A meno di una settimana dall’allerta gialla di Vulcano , mercoledì 6 ottobre le isole Eolie tornano a far parlare di sé. Questa volta il protagonista è lo Stromboli che nel pomeriggio di ieri ha emesso un forte boato, udito da tutti gli abitanti e i turisti dell’omonima isola siciliana. Si è trattato di un'esplosione stromboliana, tipica dell'attività eruttiva di questo vulcano, anche se più intensa di quelle che normalmente si registrano.
In questo articolo vedremo insieme cos'è successo nel dettaglio, perché si parla così tanto di questa esplosione e cercheremo di capire se dobbiamo preoccuparci oppure no.
Che tipo di vulcano è lo Stromboli?
Per capire esattamente cosa sta succedendo sull'isola, è necessario spendere due parole per spiegare che tipo di vulcano è lo Stromboli. Si tratta di uno stratovulcano la cui attività è così caratteristica da essere stata classificata a livello mondiale come "stromboliana" e consiste in piccole esplosioni a poca distanza di tempo l'una dall'altra. Durante questi eventi possono essere emessi brandelli di lava, lapilli e cenere e la durata di ciascun evento è variabile da qualche secondo a qualche decina di secondi. Questa è l'attività "normale" ma in certi periodi può essere affiancata da un'attività più intensa, definita come "esplosione maggiore" o addirittura con dei veri e propri parossismi, come quelli del 2003 e del 2019. E quale differenza c'è tra i due tipi di fenomeno?
Di solito le esplosioni maggiori che si verificano allo Stromboli coinvolgono uno o più settori dell'area craterica e sono spesso caratterizzate dall'emissione di getti di gas e magma frammentato – cioè i piroclasti – che possono raggiungere anche un centinaio di metri di altezza. I volumi di magma tipici di questo fenomeno vanno dalle centinaia alle migliaia di metri cubi e, nonostante la maggior parte del materiale ricada solitamente entro un'area di un km rispetto al punto di emissione, frammenti più piccoli e leggeri possono raggiungere la costa.
I parossismi invece sono fenomeni ancora più intensi che coinvolgono piú bocche eruttive. Vengono prodotte bombe e blocchi di dimensioni metriche che possono cadere in un'area di circa due chilometri attorno al cratere e si forma solitamente una colonna di gas e cenere alta diverse migliaia di metri – che in caso di collasso può dar vita a flussi piroclastici. Il boato è fortissimo, tanto da poter rompere i vetri delle finestre delle abitazioni costruite entro 2 km dal cratere e, in questo caso, il magma coinvolto è molto di più, passando da decine di migliaia a pochi milioni di metri cubi.
Cosa è successo ieri allo Stromboli?
Ora che abbiamo fatto una panoramica dell'attività eruttiva dello Stromboli, vediamo cos'è successo ieri. Tramite i comunicati stampa dell'INGV, è possibile ricostruire gli eventi e capire a cosa era dovuto il forte boato udito per tutta l'isola.
Le prime comunicazioni riguardano un'anomalia termica registrata dai sistemi di monitoraggio dello Stromboli alle 16:18 del 6 ottobre. Cosa vuol dire? L'INGV, tra i vari parametri osservati, misura anche la temperatura grazie a speciali telecamere termiche puntate sul vulcano. In questo caso è stata registrata un'anomalia, cioè un aumento di temperatura, che non è "casuale" ma è legata ad un'esplosione più violenta rispetto a quelle che si verificano normalmente, tanto da essere stata definita "esplosione maggiore".
A causa delle condizioni meteo, però, la visibilità era piuttosto ridotta e in un primo momento è stato impossibile identificare con esattezza quale fosse la zona di provenienza di quest'esplosione. Analisi successive dell'INGV hanno confermato poi come zona di origine l'area craterica Nord dello Stromboli. In questo evento è stata prodotta un'abbondante quantità di materiale piroclastico grossolano che, dopo aver superato la terrazza craterica, ha colpito l'area del Pizzo Sopra la Fossa e della Sciara del Fuoco, con alcuni frammenti che sono rotolati fino alla costa. L'esplosione ha anche generato una nube di cenere che si è dispersa rapidamente in direzione NE.
Inoltre, durante l'evento è stato osservato anche un piccolo trabocco lavico dall'area craterica Nord – quindi oltre a frammenti "sparati" in aria, c'è stata anche una fuoriuscita di lava dal cratere. Il fronte di questa colata è rimasto però confinato nella parte alta della Sciara del Fuoco ad una quota di circa 750 m s.l.m. In contemporanea all'eruzione è stato anche riportato un aumento del tremore che però in poco tempo è sceso a valori medio-bassi.
Verso le 20.33, come confermato dall'INGV, tutti i parametri sono tornati alla normalità.
La situazione oggi
Fortunatamente quest'eruzione non ha causato né danni né tantomeno vittime o feriti e, come segnalato dagli enti di monitoraggio, la situazione è rientrata alla normalità. Quindi possiamo stare tranquilli, per ora non c'è nulla da temere.
Ricordiamo anche che questa esplosione non è la prima e già negli scorsi mesi ce ne sono state altre classificate come "maggiori". Queste ovviamente non sono da confondere con i parossismi, ben più intesi, che si sono presentati sull'isola nell'estate del 2019. Ciononostante non bisogna abbassare la guardia: l'allerta per il vulcano è gialla e, vista la recente variazione di alcuni parametri geochimici nei gas (come evidenziato anche dagli ultimi bollettini settimanali), il vulcano è tenuto sotto stretta sorveglianza.