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25 Settembre 2023
11:48

La sonda OSIRIS-REx della NASA porta a terra i campioni dell’asteroide Bennu

La capsula di materiale raccolto dall'asteroide Bennu dalla sonda OSIRIS-REx è atterrata con successo sulla Terra per poter essere analizzata in laboratorio.

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La sonda OSIRIS-REx della NASA porta a terra i campioni dell’asteroide Bennu
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Credits: NASA/Keegan Barber.

Dopo un viaggio di oltre 6 miliardi di chilometri, missione compiuta per la sonda OSIRIS-Rex della NASA che domenica 24 settembre 2023 è riuscita a sganciare e far atterrare nel deserto dello Utah una capsula contenente materiale raccolto dall'asteroide Bennu. Si tratta del più grande campione proveniente da un asteroide che la nostra specie sia mai riuscita a riportare sulla Terra.

Questo materiale, rimasto intatto dalla formazione del Sistema Solare, aiuterà gli scienziati a capire meglio i processi di formazione del Sistema Solare stesso e la composizione degli asteroidi, cosa utile anche per capire come difendersi da potenziali catastrofici impatti. Vediamo insieme i dettagli della missione, come è stato ottenuto il campione di materiale e da quale asteroide è stato estratto.

In cosa consiste la missione OSIRIS-REx

OSIRIS-REx è una missione spaziale della NASA del Programma New Frontiers. Lanciata nel 2016, la missione ha come obiettivo principale lo studio e la raccolta di campioni dell'asteroide Bennu, per poi riconsegnarli sulla Terra in modo da poter effettuare su di essi analisi di laboratorio approfondite.

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La sonda OSIRIS–REx nelle fasi finali di assemblaggio presso il Kennedy Space Center della NASA. Credits: NASA/Kim Shiflett.

La sonda ha raggiunto l'asteroide Bennu alla fine del 2018 dopo un viaggio di ben due anni e svariate centinaia di milioni di chilometri per inserirsi in orbita attorno ad esso. Qui è iniziata la seconda fase della missione durata di ben 500 giorni che prevedeva la mappatura completa dell'asteroide alla ricerca del sito migliore dove approcciarsi alla superficie per raccogliere campioni. Grazie alla distanza molto ravvicinata della sonda all'asteroide, circa 5 chilometri, la NASA ha potuto ottenere immagini dettagliatissime di Bennu che hanno aiutato nello studio dell'asteroide e nella scelta del sito di rendez-vous.

La sonda OSIRIS-REx è dotata di diversi strumenti scientifici per produrre immagini dell'asteroide e analizzare la sua composizione chimica. È dotata di tre camere per mappare la superficie di Bennu ad alta risoluzione, rilevare eventuali emissioni gassose e documentare in tempo reale la raccolta dei campioni di asteroide. OSIRIS-REx è dotata inoltre di spettrometri in banda visibile, infrarossa e X per rilevare la composizione chimica della superficie di Bennu, tracciarne una mappa termica e studiare l'interazione del vento solare con la superficie.

Il rendez-vous con Bennu

L'avvicinamento di OSIRIS-REx alla superficie di Bennu per prelevare i campioni di roccia è avvenuto il 20 ottobre 2020. La sonda non è effettivamente atterrata sull'asteroide, ma si è avvicinata fino a poter prelevare i campioni superficiali attraverso un braccio robotico lungo 3 metri dotato di una sorta di aspirapolvere. Il braccio ha così potuto raccogliere un campione di circa 250 grammi di regolite, ovvero un mix eterogeneo di polvere e rocce che caratterizza i corpi rocciosi del Sistema Solare. L'aspiratore di cui è dotato il braccio robotico è stato talmente efficace nella raccolta dei campioni che gli scienziati hanno dovuto tentare diverse volte la chiusura del contenitore per l'eccesso di materiale presente.

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Immagini reali della fase di raccolta dei campioni dell’asteroide Bennu da parte del braccio robotico della sonda OSIRIS–REx. Credits: NASA/Goddard/University of Arizona.

La sonda ha poi iniziato il suo viaggio di ritorno di due anni verso la Terra nell'aprile del 2021 per raggiungere il massimo avvicinamento al nostro pianeta il 24 settembre 2023. In corrispondenza di ciò, la sonda ha sganciato la capsula contenente i campioni di asteroide, la quale è entrata in atmosfera ad una velocità di circa 45.000 chilometri orari per poi atterrare nel deserto dello Utah frenata da un paracadute. La capsula è stata poi trasferita al Johnson Space Center per permette l'analisi dei preziosi campioni con i migliori strumenti a disposizione della comunità scientifica.

Il futuro della missione OSIRIS-REx

La storia di OSIRIX-REx però non finisce qui. La NASA ha infatti deciso di estendere la missione e ribattezzarla, OSIRIS-APEX, dove APEX sta per “Apophis Explorer”. Come si intuisce dall'acronimo, l'obiettivo della missione estesa è l'asteroide Apophis, un corpo di 370 metri di diametro scoperto nel 2004. La scelta di Apophis ha a che fare con la sua natura di near-Earth asteroid, ovvero asteroidi che intersecano l'orbita della Terra. Apophis, in particolare, è balzato agli onori delle cronache per avere, secondo calcoli orbitali preliminari, una probabilità concreta di impattare la Terra nel 2029 durante il prossimo incontro ravvicinato tra i due corpi. Tale probabilità è stata rivista al ribasso attraverso nuove osservazioni al telescopio, tanto è vero che secondo gli scienziati le probabilità di impatto con la Terra nei prossimi cento anni sono prossime allo zero.

Come è fatto l'asteroide Bennu?

L'asteroide Bennu fa parte degli asteroidi del gruppo Apollo, così chiamati dal nome del primo asteroide di questo tipo scoperto. Essi sono caratterizzati dall'avere un perielio (distanza minima dal Sole) inferiore all'afelio (distanza massima dal Sole) della Terra. Questo significa che gli asteroidi del gruppo Apollo sono oggetti in grado di entrare in rotta di collisione con il nostro pianeta. In particolare, secondo i calcoli più recenti, Bennu ha una probabilità su 1750 di impattare la Terra tra il 2178 e il 2290.

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Animazione della rotazione dell’asteroide Bennu generata con le immagini scattate dalla sonda OSIRIS–REx. Credits: NASA/Goddard/University of Arizona.

Bennu fu scoperto nel 1999 e si ritiene sia un frammento di un corpo più grande distruttosi nelle prime fasi di formazione del Sistema Solare per scontro con un altro corpo di simili dimensioni. Orbita il Sole in 1,19 anni e nel farlo interseca l'orbita terrestre fino ad avvicinarsi a circa 480.000 chilometri dal nostro pianeta, poco più della distanza Terra-Luna. A ogni avvicinamento l'orbita di Bennu viene perturbata leggermente, per questo motivo conoscerne la composizione, la massa e la forma aiuta a prevedere qualora la nuova configurazione orbitale assunta da Bennu sia tale da portarlo in rotta di collisione con la Terra. Bennu ha una forma quasi sferoidale con un diametro di circa 500 metri ed è un tipico esempio di asteroide carbonaceo, cioè caratterizzato da rocce ad alto contenuto di carbonio, come si evince dalla sua superficie scura e ruvida ricoperta da massi.

Perché è importante studiare gli asteroidi

L'importanza dello studio degli asteroidi risiede nell'essere delle vere e proprie capsule del tempo. Essi infatti sono rimasti pressoché intatti dalla formazione del Sistema Solare, fornendoci preziose informazioni sul materiale primordiale da cui i pianeti e i satelliti si sono formate. Bennu inoltre possiede una frazione non trascurabile di acqua che viene talvolta emessa sottoforma di getti di particelle a causa di fratture nella superficie dell'asteroide o piccoli impatti meteorici.

Secondo gli scienziati, inoltre, gli asteroidi inoltre sono di fondamentale importanza per l'origine della vita: si pensa infatti che possano essere responsabili di una parte delle molecole organiche e dell'acqua piovute sulla Terra nel primo miliardo di anni dalla sua formazione.

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