L’Italia, come tutti gli Stati moderni, ha l’esigenza di tutelare la propria sicurezza dalle minacce interne ed esterne. Per tale ragione il governo, accanto alle normali forze di polizia, ha sempre avuto a disposizione organi deputati alla raccolta di informazioni e alle operazioni segrete: i servizi di intelligence o, appunto, servizi segreti. Già dopo la fondazione del Regno d’Italia, presso i ministeri e le forze armate furono istituiti degli uffici preposti alla raccolta e all’elaborazione delle informazioni.
Nel corso degli anni i servizi di intelligence hanno subito numerosi cambiamenti, ma è stata sempre mantenuta la distinzione tra servizi civili e militari. La riforma più significativa, avvenuta nel 1977, istituì due agenzie, Sismi e Sisde, una preposta allo spionaggio militare e una a quello civile. La distinzione è stata superata solo con la riforma promossa nel 2007, che ha creato due nuove agenzie, una per le operazioni e la raccolta di informazioni all’interno del territorio nazionale (Aisi) e una per l’estero (Aise).
L’intelligence nel Regno d’Italia
Quando fu costituito il Regno d’Italia, nel 1861, presso le forze armate e i corpi di polizia furono creati uffici preposti alla raccolta e all'elaborazione di informazioni sulle questioni relative alla sicurezza nazionale e all’organizzazione di operazioni segrete nell’interesse dello Stato.
Gli uffici di intelligence si occupavano prevalentemente di controspionaggio, cioè di scoprire e contrastare gli agenti dei servizi stranieri operanti in Italia (peraltro, nel 1889 fu introdotto nel codice penale il reato di spionaggio), mentre davano meno rilevanza ai compiti “offensivi”, cioè alla raccolta di informazioni su altri Paesi e le operazioni all’estero.
Mancava, inoltre, un efficace coordinamento tra gli uffici, in particolare tra quelli che facevano capo all’autorità militare e quelli civili. La distinzione persistette negli anni successivi, nonostante le numerose riforme e la creazione di nuove agenzie. Più specificamente, durante il regime fascista, in ambito militare fu costituito il Servizio informazioni militare (Sim); in ambito civile, invece, nacque una polizia segreta denominata Ovra, che si occupava soprattutto della repressione dell’antifascismo.
La Repubblica italiana e la strategia della tensione
Dopo la fondazione della Repubblica italiana gli apparati di sicurezza e i servizi di intelligence furono riformati. In ambito militare nel 1949 fu costituito il Servizio informazioni delle forze armate (Sifar), diventato Servizio informazioni della Difesa (Sid) nel 1966. In ambito civile il Ministero dell’interno nel 1948 istituì il suo Ufficio affari riservati. Le competenze dei due organi non erano perfettamente definite, anche perché entrambi operavano prevalentemente all’interno del territorio nazionale e non all’estero.
I servizi agivano in una situazione di forte tensione politica, provocata dalle ripercussioni della Guerra Fredda e dalla contrapposizione tra forze politiche filo-americane (in primis la Democrazia cristiana) e forze filo-sovietiche (soprattutto il Partito comunista). Le agenzie di intelligence effettuarono operazioni di spionaggio e schedatura dei cittadini vicini ai partiti di sinistra, violando le regole della democrazia.
Negli anni ’70 alcuni settori dei servizi furono probabilmente coinvolti, insieme a esponenti di estrema destra, nella “strategia della tensione”, cioè l’esecuzione di attentati per far apparire le istituzioni democratiche incapaci di tutelare l’ordine e, di conseguenza, favorire l’instaurazione di un regime dittatoriale. Si tratta però di vicende mai chiarite del tutto.
La riforma del 1977: Sismi e Sisde
Nel 1977 il governo riformò i servizi di intelligence, sciogliendo il Sid e creando due nuovi organi: il Servizio informazioni per la sicurezza militare (Sismi), alle dipendenze del Ministero della Difesa, e il Servizio informazioni per la sicurezza democratica (Sisde), alle dipendenze del Ministero dell’interno. La riforma non eliminò la divisione tra organi militari (Sismi) e civili (Sisde), ma istituì un ente, il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza, per coordinare le attività.
Anche il Sismi e il Sisde furono coinvolti in affari poco chiari e negli anni ’80 diversi loro dirigenti risultarono iscritti alla Loggia massonica P2, un’associazione segreta mirante a destabilizzare la Repubblica. Tra gli scandali più recenti, vi è stato il rapimento nel 2002 a Milano dell’imam Abu Omar. Il rapimento fu eseguito dalla CIA con il supporto dei servizi italiani, senza copertura legale.
La riforma del 2007 (Aisi e Aise) e la situazione attuale
Nel 2007 il governo Prodi ha emanato una nuova riforma, sostituendo il Sismi e il Sisde con due nuovi organi, l’Agenza italiana per la sicurezza interna (Aisi) e l’Agenzia italiana per la sicurezza estera (Aise). In tal modo è stata superata la divisione tra servizi militari e civili e i compiti sono stati suddivisi in maniera diversa: un’agenzia, l’Aisi, è preposta alla raccolta di informazioni e alle operazioni all’interno del territorio nazionale; l’altra, l’Aise, è competente per ciò che riguarda i Paesi stranieri, operando sia all’estero sia in Italia.
Il nostro Paese, in tal modo, ha seguito la prassi che si è affermata nella maggior parte dei Paesi occidentali, per esempio negli Stati Uniti, nei quali esiste un organo per la sicurezza interna, l’FBI, e uno per l’estero, la CIA (sebbene siano in funzione anche altri apparati di intelligence). Sia l’Aisi che l’Aise hanno il loro quartier generale a Palazzo Dante, situato nel rione Esquilino di Roma.
La riforma del 2007 ha posto i servizi di intelligence sotto un più stretto controllo, rispetto al passato, della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È stato creato, infatti, il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, che raggruppa Aisi, Aise e altri organi ed è posto alle dipendenze del Presidente del Consiglio.
L’Agenzia per la cybersicurezza (Acn)
L’innovazione più recente è la creazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), deputata a contrastare le minacce contro la Repubblica che provengono dal cyberspazio, come gli attacchi hacker ai siti istituzionali. L’Agenzia, creata nel 2021 dal governo Draghi, non è propriamente un servizio di intelligence, ma un ente che opera in sinergia con le forze di polizia e con i servizi segreti, assicurando il coordinamento delle attività in materia di sicurezza informatica.