Israele ha recentemente intensificato l'assedio agli oltre 2 milioni di residenti della Striscia di Gaza, dando seguito all'interruzione della fornitura di acqua, cibo ed energia con bombardamenti aerei prima e un un'invasione terrestre poi. Le più recenti immagini satellitari ci mostrano la devastazione nelle città e villaggi di Gaza dopo tre settimane di conflitto.
Attenzione: la questione israelo-palestinese è estremamente complessa e delicata e siamo consapevoli che ogni tipo di sintesi rischia di omettere informazioni; pertanto questo articolo va visto nell’insieme dei contenuti che abbiamo proposto e che proporremo nei prossimi giorni. Vi invitiamo quindi a non perderli: potete trovare tutto nella categoria Guerra Israele-Palestina del nostro sito. Sappiate che il nostro scopo è di far capire la situazione geopolitica con la massima neutralità e stimolare l’interesse per ulteriori approfondimenti.
Gli usi civili e militari delle immagini satellitari di un conflitto
Un'immagine satellitare è una fotografia scattata da un un sensore in orbita a centinaia di chilometri di altezza in grado di catturare e analizzare gli elementi posti sulla superficie terrestre. Lavorando in remoto, i satelliti risultano particolarmente utili per ricavare informazioni su aree poco sicure come le zone di guerra, dove talvolta rappresentano anche l'unica sorgente di informazione su cui possiamo fare affidamento.
Quali informazioni satellitari possono essere utili durante una guerra? Se consideriamo gli usi civili:
- la localizzazione delle zone danneggiate (per esempio colpite da bombe), fondamentale per capire quali sono le zone più colpite che quindi necessitano di aiuti;
- la localizzazione dell'assembramento di truppe e/o strutture militari via mare o via terra in preparazione a un'attacco.
A questo possiamo aggiungere gli utilizzi prettamente di ambito militare, in questo caso legati alle telecomunicazioni, ai sitemi di navigazione e, soprattutto, l'individuazione degli obietti da colpire tra le linee nemiche.
La risoluzione delle immagini satellitari varia dai 10 metri ai 30 metri nel caso di costellazioni gestite da enti pubblici (come la NASA o l'Agenzia Spaziale Europea, ESA), fino a meno di 1 metro nel caso delle flotte private (come nel caso di Planet o Maxar) su cui Google Earth fa affidamento.
Cosa mostrano le immagini satellitari del conflitto a Gaza
Gli esempi sottostanti sono alcuni esempi di come l'uso combinato di satelliti privati e pubblici ci forniscono un'idea più precisa di cosa sta succedendo a Gaza e dintorni.
La gran parte delle immagini, come nel caso sottostante, viene utilizzata per analizzare e localizzare le zone più colpite. In questo caso abbiamo scelto un'immagine a “falsi colori” (ossia in cui i colori sono ritoccati) per migliorarne l'interpretabilità ed esaltare le zone urbane, che dall'acquisizione del 7 ottobre (prima dell'inizio delle ostilità) diventano sensibilmente più grigie a causa dei detriti rilasciati dall'abbattimento degli edifici.
Sempre utilizzando un'immagine a ‘falsi colori', notiamo le aree esaltate in rosso e nero le decine di aree attaccate da Hamas il 7 ottobre. Questi pennacchi si riferiscono alle zone messe a fuoco a seguito degli attacchi avvenuti appena 5 ore prima il passaggio del satellite.
In vista dell'invasione via terra di Gaza del 27-28 ottobre, in prossimità di Reim possiamo notare l'apparizione di tanti puntini nell'immagine satellitare sottostante a soli 5 km dal confine con Gaza. La risoluzione satellitare non è tale da darci una certezza ma è probabile che si tratti di installazioni militari necessarie per l'invasione dato che uno dei tre punti di invasione passava per Reim, stando al New York Times.
Il bilancio dei danni finora
Nonostante i dati satellitari non siano stati ancora validati da osservazioni sul terreno, sono in grado di fornirci un bilancio provvisorio sui danni che al momento nessun'altra fonte può garantire. In base al confronto delle immagini satellitari realizzate in momenti diversi è possibile identificare le aree che sono cambiate maggiormente, per esempio per via di edifici danneggiati o distrutti durante i bombardamenti.
Al momento, tutte le ipotesi avanzate dai vari media si basano proprio su dati satellitari. Al 28 ottobre le Nazioni Unite stimano che più di 6.000 edifici sono andati distrutti ed almeno 38.000 dannegiati secondo il New York Times. Ciò significa che con essi oltre 170.000 unità abitative sono state colpite almeno parzialmente, quasi la metà di tutte le unità abitative presenti nella Striscia di Gaza.