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4 Gennaio 2024
14:10

Il G7 sfida la Cina: una ferrovia potrebbe portare i minerali africani sui mercati occidentali

Il G7 a guida americana punta a connettere con una ferrovia le terre rare del Congo e il rame dello Zambia ai mercati occidentali, sfidando la Cina in Africa, dove è incredibilmente attiva. Riuscirà nel suo intento?

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Il G7 sfida la Cina: una ferrovia potrebbe portare i minerali africani sui mercati occidentali
lobito competizione usa cina

Stati Uniti e Cina sono le principali superpotenze del Pianeta e si sfidano in molte aree del mondo. Tra queste c'è un luogo apparentemente insolito: la città di Lobito, situata sulla costa dell'Angola, in Africa. Lobito ha circa 400.000 abitanti ed è stata fondata nel 1843 dai colonialisti portoghesi. Già allora questi ultimi l'avevano dotata di una ferrovia che collega la città alla Repubblica Democratica del Congo (RDC). Ecco il motivo dell'interesse nei suoi confronti: anche se poco conosciuta, Lobito ha una posizione strategica che la rende, almeno potenzialmente, il punto di collegamento tra le miniere congolesi (ad esempio di coltan), quelle dello Zambia e l’oceano Atlantico (con i mercati occidentali come destinazione finale). Per capire come si è arrivati a questo punto, però, dobbiamo fare un passo indietro.

Il G7 contro le Nuove Vie delle Seta

Nel 2013 il governo cinese ha lanciato il progetto della Belt and Road Initiative (BRI), noto anche con il nome di Nuove Vie della Seta. Questa iniziativa si basa sullo sviluppo di infrastrutture per collegare il mercato cinese ai mercati dei Paesi interessati dal passaggio delle Nuove Vie della Seta. Tra accordi di cooperazione e investimenti infrastrutturali di vario tipo, sono più di 150 i Paesi che hanno deciso di aderire al progetto cinese e di consolidare i propri rapporti con Pechino, tra cui vari Stati africani. Questo ha messo in allarme gli USA che vedono nella BRI una minaccia per il proprio primato mondiale.

Mappa nuove vie della seta
Mappa delle direttrici commerciali del progetto delle Nuove Vie della Seta.

In risposta al progetto cinese, al vertice del G7 di giugno 2022 le 7 economie di stampo occidentale più ricche del mondo hanno lanciato la Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII), un'iniziativa che prevede il finanziamento di progetti infrastrutturali da realizzare nelle economie emergenti, finanziato dai Paesi del G7 e a cui hanno aderito per il momento 15 Stati. Nonostante i membri del G7 non vogliano definire la PGII come una risposta alle Nuove Vie della Seta, la somiglianza tra le due iniziative è abbastanza significativa. Infatti, proprio come la BRI, la PGII si basa sulla combinazione di investimenti pubblici e privati per favorire lo sviluppo industriale. È in questo contesto che entra in gioco il Corridoio di Lobito.

Il corridoio di Lobito

Il corridoio di Lobito è il progetto del potenziamento e del prolungamento di una linea ferroviaria che parte dalla Repubblica Democratica del Congo e termina al porto di Lobito, in Angola, passando per lo Zambia. Il progetto si divide in due interventi fondamentali: il primo è il miglioramento della rete ferroviaria del Benguela (restaurata nel 2014 dalla Cina) che già adesso connette Lobito alla città di Kolwezi in Congo. Il secondo è il prolungamento della rete fino a Lumumbashi (sempre in Congo) e da questa verso la regione del Copperbelt ("Cintura del Rame") in Zambia. Tramite questa infrastruttura le materie prime prodotte in questi due Paesi (Repubblica Democratica del Congo e Zambia) potranno facilmente raggiungere le coste dell'Angola sull’Oceano Atlantico e da qui i mercati occidentali di Stati Uniti ed Europa.

Il valore strategico di questo progetto è accresciuto dai processi di transizione digitale ed ecologica attualmente in corso. Infatti, sia le terre rare prodotte in Congo (come il cobalto) che il rame prodotto nello Zambia sono materie prime cruciali per la produzione di beni fondamentali per la transizione digitale ed ecologica, dai pannelli fotovoltaici alle auto elettriche. In questo contesto il corridoio di Lobito è diventato per molti il progetto simbolo della PGII in Africa e dei tentativi di Washington di rispondere all’ascesa della Cina nel continente.

corridoio lobito
Carta con il tracciato principale del Corridoio di Lobito. Credits: Google Maps modificata da Geopop.

Le incognite

Sulla carta il Corridoio di Lobito è un progetto capace di cambiare in modo sensibile gli equilibri nella competizione tra Washington e Pechino in Africa, ma per portare a compimento questi obiettivi si dovranno superare diversi ostacoli. Il primo è quello dello scetticismo dei Paesi africani, che temono che questa infrastruttura non porti loro nessun vero beneficio sul piano economico e sul piano della creazione di posti di lavoro. Il secondo è quello dello studio di fattibilità: anche se i paesi del G7, così come i governi di Repubblica Democratica del Congo, Zambia e Angola, sono convinti del potenziale del progetto dal punto di vista ingegneristico, il Corridoio di Lobito è un’opera molto complessa da realizzare. Si tratta, infatti, di una ferrovia elettrificata che si deve sviluppare per centinaia di chilometri e che di conseguenza potrebbe non essere realizzabile così come immaginata dai suoi finanziatori. Questi nodi dovranno essere sciolti in poco tempo, dato che, secondo quanto dichiarato dai membri del G7, il progetto del Corridoio di Lobito dovrà essere ultimato entro 5 anni.

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