
L'INGV ha ricalcolato l'intensità della forte scossa che ha colpito i Campi Flegrei nella notte del 13 marzo 2025 alle 1:25: inizialmente la magnitudo era stata misurata a 4.4, ma il valore presentato nel bollettino settimanale emesso oggi dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è di 4.6, con un'incertezza di 0.3. Nel bollettino si legge che il sisma del 13 marzo mostra «la maggiore magnitudo da quando si dispone di dati strumentali». L'informazione è confermata anche dal sito dell'INGV nella pagina dedicata ai terremoti. Inoltre, secondo una nota diffusa dall'INGV il 19 marzo in seguito al ricalcolo della magnitudo, il sisma registrato sarebbe stato composto in realtà «da due terremoti distinti, con arrivi delle onde sismiche estremamente ravvicinati». Questo potrebbe avere contribuito a rendere così alta – relativamente alla media flegrea – la magnitudo complessiva dell'evento sismico.
Non è insolito che l'INGV aggiorni i valori calcolati per le magnitudo dei sismi: anzi, è una prassi assolutamente normale. Questa variazione però ha un significato particolare, perché – al netto della fisiologica incertezza strumentale della misurazione – renderebbe quella scossa la più intensa mai registrata in epoca strumentale, quindi negli ultimi 40 anni circa, superando anche se di poco il sisma di magnitudo 4.4 che colpì i Campi Flegrei il 20 maggio 2024.
Va detto comunque che questa variazione non altera il quadro geologico complessivo dell'area flegrea, in cui al momento ci troviamo nella fase acuta di una crisi bradisismica, con una sismicità significativa ma senza segnali di un'imminente eruzione vulcanica.
Ce lo conferma anche l'ultimo bollettino settimanale dell'INGV, che copre la settimana dal 10 al 16 marzo e conferma una velocità di sollevamento del suolo di circa 30 millimetri al mese dal 15 febbraio (in aumento dai mesi precedenti, che avevano registrato una media di 10 millimetri al mese) oltre che un leggero aumento della temperatura delle emissioni dalla fumarola principale di Pisciarelli (97 °C contro i 96 °C misurati nella settimana precedente). Secondo il bollettino, «non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine».
Insomma, nonostante l'intensità della scossa del 13 marzo e dello spavento e dei danni che ha provocato, questo terremoto non va considerato come il segnale premonitore di qualcosa di grosso che avverrà nell'immediato futuro ai Campi Flegrei.