Alle 23.11 dell'8 settembre (ora locale marocchina – 00:11 del 9 settembre in Italia) una forte scossa di terremoto, con una magnitudo 6.8 della scala Richter (dato USGS), ha colpito lo Stato nordafricano del Marocco, seguita nella notte da uno sciame sismico costituito da scosse meno intense. L'epicentro è stato all'incirca a 72 km in direzione sud-ovest rispetto alla famosa città di Marrakech, nella provincia di Al Hazoud, mentre l'ipocentro si è trovato a circa 18.5 km sottoterra.
Alle 10:30 italiane (09:30 ora locale) la conta delle vittime è drammatica: sono stati censiti 632 morti e 329 feriti. Purtroppo però il bilancio potrebbe essere decisamente più alto. Sono numerosi gli edifici crollati in tutta la zona colpita dal sisma nonché le case che sono rimaste senza luce e acqua; i soccorsi sono resi complicati proprio a causa delle tante macerie presenti sulle strade.
Terremoti di questa portata sono rari nell'area (identificata all'interno di un raggio di 500 km rispetto all'epicentro del sisma dell'8 settembre 2023), ma possono accadere. Come riporta l'USGS (l'Istituto Geologico degli Stati Uniti), dal 1900 non erano mai avvenute scosse con una magnitudo superiore al 6.0 e se ne erano verificate solo 9 con una magnitudo superiore al 5.0.
Messaggi di cordoglio e offerte di aiuto al Marocco sono stati inviati già da numerosi Paesi del mondo, Italia compresa, e da organizzazioni come l'Unione Europea e l'ONU. Il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il Ministro della Difesa Guido Crosetto hanno espresso vicinanza al primo ministro marocchino Aziz Akhannouch e affermato di essere pronti a intervenire per sostenere le operazioni di soccorso.
Secondo le prime ricostruzioni dell'USGS il sisma si sarebbe verificato all'interno della placca tettonica africana, a circa 550 km a sud del confine con la placca euroasiatica, e sarebbe avvenuto a causa dello scivolamento di una faglia obliqua-inversa all'interno della catena montuosa dell'Alto Atlante marocchino.