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27 Febbraio 2024
14:20

Inondazioni, siccità, caldo record: cosa aspettarci da El Niño per il 2024 in Italia e nel mondo

Secondo gli esperti, gli effetti di un El Niño ancora in piena azione potrebbero allungarsi fino a fine maggio. In Italia si rischia un'estate precoce nel corso della primavera, ma anche altre aree del pianeta potrebbero sperimentare ondate di calore, siccità e inondazioni.

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Inondazioni, siccità, caldo record: cosa aspettarci da El Niño per il 2024 in Italia e nel mondo
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El Niño è il nome dato a un fenomeno climatico ciclico caratterizzato dal riscaldamento del Pacifico centro-orientale di almeno 0,5 °C per almeno 7-9 mesi. Si tratta di un fenomeno che ha un grande impatto nella climatologia di vaste aree del mondo tra cui anche la nostra. Dal mese di giugno siamo in piena fase di El Niño, e come previsto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il fenomeno proseguirà almeno fino al trimestre marzo-aprile-maggio, per poi andare a “spegnersi” progressivamente.

Di conseguenza, secondo le previsioni stagionali elaborate dai principali centri di calcolo mondiali, le anomalie di temperatura e precipitazioni indotte da El Niño rischiano di continuare per tutto il primo semestre del 2024. A cavallo dei mesi di maggio-giugno-luglio, invece, dovremmo assistere a una progressiva comparsa del fenomeno opposto, chiamato La Niña, cioè il raffreddamento periodico delle acque superficiali della porzione di Oceano Pacifico tropicale compreso tra Australia e America meridionale.

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Fonte: WMO.

A causa di questo fenomeno, il 2024 potrebbe addirittura superare il 2023 in termini di calore, segnando per la prima volta il superamento della soglia fatidica di +1,5 °C di riscaldamento globale rispetto all'epoca preindustriale. Nella prima metà del 2024 si prevede che le temperature rimarranno superiori alla media in tutto il mondo, aumentando il rischio di ondate di calore, siccità e incendi.

Quali potrebbero essere gli effetti sul clima italiano

Uno scenario che, secondo gli ultimi aggiornamenti della NOAA – l'organizzazione statunitense che si occupa anche di dinamiche oceaniche e atmosferiche – coinvolgerebbe anche l'Italia nell'immediato futuro. Si tratta di proiezioni stagionali, dunque a lunghissimo termine e da prendere con le pinze, ma che suggerirebbero un'anticipazione della stagione estiva nei mesi primaverili. In altre parole, non è da escludersi una primavera insolitamente calda, con le prime ondate di calore dell'anno, a causa di una maggiore ingerenza del famigerato anticiclone nord-africano, in espansione “precoce” verso l'area mediterranea. Sarebbe questa la conseguenza di un'anomalia della circolazione generale dell'atmosfera, dovuta alla presenza di El Niño, che porterebbe a un maggior rigonfiamento e spostamento verso nord della fascia degli anticicloni sub-tropicali, come quello rovente nord-africano o quello un po' meno caldo delle Azzorre.

Anche il centro di calcolo europeo di Reading confermerebbe questa tendenza, ipotizzando per il trimestre marzo-aprile-maggio temperature decisamente superiori alla norma sull'Europa e sull'Italia, con anomalie anche oltre i 2 °C.

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Anomalia della temperatura superficiale in Europa, elaborata dal modello stagionale di ECMWF, per il trimestre marzo–aprile–maggio. Fonte: ECMWF.int.

Uno scenario di questo tipo rischia di avere conseguenze potenzialmente molto pericolose, in quanto capace di svilppare fenomeni meteorologici estremi, a causa dell'elevato calore in eccesso a disposizione dell'atmosfera, che sappiamo costituire il carburante necessario alla genesi, per esempio, di violenti temporali associati a grandinate.

Le previsioni per il resto del mondo

Fino a giugno, diversi Paesi che già affrontano crisi umanitarie potrebbero subire ondate di calore, incendi, inondazioni, siccità ed epidemie. È probabile che questi eventi aumentino i bisogni umanitari delle popolazioni esposte, colpendo settori importanti come la sicurezza alimentare e la salute.

Secondo il team scientifico della NASA che si occupa dei cambiamenti del livello del mare, nei prossimi mesi si rischiano maggiori inondazioni delle città costiere occidentali delle Americhe: fino a 5 eventi di tipo decennale in città come Seattle e San Diego, fino a 3 in città come Libertad e Baltra, in Ecuador. Queste città potrebbero vedere fino a 10 eventi di inondazione negli anni di El Niño entro il 2030.

All'estremo opposto, uno degli impatti già osservati in alcune parti delle Americhe è l'estrema siccità. Secondo le previsioni degli esperti, El Niño, il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature oceaniche potrebbero combinarsi per prolungare la stagione secca in America centrale e meridionale.

Una rara combinazione di un forte El Niño nell'Oceano Pacifico e di un Dipolo dell'Oceano Indiano positivo potrebbe intensificare il caldo e la siccità in Australia e nel Sudest asiatico, ma anche le inondazioni nell'Africa orientale.

Il Dipolo dell'Oceano Indiano (Indian Ocean Dipole, IOD), a volte chiamato il “fratello minore” di El Niño, si trova attualmente in una fase positiva del suo ciclo, che prevede uno spostamento verso temperature più fredde del normale nel settore orientale dello stesso Oceano e più calde del normale in quello occidentale. Nessuno dei due eventi climatici è raro, ma la combinazione di un forte IOD positivo e di un forte El Niño è alquanto insolita.

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Fonte: NOAA Climate.gov

Entrambe le due oscillazioni climatiche determinano condizioni più calde e secche nel Sudest asiatico e in gran parte dell'Australia. Quando si verificano insieme, possono portare tempo molto secco e ondate di calore, con possibili incendi, in tutta l’area coinvolta.

Ma non solo: tra le conseguenze di questa azione combinata vi sarebbe anche un clima più umido nell’Africa orientale, che si sta riprendendo dopo diversi anni di grave siccità. Questo, però, potrebbe significare un aumento delle inondazioni estreme.

Anche in questo caso, gli esperti affermano che non esistono due eventi uguali e il cambiamento climatico aggiunge un ulteriore livello di incertezza su come questa azione simultanea da parte di due grosse oscillazioni periodiche naturali (El Niño e IOD) potrebbe essere paragonato a quelli già visti in passato. Tuttavia, poiché si verificano su un pianeta molto più caldo, qualsiasi pioggia o siccità associata ha il potenziale per essere più estrema.

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