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19 Maggio 2023
18:30

Alexander Von Humboldt: vita e viaggi dell’esploratore e naturalista “dimenticato”

Alexander von Humboldt è stato un naturalista ed esploratore, i cui libri sui suoi viaggi hanno conquistato legioni di ammiratori, tra cui il giovane Charles Darwin.

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Alexander Von Humboldt: vita e viaggi dell’esploratore e naturalista “dimenticato”
alexander von humboldt

Tra il 1820 e il 1850 Alexander Von Humboldt fu uno dei personaggi pubblici più ammirati al mondo. Esploratore e viaggiatore, ha viaggiato in 4 continenti, ha scritto più di 36 libri e 25 mila lettere a corrispondenti in ogni angolo del mondo. Nonostante abbia apportato un enorme contributo nell'esplorazione dell'America meridionale e dell'Asia centrale, il naturalista morto a 89 anni viene spesso dimenticato. In questo articolo ripercorriamo la vita di Alexander Von Humboldt, dedicata all’esplorazione della natura e ai numerosi viaggi intorno al mondo.

Infanzia e adolescenza

Humboldt nacque il 14 settembre 1769 in una ricca famiglia aristocratica prussiana che viveva vicino a Berlino, nell'attuale Germania, e trascorse gran parte dei suoi primi anni di vita esplorando le montagne d'Europa. Studiò lingue ed economia ad Amburgo, geologia a Freiberg e anatomia, astronomia e l'uso di strumenti scientifici a Jena.
La sua curiosità compulsiva lo portò a diventare ispettore di miniere a soli ventidue anni. Quest’ultimo lavoro però non lo appagava, perché il suo più gran desiderio era quello di esplorare il mondo per conoscere dal vivo piante, animali, rocce, climi invece di limitarsi a leggerli sui libri.

Nell'estate del 1790 intraprese, insieme a Georg Forster, un breve viaggio in Inghilterra; nel 1792 soggiornò a Vienna e nel 1795 fece un viaggio di studio sulla botanica e sulla geologia che lo portò in Svizzera e in Italia. Il 19 novembre del 1796 morì sua madre e, con l'eredità acquisita, riuscì a dimettersi dai suoi impegni professionali e dedicarsi alla realizzazione dei suoi progetti di viaggio.

I viaggi in Sudamerica

All’età di ventinove anni poté quindi partire per quello che aveva sognato fin da ragazzo: visitare i tropici, studiando e raccogliendo tutto ciò che vi si poteva trovare.

Il 5 giugno 1799 salpò da La Coruña, insieme ai suoi compagni di viaggio, a bordo della nave “Pizarro”: inizialmente rimasero per sei giorni alle Canarie, sull’isola di Tenerife, dove scalarono il vulcano Teide ed effettuarono alcune ricerche climatologiche. Dopo una traversata durata 22 giorni approdarono, il 16 luglio 1799, a Cumaná in Venezuela, la prima tappa nel nuovo mondo. Il viaggio proseguì in quelli che ora sono gli stati del Venezuela, Colombia ed Ecuador. Lungo il tragitto si avventurò, a piedi o su canoa, per migliaia di chilometri in regioni impervie dove pochissimi europei si erano inoltrati, misurando altitudine, umidità, temperatura e anche “l’azzurrità del cielo”.
Insieme al suo amico francese Aimé Bonpland, compagno di viaggio e di studio, elencò sui taccuini tutte le specie animali e vegetali che incontrò e raccolse campioni di “acqua e aria”, insieme a migliaia di altri reperti.

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Una delle sue imprese più appassionanti, all’età di 34 anni, fu l’ascesa al Chimborazo che con i suoi 6.310 metri di quota è la montagna più alta delle Ande ecuadoriane e, al tempo di Humboldt, era la vetta più alta fino ad allora nota. Quell’impresa fu determinante per lo studioso, poiché dalla sua diretta osservazione egli arrivò a descrivere la "Naturgëmalde" (termine tedesco che significa: descrizione della natura), cioè la natura come una rete in cui tutto è connesso.

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Riproduzione di A.Von Humboldt del Monte Chimborazo (Naturgëmalde)

Dall’America del Sud passò poi in quella settentrionale cioè Messico, Cuba e Stati Uniti, dove divenne amico del Presidente Thomas Jefferson.

In totale il viaggio durò più di 5 anni, esattamente 1.885 giorni. Con Bonpland e il portatore factotum Carlos Montúfar, percorse quasi 9.650 chilometri. All’arrivo, il 3 agosto 1.804, Humboldt portò in Europa circa 60.000 esemplari di piante per un totale di 6.000 specie delle quali 2.000 sconosciute ai botanici occidentali; un vero record, se si considera che all’epoca quelle conosciute erano soltanto 6.000!

La spedizione in Asia centrale

Trent’anni dopo affronta un nuovo viaggio in terre a lui sconosciute; all’età di 60 anni, lo zar di Russia Nicola I gli finanziò un viaggio in Asia centrale per ottenere informazioni su possibili giacimenti minerari da sfruttare. Nel giro di sei mesi percorse a bordo di una carrozza quasi 15000 km in compagnia del mineralogista Gustav Rose, sostando in ben 12244 stazioni di posta. La spedizione lo portò oltre gli Urali nelle steppe siberiane, al di là dei monti Altai fino al confine con la Cina. Qui studiò la natura del mar Caspio e fece esperimenti sulla natura chimica della sua acqua, descrisse diverse famiglie di pesci, raccolse piante, misurò altitudini, temperature e il magnetismo, prese campioni di pietre e scoprì la prima miniera di diamanti al di fuori dei tropici. I risultati della spedizione furono apprezzati dagli scienziati russi e venne ricevuto alla corte di San Pietroburgo. Nel 1843 e nel 1844 venne pubblicato il suo lavoro russo "Asie centrali”.

Gli ultimi anni di vita

Negli ultimi venticinque anni della sua vita Alexander von Humboldt scrisse a Berlino la sua opera scientifica principale: Il cosmo. L'opera è una delle più ambiziose nel mondo scientifico che mai siano state pubblicate. Con Il cosmo cerca di descrivere in maniera intelligibile la struttura dell'Universo dal punto di vista delle conoscenze di allora in uno stile piacevolmente letterario. I cinque tomi “Il cosmo, progetto di una descrizione fisica del mondo”, vennero pubblicati tra il 1845 e il 1862.

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Opera "il Cosmo"

Alexander von Humboldt morì all'età di 89 anni a Berlino il 6 maggio 1859, proprio mentre stava terminando l'opera. Lui stesso definì così la morte: "è la fine di quella condizione di noia che chiamiamo vita”.

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