
Può un pollo sopravvivere senza testa? Osservando la curiosa storia del pollo Mike, anche chiamato “Miracle Mike”, sembra proprio di sì. Mike era un gallo di varietà Wyandotte che sopravvisse a una decapitazione dal 1945 al 1947. Molti pensarono – e pensano tuttora – che sia una bufala, ma è una storia vera e ben documentata. Il 10 settembre 1945, in Colorado, il signor Lloyd Olsen scelse uno dei suoi galli per cena. Gli tagliò la testa con un colpo d’accetta, ma il pollo non morì, perché Olsen non gli aveva reciso la giugulare e aveva lasciato intatta gran parte del tronco encefalico. Siccome la maggior parte dei riflessi dei polli sono controllati proprio da quest’ultima porzione del tratto cerebrale, il pollo sopravvisse. Secondo Olsen, il gallo fece una piccola corsa e poi si fermò, cercando di beccare per terra, ma – per ovvie ragioni – non ci riuscì. Fu così che Olsen pensò di tenerlo in vita.
Ma come mangiava Mike, visto che era senza testa? Olsen lo nutriva personalmente, con l’aiuto di un contagocce che versava direttamente nell’esofago dell’animale piccolissimi chicchi di grano e del latte allungato con acqua.

Mike non solo sopravvisse: riuscì anche a crescere, arrivando a pesare 3 kg. Questa storia assurda e del tutto inedita consacrò il pollo alla celebrità. Mike, come venne rinominato da Olsen, venne portato dal suo padrone in giro un po’ ovunque per gli USA, dove la gente faceva la fila e pagava 25 centesimi di dollaro per vederlo. Il mese più redditizio di questa tournée valse a Olsen circa 4500 dollari.

Come molte star, anche Mike purtroppo fece una brutta fine, morendo in una stanza d’albergo. Il 17 marzo 1947, Mike e Olsen si trovavano in Arizona per uno dei tanti spettacoli itineranti. Quella sera, il pollo più famoso d'America, 18 mesi dopo il tragico incidente, morì soffocato. Avrebbe potuto vivere di più, ma il suo padrone fu terribilmente sbadato e si dimenticò di portare con sé lo strumento necessario per pulire il suo esofago.
La storia ebbe un'eco talmente ampia in Colorado che ancora oggi, nella città di Fruita, il terzo weekend di maggio si tiene un festival dedicato a lui. I festeggiamenti sono del tutto in linea con la sua storia: durante l’evento infatti, si gioca a “attacca la testa al pollo” e ad altri giochi a tema, per poi concludersi con una gara molto in tema, ossia la “corsa senza testa”. Mike ha persino un sito internet in suo onore, un negozio di gadget e persino un fan club.

Molti pensarono che questa storia fosse una bufala, e proprio per questa ragione Olsen portò il volatile all’Università dello Utah a Salt Lake City per farlo esaminare, anche se ad oggi non si trovano documenti a riguardo. Nonostante i ragionevoli scetticismi, la vicenda di Mike è ampiamente documentata e testimoniata dal Time Magazine e da Life, oltre che da numerosi giornali e testimonianze dell’epoca.
Mike è finito persino nell’edizione 2005 del Guinness World Record per il suo record di sopravvivenza. In fondo se lo meritava!