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16 Gennaio 2025
12:30

Il rinoceronte bianco settentrionale è funzionalmente estinto: perché e cosa si sta facendo

Il rinoceronte bianco settentrionale, una sottospecie del rinoceronte bianco un tempo diffuso in Africa centrale, è stato per anni vittima di bracconaggio per il suo prezioso corno. Dichiarato estinto in natura nel 2018 dopo la morte dell'ultimo maschio, oggi è protagonista di un progetto di riproduzione assistita che offre nuove speranze per salvare questa sottospecie.

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Il rinoceronte bianco settentrionale è funzionalmente estinto: perché e cosa si sta facendo
Rinoceronte bianco estinzione

Quando nel 2018, in una riserva in Kenya è morto Sudan, l'ultimo esemplare maschio di Rinoceronte bianco settentrionale, tutto il mondo ha conosciuto la sua storia e questa specie è diventata un’icona mondiale della conservazione della natura. Il Rinoceronte bianco è uno dei così detti “Big Five” insieme al leone, l’elefante, il bufalo e il leopardo, fa parte cioè dei cinque grandi mammiferi simbolo della savana africana. E’ presente in Africa con due sottospecie: il Rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni) e il meridionale (Ceratotherium simum simum) e per anni è stato vittima del bracconaggio per via del suo corno. La sottospecie settentrionale è stata dichiarata estinta in natura, ma a partire dal 2015, è diventata protagonista di uno straordinario esperimento di riproduzione assistita con l’utilizzo di una linea di cellule staminali. Salvare questa specie decisamente carismatica è importante per l’animale in sé, ma anche per il ruolo ecologico che riveste nel modellare e conservare il paesaggio della savana.

Caratteristiche, habitat e ruolo ecologico del rinoceronte bianco

Il rinoceronte bianco è una delle 5 specie di rinoceronti esistenti al mondo.  E’ comunemente noto come bianco, non per la colorazione del mantello che è grigiastra, ma per una errata interpretazione della parola wyd, che nella lingua afrikaans in Sudafrica significa “dalla bocca larga”, ma è stata tradotta erroneamente con il termine inglese white, bianco.
E’ un animale davvero imponente visto che può pesare da oltre 14 a circa 36 quintali e ha una lunghezza fra i 3,4 e 4 metri; queste dimensioni lo rendono il più grande fra i rinoceronti. Presenta due corni e quello anteriore può raggiungere in alcuni casi anche i 170 cm di lunghezza, visto che si allunga durante tutta la vita dell'animale. Gli esemplari sono piuttosto longevi, possono vivere anche oltre 40 anni e raggiungono tardi la maturità sessuale che arriva nei maschi tra i 10 e i 15 anni e nelle femmine tra i 6 e gli 8 anni, quando sono in grado di partorire per la prima volta. Anche la gestazione è molto lunga e dura ben 16 mesi.

Rinoceronte bianco a rischio

Il Rinoceronte bianco abita la Savana e le grandi praterie africane, in gruppi familiari composti da femmine adulte con giovani e sub adulti che si spostano insieme nutrendosi di varie specie erbacee e foglie. Riescono a selezionare quelle più nutrienti durante la stagione delle piogge, mentre nei periodi aridi si adattano a mangiare anche specie meno energetiche. Per le sue dimensioni rientra nella categoria dei “Mega erbivori”, ovvero quelli con stazza uguale o superiore ai 1.000 kg. Per la quantità di vegetazione che mangia e per il continuo calpestio con le pesanti zampe è definito un vero e proprio ingegnere del territorio visto che è in grado di modificare la struttura e la composizione della vegetazione di un luogo al livello di paesaggio. In questo modo inoltre, come ogni grande erbivoro, riduce anche il rischio di incendi nel territorio in cui vive.

Il corno e la minaccia dei bracconieri

Il corno è stato la  causa della sua drammatica persecuzione: per secoli il rinoceronte è sempre stato cacciato, in passato legalmente, ma ormai da anni illegalmente per il suo corno, oggetto prezioso per il commercio internazionale. Molto ricercato nel sud-est asiatico per l'uso nella medicina cinese e a scopo ornamentale per realizzare monili, manici di armi da taglio. Nella caccia sono ambiti esemplari dal corno più lungo, tanto che in base ad uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell'università di Helsinki, la continua selezione operata dai cacciatori ha portato oggi ad avere maggior frequenza di esemplari con il corno più corto, ma meno adatti all’ambiente in cui vivono.

Commercio corno rinoceronti

Dal 1977 i Rinoceronti rientrano fra le specie elencate nella convenzione di Washington sul controllo del commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (detta CITES) e tutto il commercio di rinoceronti e dei loro prodotti è stato vietato.

Perché la sottospecie settentrionale è considerata funzionalmente estinta

La sottospecie settentrionale Norther white rhinos (NWR) era originariamente distribuita in varie regioni a sud del Sahara  L’impatto del bracconaggio sulla sottospecie settentrionale, è stato decisamente più grave. Nel 1960 gli esemplari complessivi erano circa 2.360. L’ultima popolazione selvatica sopravvissuta in un Parco Nazionale della Repubblica Democratica del Congo diminuì rapidamente sotto la pressione dei bracconieri fino ad arrivare a poche unità stimate nel 2006. Nel 2009 quattro degli ultimi rinoceronti bianchi settentrionali rimasti al mondo, Najin, Fatu, Sudan e Suni, sono stati trasferiti nella Riserva di Ol Pejeta in Kenia controllata dalla sicurezza armata 24 ore su 24. Un tentativo di accoppiamento non ebbe buon esito e alcuni controlli veterinari dimostrarono che le due femmine sopravvissute non erano in grado di riprodursi naturalmente. Quando il 19 marzo 2018  morì Sudan, l’ultimo esemplare maschio, la sottospecie è stata dichiarata funzionalmente estinta in natura dal IUCN. Attualmente sono sopravvissute solo due femmine  e rappresentano l'ultima speranza per questa sottospecie.

Rinoceronte bianco e cucciolo

Il Progetto BIORESCUE per il recupero del rinoceronte bianco settentrionale

Nel luglio del 2018 è stata avviata una ricerca internazionale rivoluzionaria, il progetto BioRescue, coordinato dal Leibniz Institute di Berlino e che vede fra i partners anche  il Dipartimento di biomedicina comparata e alimentazione dell'Università di Padova. Il Rinoceronte bianco settentrionale potrà essere salvato grazie all'applicazione di tecnologie avanzate di riproduzione assistita (aART): con il recupero di ovuli immaturi (ovociti) dalle ovaie delle due femmine donatrici sopravvissute (OPU), fecondazione in vitro (FIV) con spermatozoi di maschi ormai estinti congelati prima della loro morte e successivo trasferimento degli embrioni prodotti in laboratorio in madri surrogate di rinoceronte bianco meridionale adatte per portare a termine la gestazione. Ad oggi il consorzio BioRescue è arrivato a produrre un totale di 35 embrioni con questa tecnica, attualmente congelati in attesa di un trasferimento in una madre di rinoceronte bianco meridionale.  Per questo l'8 gennaio scorso il consorzio ha ricevuto anche un prestigioso premio internazionale a Liverpool.

Inoltre, l'università di Osaka sta tentando di produrre ovuli e spermatozoi a partire da cellule staminali di rinoceronte bianco settentrionale, ottenute prelevando cellule cutanee da un rinoceronte per poi farle regredire allo stadio di staminali tramite un delicato processo chimico.

Il rinoceronte bianco Meridionale è ancora sotto monitoraggio

Per quanto riguarda invece la sottospecie meridionale, Southern white rhino (SWR), endemica del Sudafrica, era sull'orlo dell'estinzione alla fine del XIX secolo. Dopo decenni di progetti di conservazione e di traslocazione di esemplari nei principali Parchi Nazionali africani, fra cui il famoso parco Kruger in Sudafrica, alla fine del 2012 era evidente un recupero della popolazione. La crescita soddisfacente registrata fino al 2012 è rallentata negli ultimi dieci anni a causa di nuovi incrementi del bracconaggio e di recenti periodi di grave siccità. In ogni modo, anche se resta “un sorvegliato speciale” secondo il rapporto 2020 dell’Unione Internazionale per la conservazione della Natura (IUCN) la sottospecie è classificata come quasi minacciata, quindi può considerarsi a rischio moderato.

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