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21 Giugno 2023
9:43

Cos’è El Niño, quando si presenta e cosa comporta

El Niño si forma quando la superficie dell'Oceano Pacifico centrale aumenta di 0,5 °C per un periodo di tempo non inferiore ai 5 mesi. Se invece la temperatura dell’acqua è inferiore alla media stagionale di almeno 0,5 °C nello stesso arco temporale, si ha La Niña. Entrambi sono oscillazioni periodiche di uno stesso fenomeno climatico che provoca effetti meteorologici intensi in tutto il mondo.

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Cos’è El Niño, quando si presenta e cosa comporta
el nino la nina

Si sente sempre più parlare di El Niño un fenomeno climatico periodico che si presenta con una cadenza che va dai due ai sette anni circa. La sua potenza è tale da causare fenomeni atmosferici intensi in diverse parti del mondo, oltre a cambiare la temperatura globale nel suo passaggio. Ma come si forma? E quali sono le sue conseguenze nei diversi continenti?

Cos'è El Niño?

L’epiteto “El Niño” significa bambino o ragazzino in spagnolo. Il fenomeno deve il suo nome a un gruppo di pescatori sudamericani che notarono e segnalarono per la prima volta periodi di acqua insolitamente calda nell'Oceano Pacifico intorno al 1600. Per essere precisi, in origine venne chiamato El Niño de la Navidad, “il bambinello” per dirlo alla italiana, poiché i picchi di acqua calda si evidenziavano proprio nel mese di dicembre.

El Niño si forma quando la superficie dell'Oceano Pacifico centrale registra un incremento di temperatura di almeno 0,5 °C per un periodo di tempo non inferiore ai 5 mesi. In condizioni di temperature normali, nell'Oceano Pacifico i venti alisei soffiano da est verso ovest lungo l'equatore, trasportando l’acqua calda di superficie del Pacifico centro-meridionale verso le coste dell'Asia. Ciò accade grazie all'effetto Coriolis, prodotto della rotazione terrestre. A sud, lo spostamento dell'acqua calda verso ovest induce il processo di upwelling (letteralmente, risalita), ovvero l’ascesa delle masse d’acqua più fredde e ricche in nutrienti e fitoplancton dai fondali verso la superficie.

Immagine
El Niño. Fonte: NOAA

Quando entra in gioco El Niño, però, gli alisei del Pacifico centro-occidentale diminuiscono in intensità, indebolendo la circolazione oceanica e invertendo la spinta delle masse d'acqua calda da ovest a est del Pacifico.

Cosa causa El Niño?

Il suo passaggio determina uno spostamento di correnti d’aria equatoriali che porta alla concentrazione di piogge nella fascia meridionale degli Stati Uniti e un aumento di temperature e clima siccitoso negli Stati del nord – area che è solo lambita dal suo passaggio – e in Canada. La stessa dinamica si verifica contemporaneamente in alcune parti dell’America Latina, Sudafrica, Australia e Asia. A livello globale, il passaggio di El Niño comporta invece un aumento di temperatura di circa 0,2 gradi Celsius provocando, da noi in Europa, inverni più freddi e secchi a nord e più miti e umidi a sud del continente.

el nino siccita

Detto così, non sembrerebbe esserci nulla di sconvolgente, in realtà ogni decimo di grado in più porta con sé conseguenze molto importanti e potenzialmente irreversibili. Sempre riferendoci a El Niño, l’aumento di temperatura media globale che ne consegue ci spinge sempre di più a rompere l’ambizioso limite di 1,5 gradi entro il 2030, che ci siamo imposti di non superare con l’Accordo di Parigi.

Le conseguenze di ciò si sommano a quelle provocate dal Global Warming, provocando danni anche ingenti: aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore (ve li ricordate i 48,8 gradi in Sicilia dell’agosto 2021?), aumento della probabilità degli incendi forestali nelle aree in cui il clima è reso più secco e, allo stesso tempo, l’aumento in intensità di precipitazioni e inondazioni in altre. Inoltre, il surriscaldamento delle acque oceaniche porta a un aumento di frequenza e forza degli uragani e alla perdita della biodiversità marina.

Che effetti ha El Niño sulla biodiversità?

Come abbiamo visto, durante El Niño l'upwelling di acqua fredda si indebolisce o si arresta del tutto, diminuendo la presenza del fitoplancton al largo delle coste del Sudamerica. In questo modo si innesca un circolo vizioso che colpisce dapprima i pesci, che non riescono a nutrirsi del fitoplancton, e si estende a tutta la catena trofica – Uomo compreso – che di quei pesci si nutre.
Non solo: l'innalzamento delle temperature porta anche al coral bleaching, ovvero lo sbiancamento dei coralli provocato dall'espulsione di alghe fotosintetiche con cui vivono in simbiosi, lasciando scoperto lo scheletro bianco e traslucido della colonia.

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