0 risultati
video suggerito
video suggerito
31 Maggio 2024
7:00

“Bombe pipistrello”, l’assurda storia dell’arma letale USA per vendicarsi del Giappone

Una pioggia di pipistrelli che spargono bombe incendiarie al napalm nelle città del Giappone dopo Pearl Harbor: questo il folle progetto di uno strambo dentista che costò più di 2 milioni di dollari al governo americano durante la Seconda Guerra Mondiale.

19 condivisioni
“Bombe pipistrello”, l’assurda storia dell’arma letale USA per vendicarsi del Giappone
Bat Bomb

Fra i tanti progetti assurdi della Seconda Guerra Mondiale ne spicca uno per l'inventiva: quello della bat bomb, la “bomba pipistrello”, pensata per procurare il massimo danno alla più grande città del nemico giapponese, Tokyo, come vendetta per l'attacco di Pearl Harbor. Per quanto assurdo possa sembrare, il Project X-Ray – nome ufficiale della bat bomb – prevedeva di sganciare migliaia di pipistrelli che trasportavano capsule di napalm sulle case di legno della capitale nipponica, provocando indomabili incendi. Negli anni '40 l'arma venne sviluppata e testata, con un costo di oltre 2 milioni di dollari dell'epoca. Nonostante la dimostrata efficacia della bomba pipistrello, negli stessi anni si stava lavorando a un progetto molto più letale, quello della bomba atomica sviluppata dal Progetto Manhattan, e proprio per questo motivo la bat bomb venne accantonata agli inizi del '45.

La storia della “bomba pipistrello”: la vendetta USA contro il Giappone

Per quanto potrebbe sembrare assurdo, l'idea iniziale venne a un chirurgo dentale, Lytle S. Adams, che viveva in Pennsylvania. Il 7 dicembre 1941, il dottore era in vacanza alle Carlsbad Caverns (New Mexico), che erano piene zeppe di pipistrelli. Adams rimase così affascinato nel vedere questi piccoli mammiferi alati da chiedersi: perché non usarli come arma contro i giapponesi? Pensò infatti che se ognuno di quei pipistrelli fosse stato dotato di una piccola bomba incendiaria si sarebbe potuto infilare negli anfratti di qualche città giapponese e dare il via a un incendio devastante. Fu così che il dottore tornò nelle caverne e catturò alcuni esemplari, e una volta a casa studiò tutto il possibile su quei piccoli animali. Fu così che in meno di un mese architettò il suo piano di vendetta contro l'acerrimo nemico oltreoceano, che proprio nel giorno in cui Adams aveva visitato le caverne aveva attaccato Pearl Harbor.

Attacco a Pearl Harbor
Attacco a Pearl Harbor, 7 dicembre 1941.

Le proposte di vendetta si moltiplicavano sulla scrivania del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, ma fu la pensata del chirurgo ad attirare l'attenzione prima di tutti gli altri. Il caso volle che Adams fosse amico della First Lady Eleonor Roosevelt, e quando nel gennaio del 1942 presentò la sua “bomba pipistrello” alla Casa Bianca destò subito molto interesse. Nel documento del piano, scriveva:

Pensate a migliaia di incendi che scoppiano simultaneamente su un cerchio di 40 miglia di diametro per ogni bomba sganciata. Il Giappone potrebbe uscirne devastato, ma con piccole perdite di vite umane.

Non mancarono le occhiate storte da parte di qualche burocratico. Del resto, l'idea sembrava molto complicata da realizzare rispetto a quanto indicato sulla carta. Il presidente, però, ritenne che il progetto fosse valido, e la proposta venne accolta dal Comitato nazionale per la Difesa della Ricerca, che si occupava delle idee applicabili in guerra.

Il progetto venne inviato a Donald Griffin, noto zoologo americano che aveva scoperto l'ecolocalizzazione nei pipistrelli, il sistema di navigazione che registra anche le frequenze non udibili dall'orecchio umano. Questi animali emettono infatti dei suoni e ascoltano gli echi che rimbalzano da parte di ciò che li circonda. Gli echi quindi vengono usati per localizzare e stimare la distanza da oggetti, altri animali ed eventuali ostacoli con grande precisione. Griffin pensò subito che l'idea di usare proprio questi animali fosse geniale, perché i pipistrelli si sarebbero infilati alla perfezione nelle abitazioni.

Dopo una serie di test su vari tipi di pipistrelli, lo scienziato suggerì di usare la specie Tadarida brasiliensis, il pipistrello messicano dalla coda libera, perfetto per supportare il peso esplosivo senza troppe complicazioni.

Tadarida brasiliensis
Esemplare di Tadarida brasiliensis.

Il progetto della bomba pipistrello: come funzionava e com'era fatta

Le variabili da considerare erano tantissime, e il team di ingegneri e scienziati sotto l'autorità dell'aeronautica militare statunitense dovettero spremersi le meningi per qualche mese. Quale tipo di bombe incendiarie scegliere? A che temperatura conservare i pipistrelli e come trasportarli? Come costruire la bomba che li avrebbe contenuti al suo interno?

Per tenere a bada i poveri animaletti non si poteva fare altro che farli andare in letargo durante il viaggio. Per fare questo, vennero inseriti in larghi vassoi per cubetti di ghiaccio e “raffreddati” a una temperatura tale da addormentarli.

Per quanto riguarda la parte incendiaria, invece, inizialmente l'idea era quella di armare i pipistrelli con del fosforo bianco, ma poi il chimico Louis Fieser si aggiunse al team e la prima opzione venne messa da parte per utilizzare la sua invenzione, il napalm. Essendo una benzina "gelatinosa", era molto più sicuro da maneggiare e bruciava più freddamente del fosforo bianco. Come se non bastasse, era altamente volatile, quindi era perfetto per il piano. Ogni pipistrello ne avrebbe trasportato circa 15 grammi all'interno di un piccolo contenitore di cellulosa chiamato “Unità H-2”, attaccato sulla parte anteriore del corpo con un adesivo ad alta tenuta.

Il portabombe, invece, era un tubo di lamiera lungo un metro e mezzo, al cui interno c'erano 26 vassoi circolari, ognuno dal diametro di 76 centimetri. In un solo portabombe potevano starci fino a 1040 pipistrelli. Una volta sganciato da un B-25 nordamericano o da un Piper L-4 Cub, il portabomba precipitava e lanciava un paracadute che ne rallentava la sua discesa. Nel frattempo, i suoi lati si sarebbero aperti in tutte le direzioni, consentendo ai piccoli mammiferi alati di uscire dai vassoi, aprire le ali e disperdersi nella città nemica per un raggio compreso tra i 30 e i 60 chilometri massimi.

Adams carica un portabombe
Il dottor Adams mentre carica un portabombe con dei pipistrelli.

I problemi tecnici e la fine del Project X-Ray: ascesa e declino del progetto

Il primo test ufficiale del "Piano Adams" (come venne chiamato inizialmente il progetto da coloro che vi lavoravano) fu condotto nel maggio del '43 a Muroc, in California (deserto del Mojave). L'esperimento fu letteralmente… uno schianto. Il bombardiere B-52 si librò nell'aria e a 1500 metri di altezza liberò i bortabombe, che contenevano 35.000 pipistrelli ibernati. I poveri animali, ancora semi-congelati, si spiaccicarono al suolo.

Il secondo tentativo, in New Mexico, andò parzialmente bene: i pipistrelli vennero rilasciati in aria con delle bombe fittizie attaccate, e metà di loro si disperse ovunque. La squadra di ricerca setacciò tutta la zona per cercare di rintracciarli tutti, e vennero trovati appollaiati sulle grondaie e nei fienili a miglia di distanza dalla zona di rilascio.

La terza prova, in una zona vicina alla precedente, prevedeva invece l'impiego di vere bombe incendiarie, ma andò molto male per alcuni errori di calcolo. Fieser pensò di attaccare le bombe sui corpi dei piccoli animali notturni mentre erano adagiati su un tavolo ancora freddi. A causa del caldo di quella giornata e del timer impostato da Fieser su 10 minuti dal rilascio, i pipistrelli si svegliarono prima del previsto e ce ne furono sei che si appollaiarono sulle grondaie degli edifici dell'aerodromo ausiliario di Carlsbad. Bastarono loro a generare un incendio che incenerì la base dell'aerea e l'auto di un generale, che quando lo scoprì andò su tutte le furie.

Essendo il Piano Adams top secret, i vigili non potevano nemmeno entrare, e ai militari non restava che osservare le fiamme.

Il disastro dell'aerodromo. Credits: United States Army Air Forces
Il disastro aerodromo ausiliario di Carlsbad. Credits: United States Army Air Forces.

Poco dopo questo fatto, nell'agosto del '43 il progetto venne relegato al Corpo dei Marines, che lo denominò "Project X-Ray" e fece il test decisivo, ricreando nello Utah una città giapponese del tutto realistica per osservarne gli effetti. Effettivamente, la finta cittadina di casette in stile giapponese fatta di legno e di carta bruciò come ci si aspettava, e i chimici che lavorarono al progetto affermarono che le bombe incendiarie del Progetto X-Ray erano molto più efficaci delle bombe incendiarie standard dell'epoca. Le bombe normali infatti davano circa da 167 a 400 fuochi per carico di bomba, mentre X-Ray poteva arrivare fino a 4.748 fuochi.

In totale si stima che per la bat bomb il governo americano abbia speso più di 2 milioni di dollari dell'epoca (oggi corrisponderebbero a 30 milioni di dollari). Nonostante tutti gli sforzi e le dimostrazioni, però, il progetto venne cancellato nei primi mesi del '44 in favore della bomba atomica. Con buona pace dei pipistrelli!

Fonti
Avatar utente
Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views