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15 Aprile 2024
17:30

Perché la foto virale dell’eclissi di Sole dell’8 aprile fatta dal telescopio James Webb è fake

Sta circolando in rete una foto dell'eclissi totale di Sole in Nordamerica scattata dal telesocopio James Webb, ma è una foto di anni fa il telescopio della NASA non avrebbe mai potuto produrre quell'immagine. La vicenda ci ricorda che i contenuti virali possono essere un efficace veicolo di diffusione della disinformazione.

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Perché la foto virale dell’eclissi di Sole dell’8 aprile fatta dal telescopio James Webb è fake
eclissi 8 aprile fake

Dopo l'eclissi solare totale dell'8 aprile del Nordamerica è diventata virale una presunta fotografia dell'eclissi immortalata dal telescopio spaziale James Webb. L'immagine è assolutamente spettacolare ma è assolutamente fake. Non perché sia stata realizzata con un tool di intelligenza artificiale: è un'immagine reale, ma non ritrae l'eclissi dell'8 aprile (è una foto ritoccata dell'eclissi solare totale vista negli USA nel 2017 scattata dall'astrofotografo Sebastian Voltmer) e soprattutto il telescopio James Webb non ha osservato questo fenomeno astronomico. Ma perché non è stato usato il telescopio spaziale più avanzato mai realizzato per osservare l'evento astronomico più importante dell'anno? Ci sono almeno tre valide ragioni: due legate alla sua posizione del telescopio e una legata alla tecnologia dei suoi sensori. Questo ci ricorda di prendere sempre cum grano salis i contenuti virali, che talvolta possono essere una vera e propria corsia preferenziale per le fake news.

Perché James Webb non poteva osservare l'eclissi

Bisogna innanzitutto considerare la posizione del James Webb Space Telescope. Lo strumento è posizionato attorno a un punto gravitazionalmente stabile chiamato punto lagrangiano L2, a circa 1,5 milioni di km dalla Terra nel verso opposto – rispetto alla Terra – a quello in cui si trova il Sole.

L2 James Webb
La posizione di James Webb nel punto lagrangiano L2. Credits: NASA.

Poiché il punto L2 è sempre “dietro” la Terra rispetto al Sole, da qui non si può osservare un'eclissi di Sole: semplicemente da questa posizione la Terra sta coprendo la Luna!

In realtà James Webb non si trova esattamente in L2 ma è in orbita attorno a questo punto, come mostra questa animazione della NASA:

Ma anche in presenza di un ipotetico allineamento tra il Sole, la Luna e il telescopio, questa eclissi non sarebbe stata visibile nel momento in cui lo era sulla Terra! Quindi è del tutto irrealistico anche solo presentare un'immagine di James Webb dell'eclissi di Sole.

Ma anche se per assurdo il telescopio spaziale della NASA avesse potuto osservare l'eclissi, non avrebbe mai potuto vederla totale come invece si vede nella foto virale. Anche questo fatto è dovuto alla posizione di James Webb, e in particolare alla sua grande distanza dalla Terra.

Ricordiamo infatti che un'eclissi solare totale, come quella dell'8 aprile, avviene per una coincidenza astronomica: dalla posizione della Terra, il disco solare e quello della Luna hanno quasi la stessa dimensione apparente. Questo però vale più solo dal punto di vista della Terra: nella posizione di James Webb, in L2, la Luna appare decisamente più piccola del Sole (da qui il diametro apparente della Luna è circa il 25% di quello del Sole) e dunque non è abbastanza grande per coprire interamente il disco solare e causare un'eclissi di Sole! Insomma, James Webb non avrebbe mai potuto produrre la foto virale dell'eclissi perché non avrebbe mai potuto osservarla come totale.

Ultima ma non ultima, c'è un'importante questione tecnica per cui il James Webb Space Telescope non avrebbe potuto produrre la foto che è diventata virale, e ha a che fare con la sua strumentazione. Il telescopio NASA è pensato per osservare oggetti debolissimi, cioè con luminosità estremamente ridotte. I sensori del telescopio sono quindi un po' come i nostri occhi quando siamo stati per molto tempo al buio: estremamente sensibili alla luce. E cosa succede se dopo essere stati molto al buio osserviamo una fonte di luce intensa, come una lampadina accesa per sbaglio? Esatto, ci “bruciamo le rètine”. Per uno strumento sensibile come James Webb, puntare a un'eclissi solare sarebbe la stessa cosa: gli si “brucerebbero i sensori”, che verrebbero saturati dalla luce e pertanto l'immagine risulterebbe completamente bianca.

Una lezione sulla disinformazione nei social network

Un'immagine di 7 anni fa spacciata per una foto della Grande eclissi Nordamericana scattata da un telescopio spaziale non sembra in fondo un fatto grave, e probabilmente non lo è: non crea danni e non fa del male a nessuno (se non all'autore della foto originale). Tuttavia ci permette una riflessione sui rischi della diffusione incontrollata di informazioni non verificate sui social. Finché è una foto fake di un'eclissi non succede niente, ma potremmo dire lo stesso per questioni più delicate, legate per esempio alla salute o alla politica? Lo stesso meccanismo che fa diventare virale una foto “impossibile” è anche all'origine della diffusione di fake news e disinformazione, come accade talvolta con immagini o video virali. Ecco perché oggi come non mai è importante usare responsabilmente i social, praticando un sano scetticismo ed evitando di diffondere contenuti di cui non si è certi.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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