Ieri, venerdì 24 maggio alle ore 19:35, un sisma di magnitudo 4.0 ha colpito il comune di Cirò, in Calabria. La scossa ha fatto registrare una profondità piuttosto ridotta e pari a 23 km: proprio per questo motivo è stata distintamente avvertita in tutta la provincia di Crotone fino a Taranto, in Puglia, anche se per fortuna non si registrano né feriti né particolari danni.
Il valore massimo di questa scossa sulla scala Mercalli è pari al IV grado, corrispondente a oscillazioni degli edifici avvertite dalla maggior parte della popolazione. Come segnala anche l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia questo dato non ci dovrebbe stupire dal punto di vista geologico visto che la zona si trova in un'area dalla pericolosità sismica medio-alta. Ciò è strettamente collegato alla presenza dell'arco calabro e di un'importante attività sismica ad esso associata. Questo è ben visibile anche dall'immagine sottostante, fornita sempre dall'INGV:
Di conseguenza l'area non è nuova ai terremoti: dal 1985 in poi si sono verificate decine di piccole scosse la cui magnitudo massima si è sempre attestata attorno a 4. Diverso il discorso se andiamo più indietro nel tempo: in quel caso possiamo trovare scosse anche più intense, come quella di magnitudo stimata 6.9 dell'8 giugno 1638. In quel caso il valore sulla scala Mercalli fu molto più intenso e attorno al VII-VIII grado, equivalente cioè a danni importanti sugli edifici – specialmente se consideriamo l'epoca – e purtroppo anche qualche vittima.
Ma per quale motivo in Italia ci sono così tanti terremoti? Per fare un po' di chiarezza, ecco un video ad hoc sull'argomento: