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Il fenomeno dei false friends (o "falsi amici", in italiano) è una delle trappole più insidiose per chi apprende una lingua straniera, in particolare per gli italiani che studiano l’inglese. Questi vocaboli condividono somiglianze ortografiche o fonetiche con parole della propria lingua madre, inducendo chi li usa a fare associazioni errate sul loro significato. L’espressione "false friends" deriva dal francese "faux amis du traducteur" (falsi amici del traduttore) coniata dai linguisti Maxime Koessler e Jules Derocquigny nel 1928. La loro ricerca metteva in luce come l’etimologia comune o l’assimilazione culturale portino parole di lingue diverse a somigliarsi, senza necessariamente condividere significati. Questo fenomeno si verifica spesso tra lingue che hanno subito influenze reciproche, come l’italiano e l’inglese: entrambe hanno preso in prestito termini dal latino e dal francese, creando basi comuni. Tuttavia, l’evoluzione semantica ha portato a divergenze: parole che un tempo avevano significati identici si sono sviluppate in modi diversi in contesti culturali e linguistici distinti. Distinguiamo due macrocategorie di ‘falsi amici’: 1) Parziali: parole che condividono solo uno dei significati con la loro controparte italiana. Ad esempio, "eventually" può essere confuso con "eventualmente", ma significa "alla fine”. 2) Totali: parole che non hanno alcun legame semantico con il termine italiano a cui somigliano. Ad esempio, "preservatives" non significa "preservativi" ma "conservanti". Esaminiamo 10 false friends:
1. Ostrich
Dal latino "avis struthio" (uccello grande), potrebbe sembrare che "ostrich" significhi ostrica, ma in realtà indica lo "struzzo": La confusione con "ostrica" è puramente fonetica. La traduzione corretta di ostrica è “oyster” che, curiosità, deriva anch'essa dal latino, ma ha un percorso evolutivo separato. Dalla parola latina volgare derivano anche lo spagnolo avestruz, l'italiano struzzo e il tedesco Strausz, per fare degli esempi.
2. Argument
“Argument”, dal latino "argumentum" (ragionamento, prova), non significa argomento, bensì "discussione" o litigio. Per "argomento di conversazione" si utilizzano “topic o "subject".
3. Flipper
In italiano, "flipper" richiama il gioco da sala, ma in inglese "flipper" significa pinna, come quella dei delfini. Secondo Treccani il suddetto gioco prende questo nome perché i pistoni a molla che danno la spinta alle palline hanno forma di pinne.
4. Spot
Sebbene in italiano "spot" sia associato alla pubblicità, in inglese significa "punto" o "macchia". Il suo etimo deriva dall'inglese antico "sput" (macchia). L’associazione con “pubblicità”, che si traduce con "advert" o “ad”, deriva dall’uso di spazi ("spots") pubblicitari in televisione.
5. Pretend
“Pretend", altra parola che ci viene dal latino "praetendere" (mostrare, esibire), non vuol dire pretendere, ma "fingere". Ad esempio:
"I pretend to be a singer" significa "Fingo di essere un cantante".
6. Taste
“Taste" viene dal latino "tangere" (toccare) attraverso il francese “taster". Significa gusto o sapore, non tasto, per il quale si usa "key" o "button".
7. Eventually
Quando si sente "eventually", è facile pensare a "eventualmente", ma in realtà, non è così. In inglese, "eventually" significa "alla fine" o "dopo un certo tempo". Ad esempio:
"I eventually found my keys after searching for hours." (Alla fine ho trovato le chiavi dopo averle cercate per ore.)
Perché la confusione? La somiglianza fonetica con "eventualmente" ci trae in inganno. Però, in inglese, "eventually" indica un risultato conclusivo, non una possibilità. Se vuoi dire "eventualmente" in inglese, useresti "possibly" o "if needed". Un’altra curiosità: la parola deriva dal latino "eventus", che in origine significava "esito" o "risultato". Nelle lingue romanze, però, questo significato si è evoluto in direzioni diverse.
8. Casual
"Casual" ci fa subito pensare a qualcosa di "casuale", no? Ma in inglese significa "informale". Un esempio:
"I prefer casual clothes for the weekend." (Preferisco abiti informali per il fine settimana.)
La radice è latina, "casualis", che in origine significava "accidentale". In italiano, il significato originale si è mantenuto, mentre in inglese si è trasformato, riferendosi a qualcosa di rilassato, semplice e non pianificato. Oggi, "casual" è molto utilizzato nella moda per indicare uno stile comodo e informale, ma anche in espressioni come:
"casual conversation" (conversazione informale),
"casual Friday" (il venerdì in ufficio in cui si può indossare abiti più rilassati).
Quindi, se si vuol dire "casuale" in inglese, si dovrebbe usare “random".
9. Confidence
"Confidence" sembra voler dire "confidenza", ma non è così semplice. In inglese significa principalmente “fiducia". Se si vuol parlare di confidenza, come nel senso di una rivelazione personale, useresti "confidentiality" o “intimacy". Dal latino "fidere" (fidarsi), "confidence" si è mantenuto più vicino all'idea di "fiducia". In italiano, però, ha preso anche il significato di un rapporto personale o intimo. Espressioni comuni sono:
"Boost your confidence!" (Aumenta la tua fiducia!)
"In confidence" (In segreto/confidenzialmente).
10. Preservatives
Questo è un classico: quando sentiamo "preservatives", pensiamo ai preservativi! Ma in inglese significa "conservanti alimentari". Ad esempio:
"This food contains no artificial preservatives." (Questo cibo non contiene conservanti artificiali.")
Da dove nasce l’equivoco? La confusione deriva dal fatto che in italiano il termine "preservativo" è stato associato a un altro contesto, quello contraccettivo. In inglese, invece, i "preservatives" hanno una funzione di conservazione degli alimenti, non delle nascite. Per indicare i preservativi, si usa “condoms". Il termine "preservatives" si collega all'idea di "preservare", cioè mantenere intatta una condizione (in questo caso, quella del cibo). Lo stesso termine è usato in altri ambiti scientifici, come nella conservazione dei tessuti biologici o dei reperti archeologici.