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13 Gennaio 2025
7:00

Cos’è il TFR, come si calcola, quando viene pagato e dove destinarlo

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una somma che viene accantonata dal datore di lavoro e che si riceverà al momento della fine del rapporto di lavoro, aldilà di quale sia la motivazione della cessazione dello stesso, oppure che si può destinare a un fondo pensione apposito.

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Cos’è il TFR, come si calcola, quando viene pagato e dove destinarlo
tfr tutto quello da sapere

Il TFR, acronimo di Trattamento di Fine Rapporto e conosciuto anche come "liquidazione", è una somma che viene accantonata mensilmente dal datore di lavoro per ogni singolo dipendente affinché possa riceverla alla fine del rapporto di lavoro, a prescindere che esso termini per licenziamento, dimissioni o pensionamento. È stato introdotto dalla Legge n. 297/1982 ed è disciplinato dall’articolo 2120 del Codice Civile per garantire ai lavoratori una prestazione economica nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. Il TFR viene maturato ogni mese, e possiamo monitorarlo nella busta paga; inoltre è uno strumento che il lavoratore dipendente può scegliere dove destinare: se mantenerlo in azienda e quindi riceverlo direttamente dal datore di lavoro tutto insieme alla fine del rapporto oppure a un fondo pensione e riceverlo alla propria pensione, integrando quella che si riceverà dall'INPS. L’importo annuale di  accantonamento del TFR è pari circa a uno stipendio aggiuntivo all’anno: viene determinato prendendo la retribuzione annua lorda (RAL) e dividendola per 13,5, un valore fisso per mediare chi riceve la tredicesima e chi riceve da contratto anche la quattordicesima.

Dove troviamo il TFR in busta paga?

Tutti i lavoratori dipendenti ogni mese ricevono la "busta paga", un documento ricco di informazioni che racconta la storia lavorativa mensile del dipendente: dalle ore di presenza a quelle di assenza, dagli straordinari alle festività, passando per i dettagli relativi al compenso, alle imposte e ai contributi. In questa panoramica di dati sono inclusi anche quelli relativi al Trattamento di Fine Rapporto (TFR). La presenza del TFR in busta paga è obbligatoria, ma non sempre lo troviamo nello stesso punto del documento.  Le informazioni sul TFR possono essere organizzate in modo diverso a seconda del formato utilizzato, con voci che possono apparire in sezioni separate o essere indicate singolarmente, ad esempio come "imponibile TFR", "accantonamento TFR mese", e simili.

Come si calcola il TFR?

Il TFR viene calcolato sulla base della retribuzione annua lorda, quindi sulla base di quanto guadagniamo all'anno prima di contare quante tasse pagheremo su quegli importi, comprensiva di bonus e premi, a cui è da sottrarre però un contributo all'INAIL dello 0,5% (che è una sorta di assicurazione che tutela il lavoratore contro i danni fisici ed economici derivanti da infortuni causati da attività lavorativa e malattie professionali).

L’importo che risulta da questo calcolo va poi moltiplicato per gli anni in cui si ha lavorato, e successivamente diviso per 13,5, come stabilito dal Codice Civile. Infine, per evitare che la somma maturata destinata al lavoratore subisca una svalutazione nel corso del tempo, si aggiunge una rivalutazione del 1,5% fissa e una variabile del 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo delle famiglie nell'anno precedente in base a quanto dichiarato dall'ISTAT.

Vediamo a quanto ammonta per esempio il TFR lordo maturato da Leonardo, lavoratore dipendente:

La retribuzione annua lorda (quella che nel contratto di assunzione viene denominata RAL) di Leonardo è pari a € 30.000 e lavora già da ben 25 anni, il suo TFR Lordo maturato fino ad ora è pari a € 55.277; vediamo come ci siamo arrivati:

  • 30.000 – 150 (contributo che va all'INAIL) = 29.850
  • 29.850 x 25 (anni) = 746.250
  • 746.250 ÷ 13,5 (valore fisso) = 55.277 € TFR lordo

Come viene tassato il TFR?

Una volta determinato l’ammontare del TFR lordo e aggiunta la rivalutazione ISTAT, per conoscere l’importo netto è necessario calcolare la tassazione del proprio TFR, che dipende dal reddito di riferimento. La tassazione del TFR avviene separatamente dal reddito ordinario e dipende dalla sua destinazione: infatti se il TFR resta in azienda, è tassato in base alle aliquote Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche, che è l’imposta dovuta dalle persone fisiche per il possesso di alcuni tipi di redditi) se invece viene destinato a un fondo pensione, la tassazione è più bassa, tra il 9% e il 15%.

Anticipo del TFR

In determinate situazioni, il lavoratore può richiedere un anticipo sul TFR, come in caso di necessità economica, pensionamento anticipato o acquisto della prima casa. L’importo massimo che può essere richiesto varia, passando da un 30% per motivi personali  fino al 70% del TFR accumulato per l'acquisto di prima casa.Per richiedere l’anticipo il lavoratore deve inoltre avere svolto almeno 8 anni di servizio.

Pagamento del TFR

Il pagamento del TFR avviene solitamente al termine del contratto di lavoro e, come dicevamo, a prescindere da quale sia la causa. Può avvenire sia in unica erogazione, quindi tutto insieme, sia dilazionato nei mesi e quindi rateizzato, ma le tempistiche variano a seconda del tipo di contratto: un lavoratore privato viene "liquidato" in genere entro 2 mesi dalla fine del rapporto, mentre un dipendente pubblico dopo 12 mesi se va in pensione e 24 mesi in altri casi, ma in casi particolari, come di inabilità, entro 105 giorni dalla fine del rapporto.

Destinazione del TFR

Un aspetto cruciale per la gestione del Trattamento di fine rapporto è la possibilità per il lavoratore dipendente di scegliere dove destinare le quote annuali maturate, se in azienda o in un fondo pensione apposito. Ricordiamoci che il lavoratore privato ha tempo sei mesi a partire dall’assunzione per dichiarare dove intende destinare il proprio TFR.

Lo scopo dell'adesione ad un fondo di previdenza complementare (comunemente detto fondo pensione) è di garantire al lavoratore l’effettiva riscossione del TFR anche davanti al rischio che il datore di lavoro si riveli inadempiente, cioè per esempio se magari l'azienda per cui ha lavorato abbia utilizzato la somma che doveva accantonare per il dipendente e che quindi sia impossibilitata a restituirgliela causa fallimento o altro.

È bene sapere che esistono degli accordi che permettono al lavoratore che aderisce ad un fondo pensionistico, versando nel fondo anche una propria contribuzione aggiuntiva al TFR, di ricevere un ulteriore contributo anche da parte del proprio datore di lavoro. Inoltre è possibile scegliere di aderire ad un fondo di previdenza complementare e far confluire lì il proprio TFR anche in un secondo momento e soprattutto si può far versare sia il TFR "maturando", sia richiedere all'azienda se può versare anche quello "maturato" fino a quel momento.

Il TFR è un importante strumento di protezione economica per il lavoratore. La gestione del TFR, incluse le opzioni di anticipo e destinazione a fondi pensionistici, può variare, quindi è sempre consigliabile affidarsi alle conoscenze di professionisti e consulenti esperti e fare riferimento ai servizi delle organizzazioni sindacali per ricevere assistenza e consigli, oltre che per monitorare il corretto accantonamento del TFR.

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