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1 Marzo 2025
15:00

Che cos’è la litolatria: il significato del misterioso legame tra l’uomo e la pietra

La litolatria è il culto delle pietre, considerate sacre fin dalla preistoria. Dalla Pietra Nera della Mecca ai betili e ai megaliti, il legame tra uomo e pietra unisce storia, mito e spiritualità. Ancora oggi, cristalli e amuleti mostrano come la ricerca del sacro nelle pietre sia sempre viva.

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Che cos’è la litolatria: il significato del misterioso legame tra l’uomo e la pietra
litolatria

La litolatria è il culto delle pietre, considerate sia come vere e proprie divinità sia come forme inanimate assunte da un dio. Questa distinzione porta a due diverse accezioni del termine: nel primo caso, la litolatria si avvicina al culto animista, che attribuisce un’essenza divina agli elementi naturali come il sole, il vento e la terra; nel secondo, implica la volontà della divinità di manifestarsi in forma concreta affinché gli uomini possano adorare qualcosa di riconoscibile in suo nome. Fin dalla preistoria, le pietre hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo, prima come rifugio e materiale per costruire abitazioni e utensili, poi come oggetti di venerazione connessi a una dimensione sacra e trascendente. Numerosi sono i riferimenti che legano i sassi al sacro, tra cui il Megalitismo, con esempi come il celebre sito di Stonehenge con dolmen e menhir risalenti al Neolitico; il Baytlos greco, vvero il masso inghiottito da Crono al posto del piccolo Zeus, che poi lo uccise; i betili, sassi ritenuti dimora di dio o sua incarnazione nell'ebraismo; gli Iuppiter Lapis dei Romani e la Pietra Nera (al-Ka῾ba) della Mecca, ancora oggi oggetto di culto.

Aspetti psicologici e antropologici

L'uomo ha sempre caricato di significati simbolici oggetti inanimati, oltre che animali, un fenomeno questo che si collega all'animismo e al feticismo, in accordo col bisogno umano di concretizzare il sacro. La pietra in particolare è stata spesso vista come segno concreto di eternità e stabilità, caratteristiche attribuite anche alla divinità. La litolatria è stato oggetto di indagini psicologiche che hanno portato Sigmund Freud ad ipotizzare, nel suo “Totem e tabù” che l’adorazione di oggetti naturali sia un residuo di antichi culti totemici; Carl Jung ne ha analizzato il significato antropologico a partire dalle sensazioni che le pietre gli suscitavano da bambino in “L’uomo e i suoi simboli” evidenziando il potere archetipico delle pietre, che evocano un senso di protezione e radicamento.

litolatria

Aspetti geologici e materiali

Tra le pietre oggetto di venerazione ce ne sono alcune che hanno origini particolari che ne hanno accresciuto il valore simbolico: la Pietra Nera della Mecca, ad esempio, che secondo la tradizione islamica è un frammento di paradiso, potrebbe essere un meteorite o una roccia basaltica di origine vulcanica. I meteoriti infatti, considerate "pietre cadute dal cielo" potevano essere assimilati a messaggeri divini. Anche la composizione minerale di alcune pietre ha giocato un ruolo nel loro culto:

  • la magnetite, con le sue proprietà magnetiche, era considerata dotata di forze mistiche;
  • l’ambra, spesso usata per amuleti, era apprezzata per la sua capacità di elettrizzarsi per strofinio, un fenomeno che nel mondo antico sembrava inspiegabile e quasi magico;
  • i lapislazzuli, con il loro colore blu intenso, simbolo del cielo e della divinità, venivano usati in Mesopotamia ed incastonati nelle statuette votive.
lapislazzuli
Lapislazzuli.

La litolatria nel monoteismo

Vi sono tracce di litolatria anche nei culti monoteisti, gli ebrei infatti veneravano i betili, sassi ritenuti dimora di dio o sua incarnazione, il nome deriverebbe dall’ebraico Beith-El che significa "Casa di Dio". Giacobbe, personaggio biblico di grande importanza nello sviluppo della storia del popolo di Israele, riceve in sogno la chiamata di Dio e la pietra su cui poggia il capo viene definita proprio Beithel, unta con l’olio sacro come riservato ai prescelti dal Signore. Ma anche in Arabia, in epoca preislamica, si veneravano le tre dee Al-Uzza, Al-Lat e Manat la cui importanza venne riconosciuta anche da Maometto, che però poi ne negò la divinità. Mentre le prime due erano associate rispettivamente alla stella del mattino e alla luna crescente, Manat, dea del fato, della distruzione e della morte, veniva venerata come Pietra Nera a Quidaid, nei pressi della Mecca. Al giorno d’oggi può essere emblematico parlare di Lourdes, il santuario mariano più grande della cristianità, dove la folla si mette in fila per toccare con devozione la roccia della grotta dove apparve la Madonna, come ad attingere un briciolo di sacro da quel breve contatto. Non si parla in questo caso di adorazione di una pietra ma di riconoscimento della natura miracolosa di quella stessa pietra.

Litolatria moderna, New Age e cristalloterapia

Oggi la venerazione delle pietre non è scomparsa, ma si è trasformata. Soprattutto il movimento New Age, che ha riscoperto le proprietà spirituali e curative dei cristalli, ha attribuito a minerali come il quarzo, l’ametista o l’ossidiana specifiche energie capaci di influenzare il benessere psicofisico. La cristalloterapia nasce da queste particolari convinzioni e, sebbene priva di fondamenti scientifici, è praticata da molte persone che credono nel potere vibrazionale delle pietre.

Tra le pietre che continuano a essere utilizzate come amuleti protettivi possono essere elencate la tormalina nera, spesso indossata come difesa dalle energie negative, mentre il lapislazzuli è associato alla saggezza e alla comunicazione. Questa tendenza diffusa dimostra che, grazie alla forza della sua matrice psicologica, la litolatria non sia un fenomeno relegato all'antichità, ma una pratica che continua a evolversi, adattandosi alle credenze contemporanee.

Fonti
Treccani Treccani
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