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3 Settembre 2024
14:20

Il congresso di Vienna del 1814-15, che diede avvio alla Restaurazione e all’età contemporanea

Il congresso di Vienna del 1814-15 diede avvio al periodo della Restaurazione. I diplomatici riuniti nella capitale austriaca cercarono di restaurare l’assetto dell’Europa precedente alla Rivoluzione francese e a Napoleone, ma non poterono annullare del tutto i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni.

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Il congresso di Vienna del 1814-15, che diede avvio alla Restaurazione e all’età contemporanea
congresso di vienna

Il Congresso di Vienna fu una conferenza che si tenne nel Castello di Schönbrunn, nella capitale dell'allora Impero austriaco. Si aprì l'1 novembre 1814 e terminò il 9 giugno 1815. Fu convocato per discutere del riassetto territoriale e politico dell’Europa dopo la Rivoluzione francese e l’epopea di Napoleone. Al Congresso parteciparono i rappresentanti di numerosi Stati europei, ma le decisioni più importanti furono prese da quattro potenze : Austria, Russia, Prussia e Regno Unito. Il Congresso stabilì due principi fondamentali, quello di equilibrio e quello di legittimità, dando avvio al periodo della Restaurazione, nel quale le monarchie europee cercarono di annullare i cambiamenti avvenuti dalla Rivoluzione francese in avanti. I delegati riuniti a Vienna non si resero conto che alcuni mutamenti erano irreversibili, ma riuscirono a definire i rapporti internazionali in maniera da assicurare al continente un lungo periodo di pace. Il Congresso di Vienna è talmente importante che, secondo la suddivisione tradizionale delle epoche storiche, segna il passaggio dall’età moderna all’età contemporanea.

Cosa fu il Congresso di Vienna e chi partecipò?

Il Congresso di Vienna fu convocato per discutere l’assetto dell’Europa dopo gli sconvolgimenti provocati dalla Rivoluzione francese, dalle campagne di Napoleone e in seguito al Primo Trattato di Parigi, firmato il 30 maggio 1814 dopo l'esilio di Bonaparte all'Elba. I lavori si aprirono il primo novembre 1814 al Castello di Schönbrunn.

Il castello di Schõnbrunn (credits Diego Delso)
Il castello di Schõnbrunn (credits: Diego Delso)

Erano rappresentati tutti i principali Paesi europei, ma le decisioni più importanti furono prese dalle quattro potenze che erano state più attive nelle guerre contro Napoleone e che ne erano di fatto uscite vincitrici:

  • l’Austria, rappresentata dal ministro di Stato (e futuro cancelliere) Klemens Lothar, principe di Metternich;
  • la Prussia, rappresentata dal cancelliere Karl August von Hardenberg;
  • la Russia, rappresentata dallo zar Alessandro I e dal ministro degli esteri Karl Nesselrode;
  • il Regno Unito, rappresentato prima dal ministro degli esteri Lord Castlereagh, poi dal Duca di Wellington e infine dal Conte di Clancarty.

Era presente anche la Francia, rappresentata da Charles-Maurice de Talleyrand, che era stato ministro degli esteri di Napoleone ma in seguito era passato dalla parte dei Borbone.

Caricatura dei protagonisti
Caricatura dei protagonisti

Lo svolgimento dei lavori e il ritorno di Napoleone

La maggior parte delle decisioni fu presa in incontri ristretti. L’unica riunione plenaria del Congresso fu quella convocata per sottoscrivere l’Atto finale.

I lavori non si interruppero nel marzo 1815, quando giunse la notizia che Napoleone era fuggito dall’Elba e aveva riconquistato il trono francese. Le potenze riunite a Vienna organizzarono una coalizione per attaccare la Francia, rifiutando le proposte di pace, e continuarono i lavori congressuali. Il Congresso si chiuse il 9 giugno con la sottoscrizione dell’Atto finale, che raccoglieva i trattati stipulati in precedenza in riunioni ristrette. L’Atto fu firmato nove giorni prima della battaglia di Waterloo, che sancì la definitiva sconfitta di Napoleone e consentì di applicare le decisioni del Congresso.

Per l’epoca, il Congresso era fortemente innovativo: fino ad allora le trattative diplomatiche erano sempre avvenute mediante scambi di note e incontri bilaterali; a Vienna fu convocato per la prima volta un vertice con i delegati di tutti i Paesi interessati dalle decisioni. I diplomatici, però, non si dedicarono solo alla politica: a margine dei lavori congressuali, furono organizzate numerosissime feste e balli.

Il congresso in un dipinto di J-B Isabey
Il congresso in un dipinto di J–B Isabey

Le decisioni principali del Congresso di Vienna

Il Congresso di Vienna stabilì due principi fondamentali:

  • Il principio di equilibrio, in base al quale nessuno Stato europeo doveva acquisire una posizione di supremazia sugli altri.
  • Il principio di legittimità, in base al quale i sovrani spodestati durante la rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano diritto a tornare sul trono. In Francia, per esempio, fu ripristinata la monarchia dei Borbone. Tuttavia il principio non fu applicato perfettamente.

I mutamenti territoriali

Il Congresso ridisegnò la carta dell’Europa, recependo alcune modifiche decise dai trattati sottoscritti dopo la sconfitta di Napoleone. Tra i cambiamenti più importanti, va ricordata la fondazione del Regno dei Paesi Bassi (che comprendeva anche il Belgio), per fungere da cuscinetto tra Francia e confederazione germanica. Inoltre, la Francia perse tutti i territori conquistati da Napoleone, la Russia si espanse in Occidente, annettendo la Finlandia e parte del Ducato di Varsavia, la Polonia fu definitivamente smembrata, cessando di esistere come Stato, e in Germania fu creata una confederazione di 39 entità politiche.

L'Europa dopo il congresso di VIenna (credits Alexander Altenhof)
L’Europa dopo il congresso di VIenna (credits: Alexander Altenhof)

Anche la Penisola italiana restò divisa in vari Stati, ma non furono ripristinate tutte le entità politiche esistenti prima di Napoleone. Per esempio, la Repubblica di Venezia, ceduta all’Austria nel 1798, non fu rifondata.

L'Italia dopo il congresso di Vienna (Credits bramfab)
L’Italia dopo il Congresso di Vienna (credits: bramfab)

Le conseguenze del Congresso di Vienna

Il Congresso di Vienna ha ricevuto molte critiche, sia all’epoca dei fatti, sia dalla storiografia, perché si dimostrò incapace di accettare i mutamenti ai quali la società europea stava andando incontro. Gli aristocratici riuniti a Vienna non si rendevano conto che i principi di libertà e uguaglianza affermati dalla rivoluzione francese non potevano essere completamente soppressi e che non si poteva più ignorare l’idea di nazione, in base alla quale ogni popolo aveva diritto a costituire un proprio Stato. Non a caso, nell’Ottocento ebbero luogo numerosi moti rivoluzionari di matrice liberale e nazionale.

Dal punto di vista geopolitico, però, il Congresso garantì un lungo periodo di pace: l’assetto territoriale stabilito a Vienna, nonostante alcuni mutamenti come l’unificazione dell’Italia e della Germania, collasserà solo con la Prima Guerra Mondiale.

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