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19 Maggio 2022
12:03

Finlandia e Svezia hanno richiesto ufficialmente l’adesione alla NATO: ora cosa succederà?

L'invasione russa dell'Ucraina ha portato a un evento storico di grande portata: Finlandia e Svezia vogliono entrare nella NATO. Vediamo come cambierebbero la storia dell'Alleanza Atlantica e i rapporti tra Occidente e Russia se l'adesione si concretizzasse.

A cura di Giorgio Cella
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Finlandia e Svezia hanno richiesto ufficialmente l’adesione alla NATO: ora cosa succederà?
Finlandia e Svezia nella NATO

È successo: spaventate dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Putin, Finlandia e Svezia hanno deciso di presentare domanda ufficiale per entrare nella NATO, mettendo fine, per scelta, alla loro storica neutralità. Sembra probabile che questo possa avvenire nei prossimi mesi, nonostante le iniziali obiezioni della Turchia di Erdogan, e questo non costituirebbe solo una svolta nella guerra tra Russia e Ucraina, ma anche un vero e proprio fatto storico. Dal secondo dopoguerra in poi e nel corso della Guerra Fredda, infatti, una delle caratteristiche tipiche delle due nazioni scandinave, soprattutto la Finlandia, è stata proprio quella della neutralità. Oggi, invece, registriamo un’inversione di tendenza a 360° che complica ulteriormente l'ampio quadro militare e geopolitico del conflitto. Se Svezia e Finlandia saranno accettate nell'Alleanza, quindi, e in caso di un futuro attacco esterno, la NATO sarà tenuta a intervenire in loro difesa in base all'articolo 5 del Patto Atlantico.

Se la Finlandia entrasse nella NATO infatti, Putin raccoglierebbe uno dei frutti avvelenati prodotti dalla guerra in corso. Difatti, dobbiamo tenere bene a mente quale fu uno dei punti fondamentali che nella narrativa russa giustificava la decisione dell'invasione militare del Paese vicino: l'avanzamento della NATO a ridosso dei confini occidentali russi, con riferimento particolare a Ucraina e Georgia (e Moldavia). Ora, invece, specie con la Finlandia che condivide 1300 km di confine con il territorio russo, la Russia si troverebbe faccia a faccia con l'Alleanza Atlantica anche nel suo quadrante nord-occidentale. In particolare, questa vicinanza geografica varrebbe soprattutto per una delle due più importanti città del Paese, nonché luogo di nascita di Putin: San Pietroburgo. Quella San Pietroburgo da dove proviene, peraltro, gran parte del cerchio magico del presidente russo, i più alti dirigenti del Paese e i siloviki, gli uomini del potere militare e dei servizi segreti.

Palazzo d'Inverno (Museo dell'Ermitage), San Pietroburgo, Russia
Palazzo d’Inverno (Museo dell’Ermitage), San Pietroburgo, Russia

Ma quali conseguenze future potrebbe portare l'eventuale ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO e cosa si intendeva, fino a poche settimane fa, per "finlandizzazione"?

Possibili scenari futuri e conseguenze

Dal lato russo finora ci sono state risposte di diverso tipo. Putin ha dichiarato che la probabile adesione di Svezia e Finlandia alla NATO non è una minaccia per Mosca, mentre le dichiarazioni di altri esponenti di rilievo del mondo politico-militare russo hanno agitato lo spettro dello scontro nucleare o di risposte simmetriche in arrivo. Di oggettivo c’è la fatica militare che i russi stanno facendo sul campo di battaglia ucraino. Questo indurrebbe a pensare che il conflitto non possa allargarsi in altre aree fuori dal Paese e soprattutto in territorio NATO, quantomeno ora.

Questa linea – quantomeno a livello di dichiarazioni – è stata esposta varie volte anche dal ministro degli esteri russo Lavrov che ha dichiarato come la Russia non voglia estendere il conflitto fuori dai confini ucraini. Altrettanto oggettiva è la considerazione che un'inclusione dei due Paesi scandinavi nella NATO, se concretizzata nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, andrebbe a complicare il quadro della sicurezza europea, già fortemente sotto pressione per la lunga guerra in atto in Ucraina. Come questo scenario nel quadrante nord-orientale dell’Alleanza Atlantica si svilupperà è presto per dirlo, ma è chiaro che si dovrà prestare attenzione all’area baltica, che nonostante le sue rigide temperature, potrebbe divenire un’altra zona calda dell'Europa e del globo.

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