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A distanza di 5 giorni dal sisma, la devastante scossa di terremoto in Myanmar del 28 marzo di magnitudo 7.7 ha causato non solo distruzione ma anche oltre 2700 vittime e 4500 feriti nell'ex-Birmania (ma il bilancio è ancora provvisorio), oltre al crollo di un grattacielo a Bangkok, in Thailandia, a più di 1000 km di distanza: un giovane di 26 anni è stato recentemente estratto vivo dalle macerie e si crede ci siano molte altre persone intrappolate tra i resti degli edifici caduti. Ma come è possibile dal punto di vista geologico che un terremoto causi così tanti danni? Analizziamo le caratteristiche della faglia Sagaing, la responsabile di questo disastro, prendendo come principale riferimento una recente pubblicazione INGV.
Le caratteristiche della faglia di Sagaing che ha provocato il sisma nell'ex-Birmania
La faglia di Sagaing appartiene a un complesso sistema di faglie che corre in direzione nord-sud nella porzione centrale del Paese. Questo sistema permette lo scorrimento tra la placca di Burma e quella di Sonda: proprio questo movimento è responsabile dell'attivazione della faglia di Sagaing. Dal punto di vista geologico si tratta di una faglia trascorrente lunga circa 1200 km, anche se nel caso del terremoto in questione sono un tratto è andato in contro a rottura.
In un primo momento la lunghezza della rottura della faglia è stata calcolata utilizzando dati provenienti da sismometri lontani – come ad esempio quelli USGS negli USA. Questi primi modelli hanno restituito una lunghezza di circa 200 km, per una durata complessiva di circa 90 secondi.
Il 29 marzo è stato prodotto un secondo modello che prevedeva un valore di 350 km e, infine, il 31 marzo un ultimo modello che ipotizza una rottura ancora più lunga e pari a 400 km. Si tratta dunque di un valore doppio rispetto a quanto inizialmente ipotizzato.
Con questi due dati – lunghezza e tempo – è possibile stimare anche la velocità alla quale è avvenuta la rottura che, in questo caso, è pari a 4,4 km/s. Questo è un valore più che doppio rispetto a ciò che ci si potrebbe aspettare normalmente, e dunque si ritiene che questo evento rientri in una classe speciale di rotture di faglie chiamata "supershear". Con questo termine si indicano tutti quei fenomeni in cui la rottura della faglia è più rapida delle onde S, cioè le onde di taglio (o secondarie) che avvertiamo durante un sisma. Il nome "secondarie" è legato al fatto che sono le seconde onde che avvertiamo dopo un terremoto, visto che le prime, le Onde P, sono molto più rapide e hanno una velocità che è spesso superiore ai 7 km/s.
Detto ciò, quali sono le implicazioni a livello pratico di una rottura di faglia di questo tipo?
Perché il terremoto in Myanmar ha causato così tante vittime e danni
Una rottura supershear genera un'onda d'urto in direzione della rottura. Ciò vuol dire che alcune aree saranno colpite simultaneamente da una serie di onde S sovrapposte e legate ai diversi momenti della rottura, andando a generare scuotimenti amplificati e, di conseguenza, più danni a cose e persone.
Di seguito un'immagine che riassume i principali terremoti avvenuti negli ultimi giorni nell'area. La dimensione dei cerchi indica la loro magnitudo, mentre il colore indica il giorno in cui sono avvenuti. Come possiamo vedere il terremoto principale ha raggiunto magnitudo 7.7, mentre le conseguenti scosse legate alla sequenza sismica sono perlopiù comprese tra magnitudo 3.0 e 5.5.

Un grande interrogativo di questo sisma è come abbia fatto a causare così tanti danni anche a Bangkok, a oltre 1000 km di distanza dall'epicentro. Come abbiamo visto, la rottura della faglia è lunga 400 km e quindi la distanza tra le scosse e la città thailandese, in realtà, è di "appena" 600 km. Ovviamente ciò non chiarisce del tutto come abbia fatto a crollare un intero grattacielo in costruzione: probabilmente oltre a questa vicinanza va considerato anche un fenomeno di amplificazione dato dalla geologica locale, legata alla presenza di sedimenti alluvionali.
Per approfondire, ecco un video ad hoc sull'argomento: