Il Sudan del Sud è lo Stato più giovane del mondo

Veder nascere nuovi Stati non è proprio una cosa di tutti i giorni. In alcuni casi può capitare che piccole comunità proclamino la propria indipendenza e rivendichino per sé un territorio ben definito. Queste comunità, tuttavia, non sempre godono del riconoscimento dell’ONU. In altri casi, invece, i Paesi compiono un percorso “regolare” e riconosciuto a livello internazionale, riuscendo a ottenere una propria autonomia a tutti gli effetti. Questo è il caso del Sudan del Sud, lo Stato più giovane del mondo, nato in Africa nel 2011 dopo essersi distaccato dal Sudan in seguito a due sanguinose guerre civili. Il Paese non ha alcuno sbocco sul mare e si trova in Africa centro-orientale. Scopriamo le sue caratteristiche in questo articolo.

Il Paese più giovane del Pianeta

Il Sudan del Sud è riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (di cui oggi fa parte) come lo Stato più “giovane”, cioè quello nato più di recente. Ha ottenuto infatti la propria indipendenza dal Sudan nel 2011 e, oltre ad aver aderito all’ONU, è oggi parte anche dell’Unione Africana, organizzazione di stampo sovranazionale che comprende i più di cinquanta Stati del continente. Il Sudan del Sud si è impegnato anche a sottoscrivere le Convenzioni di Ginevra, un insieme di trattati che costituiscono la base dei diritti umanitari, internazionali e non, delle vittime di guerra, sia militari sia civili.

La geografia del Sudan del Sud

Il Sudan del Sud, ufficialmente Repubblica del Sudan del Sud, è uno Stato dell’Africa centro-orientale senza sbocco sul mare. Confina con Sudan, Etiopia, Kenya, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana. Il territorio è caratterizzato da ampie pianure e altopiani, per lo più ricoperti da foreste tropicali (il Paese si trova infatti poco sopra la linea dell’Equatore), vaste praterie e zone paludose.

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Lo Stato è oggi a tutti gli effetti una repubblica presidenziale federale che comprende al suo interno dieci Stati federati (wilaya) inglobati in tre diverse province (mudiriya): Bahr al-Ghazal (la provincia nord-occidentale), Alto Nilo (la provincia nord-orientale) ed Equatoria (la provincia meridionale).

Con una popolazione di poco meno di 11 milioni di abitanti, il Sudan del Sud è uno dei Paesi meno popolosi dell’Africa e la piccola capitale Giuba comprende oggi poco più di 500 000 persone. La lingua ufficiale del Paese è l’inglese, ma si parlano anche l’arabo e lingue e dialetti subsahariani, e la moneta è la sterlina sudanese, eredità del passato coloniale del Sudan sotto la dominazione britannica.

La storia recente e l'indipendenza

La storia del Sudan e del Sudan del Sud è lunga e tormentata e ha assistito alla dominazione da parte di potenze straniere e a innumerevoli conflitti interni di natura etnica e politica. Dal secondo dopoguerra fino ai primi anni del Duemila sono state combattute due violente guerre civili tra l'attuale Sudan (allora semplicemente la parte nord del Sudan), a maggioranza musulmana, e l'attuale Sudan del Sud (allora la parte meridionale del Sudan), a maggioranza cristiana e animista.

Il Sud era armato dall’ELPS, l’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan e supportato da un equivalente movimento politico. Decenni di conflitti hanno causato la morte di due milioni e mezzo di persone e più del doppio sono fuggite a causa delle violenze, della povertà estrema e delle persecuzioni.

L’Accordo di Naivasha del 2005 ha posto fine alla guerra civile e, nel gennaio del 2011, i cittadini dell’attuale Sudan del Sud sono stati chiamati a votare un referendum per l’indipendenza del Paese, che ottenne quasi il 99% dei consensi. Da poco più di un decennio, quindi, il Sudan del Sud è uno Stato indipendente e riconosciuto.

Attriti col Sudan e altre problematiche

Tra Sudan e Sudan del Sud persistono ancora tensioni di natura politica ed economica e alcune aree di confine sono ancora contese. Inoltre il Sudan del Sud, con più di 50 tribù, è ancora lontano dal raggiungere una vera e propria unità nazionale: tra il 2013 e il 2020 è infatti scoppiato un ulteriore conflitto, in cui gli esponenti di due diverse etnie (dinka e nuer) si sono scontrati violentemente per il controllo dello Stato appena costituito. Il tragico bilancio della guerra civile sudsudanese conta quasi 400 mila vittime e diversi milioni di profughi.

Oggi, in molte aree del Sudan del Sud la popolazione vive ancora in condizioni drammatiche. La povertà estrema e la mancanza di infrastrutture e servizi sono problematiche ampiamente diffuse e a cui si aggiungono malnutrizione, preoccupanti condizioni igienico-sanitarie, epidemie di malattie endemiche, come la malaria, infezioni dovute all’acqua contaminata, frequenti soprusi, violazioni dei diritti umani e violenze sessuali.