0 risultati
video suggerito
video suggerito
16 Marzo 2025
18:00

Quando la Cina di Mao dichiarò guerra a topi, passeri e insetti: la campagna di eliminazione dei 4 flagelli

Nella storia umana i conflitti sono una costante, ma alcune battaglie sono più bizzare e curiose di altre. Nel 1958 la Cina di Mao Tse Tung dichiarò guerra a quattro animali ritenuti colpevoli di minacciare la salute umana e la produzione agricola, ratti, mosche, zanzare e passeri. Il risultato però fu una terribile carestia.

40 condivisioni
Quando la Cina di Mao dichiarò guerra a topi, passeri e insetti: la campagna di eliminazione dei 4 flagelli
Passero Cina campagna dei quattro flagelli

Nel tentativo di risolvere una grave crisi economica negli anni '50, il Partito Comunista di Mao Zedong lanciò il "Grande balzo in avanti", un piano per trasformare rapidamente l'economia dalla agricoltura all'industrializzazione. Tra le varie misure, spiccò la "Campagna per l'eliminazione dei Quattro Flagelli" che mirava a superare il difficile momento economico. La Cina, segnata dalla guerra civile e dall'invasione giapponese, si trovò a dover affrontare un mondo industrializzato in rapida espansione.campa

Milioni di contadini furono "chiamati alle armi" per combattere topi, passeri, zanzare e mosche colpevoli, a detta del Partito, di minacciare l'igiene e la salute umana o di ridurre la produzione agricola: eliminarli avrebbe aiutato a fornire il cibo necessario agli operai delle industrie in costruzione. Il pesantissimo squilibrio ecologico, unito all'esodo della popolazione contadina nelle città industriali, portarono però all'effetto opposto: una gravissima carestia, durata circa 3 anni, che causò la morte di un numero ad oggi imprecisato di cittadini, tra i 16 e i 30 milioni.

Campagna per l'eliminazione dei Quattro Flagelli: l'insolita soluzione cinese

La produzione agricola moderna è pesantemente influenzata dalla meccanizzazione e dall'uso di fertilizzanti sintetici e pesticidi: mezzi che scarseggiavano nella Cina degli anni '50, ma essendo chiusa ai commerci esteri, il Partito sfruttò il gran numero di contadini disponibili per cercare di migliorare la produzione agricola.

Vennero individuati quattro animali "nemici" della produttività: passeri, topi, zanzare e mosche. Se per gli insetti e i topi a pesare furono soprattutto le preoccupazioni sanitarie, i passeri furono inseriti nella lista per la loro abitudine a nutrirsi di grano e cereali durante la stagione della semina. Una decisione curiosa, ma non unica: a dichiarare guerra ai volatili era stata, per motivi simili, anche l'Australia già nel 1932, per difendere le fattorie dall'invasione degli Emù. La campagna anti-passeri cominciò nel 1958, e terminò con l'eliminazione di poco più di 2 milioni di volatili.

La causa della Grande carestia cinese: lo spopolamento

Nel 1959 la produzione agricola cinese crollò tragicamente, rimanendo a bassissimi livelli anche nei 2 anni successivi: nei primi anni le notizie trapelate all'estero furono scarse, ma in base ai dati del primo censimento nazionale affidabile (nel 1982) si stimano tra 16 e i 23 milioni di decessi in più rispetto al normale andamento. Studi successivi indicarono a cifre anche più alte, tra i 23 e i 30 milioni.

Le ragioni di queste tremende carestie, con cifre mai registrate prima, sono sicuramente diverse: le fonti governative incolparono la siccità, ma l'impatto maggiore fu dovuto probabilmente allo spopolamento delle campagne, con perdita di manodopera esperta a favore di fonderie e fabbriche.

A soffrire maggiormente furono proprio le popolazioni rurali, che si videro confiscare terreni, destinati alle fattorie collettive, e cereali necessari al nutrimento delle crescenti masse cittadine industrializzate: ai contadini non rimase cibo per la propria sussistenza.

Immagine
Poster propagandistici che invitavano alla lotta contro i "quattro flagelli". Credit: China Government, via Wikimedia Commons

Il presunto ruolo dei passeri nella carestia

Uno studio del 2021 ha studiato il legame tra lo sterminio dei passeri del 1958 e le successive carestie, evidenziando forti correlazioni tra la quantità di volatili uccisi per ettaro (particolarmente alta in province come Xinjiang e Guizhou) e il calo produttivo nei successivi 3 anni, correlazione anche più forte di quella legata alla siccità nelle aree più colpite dal quest'ultima (come Jiangsu o Hebei).

Ma cosa c'entrano i passeri con la carestia? La risposta sta nell'alimentazione di questi uccelli. Una caratteristica dei passeri è la loro dieta onnivora: oltre a nutrirsi di cereali, nei periodi di scarsità ripiegano volentieri su insetti, soprattutto lepidotteri, particolarmente dannosi per l'agricoltura. Durante la guerra ai passeri, nonostante la minor quantità di cereale consumato dal singolo animale, ogni passero ucciso portò a produrre 3,3 kg di cibo in meno negli anni successivi a causa del proliferare degli insetti in un ecosistema che, improvvisamente, scarseggiava di predatori. Si tratta di una teoria, ma secondo i calcoli, quasi 7 tonnellate di cereali persi, cibo per 28 milioni di persone, potrebbero essere legate alla campagna anti- passeri.

cereali raccolta

La fine delle carestie in Cina

I livelli di produzione agricola ,dopo il 1961, ritornarono a valori adeguati, ma la fine della carestia fu dovuta anche alla ripresa delle importazioni di cereali dall'estero. L'apertura ai mercati esteri segnò la fine delle difficoltà per l'agricoltura cinese: il primo accordo firmato con gli Stati Uniti, nel 1972, conteneva ad esempio un ordine per 13 impianti di produzione di fertilizzanti sintetici azotati.

La morte di Mao e la comparsa di fazioni riformiste nel Partito portarono, nel 1979, alla fine delle fattorie collettive e nel 1984 il razionamento del cibo fu abolito: la quantità di cibo disponibile per ogni cittadino era finalmente tornata ai livelli del vicino Giappone.

Ancora nel 2013, però, la pubblicazione di libri sulla Grande Carestia e sulla cruda realtà delle campagne cinesi era in grado di scatenare polemiche e censure. Resoconti crudi come "Tombstone" di Yang Jisheng, ex giornalista della agenzia giornalistica nazionale e figlio di un contadino deceduto per denutrizione, sono stati infatti pubblicati all'estero, ma rimangono osteggiati in Cina dove spesso circolano "di contrabbando" passando dalla confinante Hong Kong.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views