambito cavalleresco già nei secoli precedenti. Inizialmente, i tacchi erano usati dagli uomini e solo verso la fine del secolo furono introdotti nella moda femminile. Nel ‘700 i modelli si differenziarono: gli uomini usavano rialzi bassi e tozzi, le donne tacchi più alti e slanciati.

Luigi XIV con i tacchi alti
Luigi XIV con i tacchi alti

Le scarpe dalla rivoluzione industriale alla globalizzazione

Fino a tutto il Settecento, la produzione di calzature era artigianale. I calzolai erano riuniti in apposite corporazioni e ogni paio di scarpe era “personalizzato”. La rivoluzione industriale cambiò radicalmente la produzione, che divenne più economica e standardizzata. Le prime fabbriche di scarpe furono impiantate in Inghilterra all’inizio dell’Ottocento e nel corso del secolo la produzione meccanizzata si diffuse in vari Paesi. Nell’Ottocento si affermò definitivamente anche la distinzione tra scarpa destra e sinistra, che era già presente in alcune epoche del passato, ma non in maniera continuativa perché in molti periodi si utilizzavano modelli “unici”. Nel Novecento, infine, i materiali plastici e la gomma hanno consentito di produrre calzature molto diverse e molto più comode di quelli precedenti.

Fabbrica di scarpe negli Stati Uniti, 1872
Fabbrica di scarpe negli Stati Uniti, 1872

Oggi il mercato globale delle scarpe ha un valore superiore ai 400.000 miliardi di dollari all’anno. Il principale produttore è la Cina, che produce circa 12,6 miliardi di paia all’anno e copre il 60% del mercato. Anche l’Italia, però, detiene una posizione importante nella produzione di scarpe: con i suoi 205 milioni di paia all’anno, è il principale produttore europeo e occupa una fetta di mercato del valore di circa quattordici miliardi di euro.

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