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18 Aprile 2024
10:00

Perché ci sudano le mani quando siamo spaventati?

Le mani ci sudano in situazioni di rischio per una risposta automatica dell'organismo che coinvolge l'amigdala, l'ipotalamo e il sistema nervoso simpatico. Esiste però un meccanismo più complesso che ci fa sudare le mani quando osserviamo azioni rischiose compiute da altri e coinvolge i neuroni specchio.

A cura di Joel Baldo
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Perché ci sudano le mani quando siamo spaventati?
Perché ci sudano le mani

Di fronte a situazioni di pericolo, rischio e potenziali minacce il nostro organismo attiva una serie di risposte automatiche che ci preparano rapidamente ad affrontare il contesto di pericolo tramite la lotta o la fuga. Tra le varie reazioni che il corpo mette in atto, c'è l'aumento della sudorazione che ci prepara allo sforzo fisico imminente. Quindi quando siamo tesi o spaventati non ci sudano solo le mani: aumenta la sudorazione del corpo in generale. La sudorazione delle mani però è particolare perché può avvenire anche se non siamo noi a trovarci in una situazione di pericolo: può succedere per esempio quando guardiamo un film thriller e ci immedesimiamo nel protagonista di una scena carica di tensione. Questa reazione fisica tra noi e il protagonista nasconde meccanismi psicologici e neurologici complessi che riflettono l'evoluzione delle nostre risposte empatiche e di sopravvivenza. Esiste infatti un meccanismo “specchio” cablato nel nostro cervello che ci impone di provare ciò che sembra provare un nostro simile che stiamo osservando.

Perché lo spavento ci fa sudare le mani

In presenza di pericoli si attiva nel nostro cervello l’amigdala, che a sua volta attiva l’ipotalamo e quindi il sistema nervoso simpatico, che fa parte del sistema nervoso autonomo. Come suggerisce il nome, l’attività di questo particolare sistema neurale è fuori dal nostro controllo volontario.

L’innervazione simpatica propaga un segnale elettrochimico che innesca tutte quelle risposte fisiologiche che associamo alla reazione attacco/fuga. Il motivo per cui finiscono per sudarci le mani è che le terminazioni nervose del sistema simpatico, percorrendo la spina dorsale, arrivano alle ghiandole sudoripare, oltre che al cuore e ai polmoni e da molte altre parti.

Se colleghiamo ciò al contesto di pericolo, l’attivazione simpatica ci sta preparando a combattere con tutte le nostre forze, o a scappare il più velocemente possibile; il nostro corpo ha bisogno di sudare per abbassare la temperatura che il nostro cervello prevede che diventerà alta per via dello sforzo enorme che stiamo per fare.

paura

Ma perché ci sudano anche se in pericolo non siamo noi ma qualcun altro?

Quando vediamo qualcuno impegnato in un'attività rischiosa, il nostro cervello attiva inconsciamente un processo di immedesimazione. Questo processo è messo in atto da una classe di neuroni che hanno delle particolarità sorprendenti, i “neuroni specchio”.

Questi neuroni si attivano quando un soggetto osserva un altro soggetto eseguire un’azione, riproducendo il pattern neurale di chi sta fisicamente eseguendo l’azione. Più semplicemente, il nostro cervello riproduce internamente le azioni che osserviamo, attivando a cascata le sensazioni ed emozioni conseguenti, permettendoci di "sentire" una parte dell'esperienza altrui simulandola sul nostro stesso corpo. Molti studiosi, tra cui Vittorio Gallese (membro del team di Parma che scoprì i neuroni specchio negli anni ’90), vedono in questo circuito la base neurale dei processi di empatia.

Questa esperienza di immedesimazione parte quindi dall’osservazione delle azioni che poi innescano il sistema limbico, responsabile delle nostre emozioni, che risponde aumentando l'ansia o la paura, riflettendo i sentimenti che potremmo provare se fossimo noi stessi a compiere l'azione rischiosa.

In risposta a queste emozioni, il sistema nervoso autonomo attiva il meccanismo di lotta o fuga, incrementando la produzione di sudore tramite le ghiandole sudoripare. Questo non solo aiuta a raffreddare il corpo, ma potrebbe aver avuto, in contesti evolutivi, la funzione di rendere la pelle più scivolosa, difficile da afferrare, in situazioni di pericolo.

Il vantaggio di provare le esperienze altrui senza viverle direttamente

La ricerca ha mostrato che individui con livelli più alti di empatia tendono a manifestare una maggiore attivazione fisiologica in risposta alla visione di persone in situazioni stressanti. Pertanto, la sudorazione potrebbe essere anche un indicatore indiretto della nostra capacità di connetterci emotivamente con gli altri.

La sudorazione delle mani mentre osserviamo azioni spericolate può essere vista come una finestra sulle nostre primitive reazioni di sopravvivenza e sul profondo legame empatico che condividiamo con gli altri esseri umani, che ci permette di provare il pericolo sulla nostra pelle senza esserne esposti direttamente.

empatia emozioni

Essere connessi da un sistema neurale apposito ci permette di imparare non solamente dall’esperienza nostra ma anche da quella dei nostri conspecifici, e ci dona capacità elevate di imitazione, rilevamento del pericolo e di comprensione delle situazioni in cui un’altra persona ha bisogno di aiuto.

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