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9 Ottobre 2025
17:13

Israele e Hamas, accordo per il cessate il fuoco: cosa prevede il piano di pace e i possibili scenari futuri

È stata raggiunta l'intesa per la prima fase dell’accordo di pace tra Hamas ed Israele, dopo intensi negoziati. La prima fase dell'accordo prevede, tra le altre cose, il rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi.

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Israele e Hamas, accordo per il cessate il fuoco: cosa prevede il piano di pace e i possibili scenari futuri
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Festeggiamenti a Gaza per il raggiunto accordo di pace tra Israele e Hamas.

A due anni dagli attacchi del 7 ottobre 2023, in cui furono uccisi 1200 civili israeliani, oggi 9 ottobre 2025 è stato firmato un accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas e l’accettazione di una prima fase dell’accordo di pace. I negoziati si sono svolti a Sharm el-Sheik, in Egitto, e hanno visto come mediatori gli Stati Uniti di Donald Trump, Egitto, Turchia e Qatar, Paese da anni al centro della mediazione tra Hamas, Israele e Stati Uniti. L’accordo, come specificato dal Presidente israeliano Benjamin Netanyahu, è stato approvato con la ratifica da parte del governo israeliano.

Cosa prevede la prima fase dell'accordo tra Israele e Hamas

Dei 20 punti che formano il testo integrale dell’accordo, l’intesa raggiunta nella prima fase ne riguarda quattro fondamentali:

  • Rilascio degli ostaggi israeliani ancora in vita – circa 20 – ed i corpi di quelli uccisi, molti dei quali sono ancora da localizzare. Il totale è di circa 48 ostaggi israeliani che dovrebbero essere rilasciati nelle prossime 72 ore, entro lunedì.
  • Rilascio dei prigionieri palestinesi presenti nelle carceri israeliane: il totale pattuito è di 1950 prigionieri, tra cui 250 ergastolani e oltre 1700 prigionieri, arrestati dopo il 7 ottobre, e mai stati sottoposti a processo. Per ogni ostaggio israeliano deceduto rilasciato, ne saranno rilasciati altrettanti 15 deceduti palestinesi.
  • L’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza – circa 400 camion – attraverso 5 valichi. In particolare, secondo il testo dell’accordo, gli aiuti saranno coerenti con quanto previsto dall'accordo del 19 gennaio 2025, poi violato da Israele con la ripresa dei raid aerei. Sono inclusi in questo punto anche la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la riapertura di ospedali e l'invio delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e aprire le strade.
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I 5 valichi della Striscia di Gaza. Credit: Gringer, via Wikimedia Commons
  • Un cessate il fuoco duraturo e permanente: il governo israeliano ha comunicato che entro 24 ore dalla riunione del Consiglio dei ministri entrerà in vigore il cessate il fuoco a Gaza.
  • Il ritiro quasi totale delle truppe israeliane dal 70% del territorio della Striscia di Gaza.  Su questo aspetto è importante specificare che i dettagli precisi del ritiro delle truppe israeliane non sono ancora stati dettagliati. È previsto il posizionamento dell’esercito israeliano lungo determinate linee di sicurezza concordate, che saranno sotto supervisione internazionale.

Il valico di Rafah e il corridoio Philadelphia

Il ritiro delle forze militari israeliane non sembra coinvolgere il valico di Rafah con l’Egitto, snodo cruciale sia per l’ingresso di aiuti umanitari che per il controllo delle persone in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza. Ad esempio, le migliaia di sfollati palestinesi che sono stati evacuati e costretti a fuggire, principalmente in Egitto, vorrebbero ora fare ritorno alle proprie abitazioni.

Secondo il testo dell’accordo l'apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo attuato nell'accordo del 19 gennaio 2025, secondo il quale Israele consentirà ai palestinesi feriti di lasciare la Striscia di Gaza per ricevere cure e aprirà il valico di Rafah con l'Egitto sette giorni dopo l'inizio dell'attuazione della prima fase.

Inoltre, nella zona di confine tra Gaza ed Egitto, il cosiddetto Corridoio Philadelphia, l’esercito israeliano ridurrà la propria presenza per poi ritirarsi completamente entro e non oltre il 50° giorno dall'entrata in vigore dell'accordo.

Gli altri punti del piano di pace per Gaza

Il testo integrale del piano di pace, presentato da Donald Trump alla Casa Bianca lo scorso 29 settembre, prevede 20 punti totali, la cui realizzazione sarà affrontata gradualmente dopo la firma della prima fase dell’accordo.

I punti più spinosi dell’accordo riguardano il percorso per il riconoscimento dello Stato di Palestina tramite un governo di tecnocrati e dell’Autorità Nazionale Palestinese, con la presidenza di Maḥmūd ʿAbbās, conosciuto anche come Abū Māzen, governo in cui nessun portavoce di Hamas potrà essere coinvolto.

Il secondo aspetto riguarda la fine totale del regime di occupazione attualmente presente a Gaza e denunciato da numerosi organismi internazionali, tra cui la Corte Internazionale di Giustizia nella sentenza dello scorso 19 luglio 2024. Un altro punto importante riguarda lo smantellamento di Hamas.

Il testo dell’accordo prevede infatti che «Gaza sarà una zona libera dal terrorismo e deradicalizzata che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini» e in un altro punto del testo specifica che «I membri di Hamas che si impegnano a una coesistenza pacifica e a smantellare le proprie armi otterranno l'amnistia mentre a quelli che desiderano lasciare Gaza verrà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di accoglienza».

Quale potrebbe essere il futuro di Gaza e della Palestina: i possibili scenari

Ciò che ci si chiede dopo l’annuncio del cessate il fuoco è: quale sarà il futuro di Gaza e della Palestina dopo il ritiro israeliano? Sarà creata una sorta di forza di peacekeeping internazionale a Gaza? Come verrà amministrata? Esisterà uno Stato indipendente e libero di Palestina?

Gli scenari potrebbero essere i seguenti:

  • Come già accaduto dopo l’annuncio dell’accordo dello scorso 19 gennaio 2025, il cessate il fuoco potrebbe non essere rispettato da Israele, interrompendo l’attuazione dell’accordo. Durante le trattative della scorsa notte, a tal proposito Hamas ha chiesto garanzie che Israele non riprenderà i combattimenti in seguito alla liberazione degli ostaggi, come già accaduto in passato. Il cessate il fuoco dunque potrebbe essere solo temporaneo. All’interno dell’accordo per il cessate il fuoco va sottolineato il ruolo di Donald Trump ed il suo forte coinvolgimento nel fare pressione non solo su Hamas, ma anche su Israele, forse in vista dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a cui mira.
  • Secondo l’iniziale Piano di Pace, presentato dal Presidente statunitense, Gaza sarà governata da un comitato tecnocratico e palestinese che sarà responsabile della gestione dei servizi pubblici e delle amministrazioni comunali a Gaza. Il Comitato sarà composto da esperti internazionali e palestinesi, con la supervisione del Consiglio per la Pace, un organismo internazionale di transizione di cui faranno parte Capi di Stato e di governo, tra cui lo stesso Presidente Trump e l’ex primo ministro britannico Tony Blair. Sarà proprio questo Consiglio ad occuparsi dei finanziamenti ed investimenti per la  ricostruzione di Gaza, almeno fino alla riforma politica dell'Autorità Nazionale Palestinese. Lo scenario che si prospetta e che alcuni temono è quello di una spartizione e un protrarsi dell’occupazione straniera dei territori palestinesi, seppur sotto guida internazionale.
  • Il riconoscimento internazionale dello Stato Palestinese e la fine del regime di occupazione. Uno scenario sicuramente al momento più lontano riguarda la fine del regime di occupazione in cui vive la popolazione palestinese con il riconoscimento e la creazione dello Stato di Palestina, basato sul principio di autodeterminazione dei popoli – come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Carta Atlantica – nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Dal punto di vista politico, bisognerà capire come le forze politiche dei partiti di Hamas e Fatah dialogheranno tra loro con la guida dell’Autorità Nazionale Palestinese, nell’ottica di creare uno Stato palestinese libero ed indipendente. Ma come sancisce il diritto internazionale: «Ogni Stato ha il diritto di esercitare in modo esclusivo il potere di governo sulla sua comunità territoriale, e cioè sugli individui che si trovano nell’ambito del proprio territorio. Dunque è libero nelle forme e nei modi del suo esercizio».
Fonti
Al Jazeera BBC BBC
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