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15 Agosto 2022
18:30

Cos’è la Realtà Aumentata, come funziona e qualche esempio di applicazione

Cosa accade quando il modo che conosciamo si mescola con contenuti virtuali? E come accade questo mix? Scopriamo come funziona la Realtà Aumentata e cosa dobbiamo aspettarci in futuro da questa tecnologia.

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Cos’è la Realtà Aumentata, come funziona e qualche esempio di applicazione
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Con Realtà Aumentata ci si riferisce all'uso di una tecnologia per ampliare la capacità sensoriale di ognuno di noi tramite l'aggiunta di informazioni che vengono mediate da una componente elettronica (un dispositivo come uno smartphone, un tablet, un pc o un visore). Negli ultimi anni più che mai questo tema è stato al centro di moltissime discussioni, spesso collegate al metaverso, ma cos'è esattamente la realtà aumentata? Come funziona? Quali sono le applicazioni presenti e future?

Come funziona

L'idea di una Realtà Aumentata (AR da Augmented Reality) corrisponde alla possibilità di fare esperienze interattive in un ambiente che fa parte del mondo reale in cui, però, gli oggetti con cui interagiamo sono in qualche modo "amplificati" da informazioni prodotte da computer. Questa aggiunta di informazioni (che può riguardare il campo visivo, ma anche quello uditivo e tattile) fa sì che vengano combinati oggetti reali con oggetti virtuali. Tutto ciò viene realizzato tramite delle interfacce tecnologiche come i nostri smartphone, i tablet o i visori per la realtà aumentata.

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Tipi di Realtà Aumentata

Esistono varie tipologie di realtà aumentata, ma in generale si possono suddividere in due macro-gruppi:

  1. AR basata su dei marker che lavora usando il tracciamento e il riconoscimento. In questi casi è necessario che ci sia un cosiddetto "marker", un segnale grafico/un'immagine specifica per attivare l'aumento della realtà. Nei casi più comuni si scansiona una foto o una scritta con la fotocamera e poi, tramite un'applicazione, otteniamo un'esperienza aumentata proprio sull'oggetto individuato;
  2. AR non basata su dei marker che, essendo sganciata da qualsiasi segnale, scansiona l'ambiente in cui ci si trova e lascia libero l'utente di aggiungere le informazioni digitali che preferisce. A sua volta questo macro-gruppo è suddivisibile in:
    a) AR basata sulla localizzazione del dispositivo in uso.
    Come accaduto per molti videogiochi famosi, in questo caso la realtà aumentata si "aggancia" a delle geolocalizzazioni specifiche e ci fa comparire in determinati punti oggetti virtuali quando li inquadriamo con lo smartphone;
    b) AR basata sulla proiezione che riproduce immagini sullo spazio fisico che circonda l'utente.
    Semplicemente, è luce proiettata su una superficie e l'interazione è possibile toccando la superficie in questione;
    c) AR basata sulla super-imposizione che sostituisce la visione normale che abbiamo di un oggetto con una visione aumentata dello stesso.
    Il tutto si basa sul riconoscimento diretto dell'oggetto (come accade per i nostri volti sui social networks);
    c) AR detta "user-defined" che viene prodotta generalmente da sviluppatori che la usano per risolvere problemi di vario tipo come l'app per misurare le dimensioni dei mobili. in questo caso il contenuto è iper-personalizzato.

Differenza tra AR e VR

Se avete sentito parlare di  Realtà Virtuale (VR da Virtual Reality),  sappiate che è cosa diversa dalla Realtà Aumentata: cosa cambia tra le due tipologie di realtà?
La AR ha sempre come base di partenza la nostra esperienza nel mondo reale di tutti i giorni e aggiunge informazioni ad esso senza mai staccarsi dal nostro vissuto comune.

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Quando usiamo un filtro di Instagram, ad esempio, facciamo esperienza di Realtà Aumentata perché le informazioni generate dal nostro smartphone si sommano al nostro viso.

La VR invece ci consente di avere un'esperienza in una sorta di "mondo parallelo" staccato dalle nostre percezioni del mondo reale, dunque in questo caso, stando all'esempio precedente, al posto del nostro viso potremmo interagire con un avatar o una nostra riproduzione grafica di qualche genere.

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Come nasce la Realtà Aumentata

Il progetto di aumentare le nostre percezioni tramite una Realtà Aumentata ha la sua origine negli anni 60 Novecento, in concomitanza con la nascita di strumenti atti alla Realtà Virtuale.
Nel 1962  il regista e cameraman Morton Heilig brevettò il Sensorama: una macchina (quella che oggi chiameremmo una consolle, ma molto più grande) ad uso individuale che aveva come obiettivo la stimolazione dei cinque sensi di chi ne usufruiva. Questo fine veniva raggiunto tramite la proiezione di immagini stereoscopiche, la riproduzione di audio di vario tipo, movimenti della seduta, variazioni di temperatura, di odori e perfino l'uso di ventilatori per creare dei getti d'aria regolati. Questa invenzione non ebbe grande successo al tempo, fu un primo tentativo di produrre una tecnologia che interagisse con le percezioni dell'essere umano aumentandole. Possiamo pensarlo come un antenato comune alla AR e alla VR.

Dopodiché nel 1968 l'informatico statunitense Ivan Sutherland realizzò il primo prototipo di occhiali per la realtà aumentata. Questo strumento era composto da due tubi catodici che riuscivano a proiettare immagini in 3D le quali apparivano come "sovrapposte" alla realtà osservata da chi indossava gli occhiali. Poiché il sistema era particolarmente pesante, era necessaria una struttura di sospensione attaccata al soffitto.
Solo negli anni 90 iniziò a diffondersi la dicitura "realtà aumentata", specialmente quando Thomas Caudell e David Mizell ricevettero l'incarico dalla Boeing di realizzare un visore indossato da operai che lavoravano per aggiustare gli aerei. Il visore mostrava ai lavoratori quali fossero i cavi da collegare e il modo corretto di posizionarli per il funzionamento degli aerei.

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immagine di repertorio, riferita esclusivamente all’uso della realtà aumentata sul posto di lavoro

Nel 1992 venne prodotta la piattaforma Visual Fixtures da Louis Rosenberg. Si trattava di un sistema di AR immersiva in grado di guidare l’utente nei suoi compiti con istruzioni a schermo.
Infine nel 1999 la realtà aumentata viene diffusa anche sul mercato con il primo kit per la realtà aumentata della storia: l’ARToolKit di Hirokazu Kato dell’Istituto di Scienza e Tecnologia di Nara (NAIST). In questo caso si trattava di un software che dava accesso a una libreria di informazioni visualizzate in tempo reale e sovrapposte a particolari immagini inquadrate dalle telecamere dei dispositivi utilizzati.
Da quel momento in poi la Realtà Aumentata è arrivata anche nel mondo delle tecnologie militari, dell'industria e dell'intrattenimento, grazie anche all'ampia diffusione di computer, consolle di vario tipo e smartphone.

Esempi di applicazione della Realtà Aumentata

Sono moltissimi gli esempi dell'uso che facciamo della Realtà Aumentata e alcuni sono più frequenti di altri nelle nostre giornate.
Il primo in assoluto, a cui si è già fatto riferimento, sono i filtri utilizzati dai social: Tik Tok, Facebook, Instagram e Snapchat sono solo alcuni dei più famosi network in cui sono state implementate funzionalità che coniugano dati provenienti dalla realtà con informazioni virtuali. Questo accade tutte le volte che sui nostri volti viene utilizzato un filtro che modifica in qualche modo il nostro aspetto e che vediamo "muoversi insieme a noi" attraverso il display dei nostri telefoni.

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Sempre su queste piattaforme, oltre che sulle ultime frontiere di Google ad esempio, c'è la possibilità di visualizzare oggetti 3D nello spazio, posizionandoli nei luoghi che inquadriamo con la fotocamera esterna dello smartphone. Alcune aziende, per facilitare la scelta dei clienti, hanno realizzato delle applicazioni che hanno un funzionamento simile: ci mostrano come il loro prodotto starebbe in un ambiente a noi familiare o applicati al nostro stesso corpo (come provare il prodotto senza provarlo davvero!). Questo accade specialmente per le aziende che producono mobili, pezzi di design, ma anche cosmetici o vestiario.

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Negli ultimi anni molti videogiochi hanno sfruttato la possibilità di agganciare informazioni virtuali alla geolocalizzazione in modo da spingere i giocatori a muoversi nello spazio per cercare gli spot in cui portare avanti le partite o trovare componenti virtuali utili all'interno del gioco stesso.

Sviluppi futuri

La Realtà Aumentata apre anche a numerosi scenari futuri che qualcuno direbbe futuristici. Primo tra tutti il grande tema del metaverso tutt'ora dibattuto ma sicuramente in prospettiva.
In secondo luogo può essere utilizzata per formare e in un certo senso "allenare" nuovi dipendenti di aziende allo svolgimento di precisi compiti, come un banco di prova che non ha effetti sulla realtà esterna. Sempre dal punto di vista di imprese e aziende ci si aspetta che la AR possa essere utilizzata in breve tempo per trasmettere informazioni ad esperti in tempo reale, in modo che gli operatori possano essere assistiti nello svolgimento di mansioni specifiche, ma anche per progettare strutture predisposte per determinati spazi fisici.

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In ambito medico sarà probabilmente utilizzata per ottenere migliori performace di imaging in tempo reale per dentisti e chirurghi, per fornire assistenza a persone ipovedenti, per interventi specialistici da remoto e, anche in questo caso, per formare futuri medici a specifiche operazioni.
Molte altre sono le possibilità di utilizzo di questa tecnologia che continuano ad essere studiati da ricercatori in tutto il mondo.

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Camilla Ferrario
Redattrice
L’universo è un posto strano e il modo che abbiamo di abitarlo cattura continuamente la mia attenzione. “Sii curiosa” è il mio imperativo: amo provare a ricostruire indizio per indizio il grande enigma in cui ci troviamo. Sono laureata in Filosofia, ho fatto la speaker in una web radio e adoro il true crime. Di cosa non posso fare a meno? Del dialogo aperto con gli altri e della pasta alle vongole.
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