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8 Aprile 2023
16:30

Il commercio del ghiaccio nel passato: come si conservava il cibo prima del frigorifero

In passato, prima dell'invenzione del frigorifero, il ghiaccio era un bene prezioso ma anche molto raro. Solo i più ricchi potevano usufruirne finché, nel XIX secolo, nacque l'industria del ghiaccio.

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Il commercio del ghiaccio nel passato: come si conservava il cibo prima del frigorifero
vendita ghiaccio passato

Prima che fosse inventato il frigorifero la conservazione dei cibi non era una questione banale e il ghiaccio era un elemento prezioso. Per migliaia di anni le società umane hanno pensato e trovato molti modi per raccogliere e conservare il ghiaccio, anche in estate, ma solo nel XIX secolo è diventato una vera e propria industria.

Il ghiaccio come bene di lusso prima del XIX Secolo

Il ghiaccio è sempre stato un bene di lusso, ma anche di estrema importanza per conservare i cibi più a lungo. Prima del XIX secolo era molto raro possedere e conservare del ghiaccio, e solo i più ricchi potevano permetterselo.

Le prime evidenze di utilizzo del ghiaccio risalgono all’età del bronzo (circa 4000 anni fa): le persone che abitavano la Mesopotamia recuperavano il ghiaccio che si trovava in natura, principalmente dalle montagne limitrofe. Su alcune tavolette di pietra antiche si trova scritto che questo ghiaccio veniva usato per bere durante i mesi estivi. Per conservarlo più a lungo costruirono delle strutture sotterranee di pietra chiamate ghiacciaie: questi edifici erano in grado di mantenere il ghiaccio al buio e al fresco, e quindi farlo durare di più.

Un’altra evidenza di utilizzo del ghiaccio si ha circa 2500 anni fa, nell’antica Persia, dove il ghiaccio veniva usato soprattutto per preparare dolci e bevande ghiacciate. In Persia il ghiaccio veniva conservato in particolari ghiacciaie, chiamate yakhchāl. Queste strutture avevano una grande camera sotterranea in cui veniva riposto il ghiaccio, e un alto tetto conico che permetteva all'aria calda di salire e uscire dalla parte superiore. In seguito, anche gli antichi romani usarono lo stesso metodo di conservazione del ghiaccio soprattutto per tenere al fresco le bevande durante i banchetti.

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Esempio di yakhchal, la ghiacciaia persiana

XIX Secolo. L’avvento dell’industria del ghiaccio

Con il passare dei secoli, tra i membri ricchi dell’élite europea il ghiaccio era un bene sempre più apprezzato. Solo nel XIX Secolo, grazie alla rivoluzione industriale e all’intuizione di un uomo di nome Frederic Tudor, quella del ghiaccio divenne una vera e propria industria. L’americano, conosciuto anche come il “re del ghiaccio”, si rese conto che si trattava di un prodotto molto richiesto dai ricchi dei paesi tropicali, dove il cibo si deteriorava velocemente.

Così, nel 1806, Tudor fondò la prima compagnia di commercio del ghiaccio e la sua idea fu un successo: nel New England (Stati Uniti) prelevava grandi blocchi di ghiaccio tagliati da stagni e laghi ghiacciati e li spediva ai Caraibi e nelle Indie, dove li vendeva a prezzi molto elevati. Inoltre, trasportava insieme anche frutta e verdura che così si mantenevano fresche. Negli anni '20 dell’800, la compagnia di Tudor da Boston faceva partire circa 2 milioni di kg di ghiaccio all'anno.

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Lavoratori tagliano blocchi di ghiaccio

Ghiaccio bene comune

Con il passare degli anni nacquero altre compagnie che recuperavano e vendevano ghiaccio, creando così concorrenza alla compagnia di Tudor. Il commercio del ghiaccio crebbe e divenne una delle attività più redditizie. Negli anni '40 del XIX secolo il ghiaccio, recuperato soprattutto dal New England e dalla Norvegia, arrivava quasi in tutto il mondo.

La concorrenza, insieme al miglioramento della tecnologia, permise di abbattere il costo del ghiaccio e renderlo più disponibile per le persone comuni. Fu una grande rivoluzione e influenzò molto le abitudini alimentari delle persone: permise di conservare i cibi freschi per lunghi periodi consentendone il consumo anche fuori stagione.

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Immagini che raccontano i momenti del commercio di ghiaccio a New York nel 1884

Commercio del ghiaccio in Italia

In Europa il commercio del ghiaccio si sviluppò in leggero ritardo rispetto agli Stati Uniti, diventando florido solo dagli anni '70 dell’800.  In quel periodo il ghiaccio, proveniente soprattutto dalla Svizzera e dalla Norvegia, riusciva a raggiungere grandi città come Londra e Parigi.

Negli stessi anni anche in Italia si sviluppò l’industria legata al ghiaccio. Il bacino principale da cui si recuperavano i blocchi di ghiaccio erano le Alpi, in particolare quelle piemontesi e valdostane. Il processo di estrazione del ghiaccio iniziava in inverno, quando il ghiaccio ad alte quote era più spesso e le temperature più basse.

Dai ghiacciai delle Alpi veniva tagliato in blocchi e caricato su delle slitte trainate da muli che lo trasportavano a valle. Qui il ghiaccio poteva essere venduto localmente da venditori ambulanti porta a porta, oppure caricato su treni e trasportato nelle città, dove era conservato nelle ghiacciaie cittadine fino alla stagione estiva, quando la domanda aumentava. A causa della morfologia delle montagne, la logistica era molto complessa, ma il ghiacciaio tagliato dalle alte quote del Monte Rosa riusciva ad essere venduto fino a Venezia.

commercio ghiaccio italia

Problemi del commercio del ghiaccio

Come ogni industria, anche quella del ghiaccio aveva dei problemi, tra cui l’impatto ambientale. Il processo di estrazione del ghiaccio dagli stagni e dai laghi, ma soprattutto la necessità di avere delle infrastrutture per il trasporto, in alcune aree causò sia una notevole deforestazione sia una consistente erosione del terreno.

Un altro problema importante per il commercio del ghiaccio era il trasporto stesso. Nonostante lo si trasportasse soprattutto in inverno, cercando di isolarlo il più possibile dal calore esterno, il trasporto su carri, su navi o su treni per farlo giungere nelle città richiedeva molto tempo ed esponeva i blocchi a temperature troppo elevate. Per questa ragione la maggior parte del ghiaccio prelevato fondeva durante il trasporto e solo circa il 20-25% riusciva ad arrivare a destinazione per essere venduto.

Il più grave problema per l’industria del ghiaccio però arrivò negli anni '50 del 900, quando un nuovo elettrodomestico divenne un bene accessibile quasi a tutti: il frigorifero. In quegli anni i frigoriferi domestici diventarono sempre più diffusi, e ciò rese non più conveniente la costosa industria del ghiaccio.

L’avvento del frigorifero portò quindi al drastico declino del commercio del ghiaccio naturale e molte aziende chiusero i battenti; tuttavia, alcune sono riuscite ad adattarsi alle nuove tecnologie e rimanere in attività, concentrandosi sulla vendita di ghiaccio per usi e ambiti specifici e tenendo in vita il commercio del ghiaccio (artificiale).

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