Il 31 ottobre 2002 alle ore 11:33 un terremoto di magnitudo (Mw) 5.7 colpì il Molise. La scossa, profonda circa 10 km, fece registrare l'epicentro in prossimità dei comuni di Bonefro e San Giuliano di Puglia (CB), a circa 25 km dal capoluogo molisano Campobasso. I danni furono ingenti: si registrò un VII-VIII grado della scala Mercalli (MCS) e in quell'occasione 30 persone persero la vita, per la maggior parte bambini a causa del crollo della scuola Francesco Jovine. A queste vittime si aggiunsero presto anche 100 feriti e 2925 sfollati.
Nella stessa giornata si registrarono altri due sismi che raggiunsero il V grado Mercalli. Il giorno seguente avvennero altre scosse in mattinata, e alle 16:09 la terra tremò nuovamente a soli 10 km di distanza, in prossimità del comune di Provvidenti, a causa di una nuova scossa di magnitudo 5.7.
Studi successivi sull'evento hanno chiarito la causa delle due scosse principali (stelle rosse nell'immagine sottostante) e della sequenza sismica da circa 2000 terremoti del mese seguente (puntini gialli): si sarebbe trattato dell'attivazione di un sistema di faglie sub-verticale esteso per circa 20 km in direzione est-ovest e collocato tra i 10 e i 18 km di profondità.
Entrambi gli eventi principali sono stati caratterizzati da un movimento delle faglie detto trascorrente. In altre parole, i due blocchi coinvolti sono scorsi lateralmente l'uno rispetto all'altro. Si tratta di un meccanismo piuttosto insolito per l'arco appenninico, visto che spesso si osservano faglie normali, cioè caratterizzate dall'allontanamento tra i due blocchi. Un aspetto interessante è che l'attivazione della faglia pare sia da stata favorita dalla presenza di fluidi ricchi in CO2 provenienti dalle parti più profonde della crosta e che, una volta risalite verso la superficie, abbiano agito da “lubrificante”.
Per approfondire, ecco un video sul perché in Italia ci sono così tanti terremoti e vulcani: