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17 Marzo 2023
15:30

Breve storia della NASA, la più importante agenzia aerospaziale del mondo

La NASA, nata alla fine degli anni ’50, ha organizzato alcuni dei viaggi spaziali più spettacolari della storia ed è stata costantemente impegnata in missioni di studio e ricerca. Vediamo perché è nata e come si è evoluta.

A cura di Erminio Fonzo
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Breve storia della NASA, la più importante agenzia aerospaziale del mondo
Nasa
John F. Kennedy Space Center a Cape Canaveral (Florida).

La NASA (National Aeronautics and Space Administration) è l’organizzazione statunitense per le missioni spaziali e gli studi astronomici. Fu istituita nel 1958, nell’ambito della corsa allo spazio che contrappose Stati Uniti e Unione Sovietica, e nel corso degli anni ha promosso sia viaggi spaziali con equipaggio umano, sia missioni senza equipaggio finalizzate alla ricerca scientifica. Tra i successi principali, vi è stato l’invio di sei missioni umane sulla Luna tra il 1969 e il 1972.

Oggi la NASA, pur disponendo di un budget inferiore al passato, resta la principale agenzia aerospaziale del mondo e, grazie ai rapporti di collaborazione con aziende private e con le agenzie di altri Paesi, sta sviluppando numerosi programmi per l’esplorazione dello spazio, come Artemis 1. La NASA, però, è criticata da una parte dell’opinione pubblica americana per ragioni economiche e di sicurezza.

Logo della Nasa
Logo della NASA

Cos’è la NASA

NASA è un acronimo che in italiano sta per Amministrazione Nazionale per l'Aeronautica e lo Spazio, ed è l’agenzia americana responsabile delle esplorazioni spaziali e della ricerca astronomica e aeronautica. Il quartier generale si trova a Washington, ma la Nasa dispone di numerose strutture nel territorio statunitense, tra le quali il Kennedy Space Center, in Florida, sede principale dei lanci spaziali sin dagli anni ’60, e il centro di controllo di Houston, in Texas.

L’agenzia è strutturata in sei direzioni ed è guidata da un presidente, nominato dal presidente degli Stati Uniti. La NASA dispone di un budget pari a circa lo 0,5% delle spese del governo federale, e, sebbene in passato la percentuale fosse maggiore, è ancora l’agenzia aerospaziale con più fondi a disposizione al mondo. Ma da quanto tempo gli Stati Uniti si interessano dello spazio? 

Percentuale dei fondi destinati alla Nasa rispetto al bilancio federale
Percentuale dei fondi destinati alla NASA sul bilancio federale

Le prime missioni spaziali degli Stati Uniti

Insieme all’Unione Sovietica, gli Stati Uniti sono stati il primo Paese a impegnarsi nelle esplorazioni spaziali. Al termine della Seconda Guerra Mondiale l’esercito americano riuscì ad appropriarsi della tecnologia missilistica sviluppata dalla Germania e già negli anni ’40 fu in grado di lanciare i primi razzi oltre l’atmosfera terrestre. All’epoca, però, gli Stati Uniti non disponevano di un’organizzazione preposta specificamente all’esplorazione spaziale, della quale si occupava il Comitato nazionale per l’aeronautica (NACA).

 La nascita della NASA e la corsa allo spazio

Alla fine degli anni ’50, Stati Uniti e Unione Sovietica si sfidarono in una vera e propria corsa allo spazio. Nel 1957 i sovietici ottennero un successo importante, mandando in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, e negli Stati Uniti la notizia suscitò panico e apprensione. La crisi dello Sputnik, come fu soprannominato il periodo, spinse il presidente Eisenhower ad aumentare i fondi a disposizione della ricerca spaziale e a istituire un’agenzia nazionale che si occupasse esclusivamente di spazio. Nacque così la NASA, istituita con una  legge del 29 luglio 1958 e attiva dal successivo mese di ottobre.

La nuova agenzia inglobò il NACA, con i suoi 8.000 dipendenti, ed ebbe a sua disposizione un budget annuale di circa 100 milioni di dollari (destinato ad aumentare significativamente), alcuni centri di ricerca e siti per i test missilistici. Poté servirsi, inoltre, dei migliori tecnici presenti nel Paese, tra i quali il tedesco Werner von Braun, il più geniale ingegnere missilistico del tempo, trasferitosi negli Stati Uniti al termine della Seconda Guerra Mondiale.

Wernher von Braun
Wernher von Braun

L’apogeo della NASA negli anni ’60

Nei primi anni di esistenza la NASA portò avanti il progetto, avviato dal NACA, per l’invio di un uomo nello spazio. La missione fu compiuta il 5 maggio 1962 con il volo di Alan Shepard, ma l’agenzia americana fu battuta sul tempo dall’URSS, che mandò in orbita il suo primo astronauta, Juri Gagarin, tre settimane prima.

Per recuperare lo svantaggio, il presidente Kennedy annunciò il progetto di portare un equipaggio umano sulla Luna. Il progetto rappresentò il principale impegno della Nasa per tutti gli anni ’60. Nel corso del decennio l’agenzia raggiunse il suo apogeo in termini economici e di popolarità: il governo le destinò i fondi più ingenti di sempre e le missioni suscitavano un’ enorme attenzione tra i cittadini.

Per riuscire nell’impresa di portare l’uomo sulla Luna, la NASA sviluppò due progetti preliminari, Mercury e Gemini, e un programma di viaggi lunari, denominato Apollo. Come sappiamo, l’impresa riuscì per la prima volta tra il 20 e il 21 luglio del 1969 e nei tre anni successivi altre cinque missioni umane raggiunsero il satellite.

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Il programma Space Shuttle

Dopo il primo allunaggio, l’interesse del pubblico per i viaggi spaziali iniziò a scemare e il governo, avendo battuto l’URSS, non intendeva più spendere le ingenti risorse richieste dalle missioni. Negli anni ’70 gli Stati Uniti ridimensionarono il programma Apollo e si impegnarono in progetti meno costosi: la messa in orbita di una stazione spaziale, lo Skylab, e un progetto congiunto con l’URSS, denominato Apollo-Soyuz, per agganciare in orbita navicelle americane e sovietiche.

La stazione Skylab nel 1974
La stazione Skylab nel 1974

La sfida più importante, tuttavia, era costruire un veicolo spaziale riutilizzabile. Gli alti costi delle missioni erano dovuti soprattutto al fatto che tutti i mezzi – sia i razzi per portare i veicoli nello spazio, sia le navicelle stesse – erano “usa e getta”. Negli anni ’70 la NASA si impegnò nella costruzione di veicoli che potessero essere riutilizzati dopo le missioni. Prese così avvio il programma Space Shuttle e furono costruite cinque navicelle parzialmente riutilizzabili, denominate Columbia, Challenger, Discovery, Atlantis ed Endeavour. Il volo inaugurale fu effettuato dal Columbia nel 1981.

La partenza di uno Shuttle
La partenza di uno Shuttle

Gli Shuttle, però, ridussero i costi meno di quanto fosse stato previsto e, inoltre, si rivelarono poco sicuri, tanto che due di essi esplosero in volo, il Challenger nel 1986 e il Columbia nel 2003. Anche per questa ragione, nel 2011 il programma Space Shuttle è stato cancellato.

Progetti recenti e programmi per il futuro

La NASA ha comunque proseguito le missioni spaziali. Dagli anni ’90 l’agenzia è impegnata in progetti di cooperazione con le organizzazioni aerospaziali di altri Paesi ed è uno dei principali partner della Stazione spaziale internazionale. Ha messo in cantiere, inoltre, diversi programmi per missioni con equipaggio umano, tra i quali Artemis 1, che ha lo scopo di portare di nuovo l’uomo sulla Luna e, in prospettiva futura, persino su Marte.

Ipotetica base lunare del programma Artemis
Ipotetica base lunare del programma Artemis

L’innovazione più importante degli ultimi anni è la collaborazione le aziende private, come la SpaceX di Elon Musk, che hanno sviluppato la tecnologia per effettuare lanci nello spazio.

Le missioni scientifiche e di esplorazione

Oltre alle missioni con equipaggio, sin dalle origini la NASA si è occupata di ricerca astronomica e dell’osservazione della Terra. Nel corso della sua storia, ha organizzato più di mille missioni scientifiche, tra le quali l’invio di sonde su altri corpi celesti e la messa in orbita di telescopi spaziali come Hubble e Webb.

Le missioni hanno consentito di compiere scoperte fondamentali nel campo dell’astronomia e dello studio della Terra.

Il telescopio spaziale Webb in orbita
Il telescopio spaziale Webb in orbita
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