Tra tutti i progetti sviluppati nel Ventesimo secolo, il progetto Manhattan è sicuramente uno tra i più controversi. Nato il 13 agosto 1942 dalla collaborazione tra il Governo Statunitense e alcuni tra i più brillanti scienziati del tempo, l'obiettivo era quello di sviluppare una bomba atomica prima che lo facessero i nazisti. Come ci hanno tristemente insegnato Hiroshima e Nagasaki al termine della Seconda Guerra Mondiale, i risultati non tardarono ad arrivare e a questo progetto parteciparono alcuni tra i più noti fisici del Novecento come Enrico Fermi, Robert Oppenheimer ed Ernest Lawrence.
In questo articolo e nel video qui sotto spiegheremo non solo chi ha partecipato al programma e quando ebbe inizio, ma anche in cosa consistette e quali furono i principali traguardi raggiunti.
Gli studi di fisica nucleare
Prima di arrivare all'istituzione del Progetto, furono necessari molti anni di ricerche nel campo della fisica nucleare. In questo senso il 1938 fu uno degli anni più importanti per questa disciplina, vista la scoperta della fissione nucleare da parte degli scienziati tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann. Dal momento che in quegli anni la Germania era vista come una potenziale minaccia, i fisici Albert Einstein e Leo Szilard scrissero al presidente americano Roosevelt, mettendolo in guardia sul fatto che la Germania avrebbe potuto progettare una bomba atomica.
Di tutta risposta il presidente decise di formare la Uranium Committee, cioè un gruppo di militari e scienziati incaricati di studiare la fattibilità di una reazione a catena nucleare: iniziò così una corsa per progettare una bomba atomica funzionante; una corsa che partì a rilento ma che presto iniziò a dare i suoi frutti, grazie anche alla collaborazione di esperti e scienziati inglesi.
I principali studi nel campo della fisica nucleare vennero condotti all'Università della California, a Berkley, e alla Columbia University, a New York. Qui lavoravano scienziati del calibro di Ernest Lawrence (che mise a punto il cosiddetto "ciclotrone" per far collidere gli atomi), Emilio Segrè e Glenn Seaborg (che confermarono la possibilità di usare il plutonio per la bomba atomica) ed Enrico Fermi (che condusse esperimenti sulle reazioni a catena). Proprio Fermi il 2 dicembre 1942 riuscì a mettere a punto la Chicago Pile-1, un dispositivo che permetteva di ottenere una reazione a catena auto-sostenuta – parliamo della prima al mondo!
L'origine del Progetto Manhattan
Con la Chicago Pile-1 il sogno del nucleare sembrava sempre più vicino e lo stesso Governo si rese presto conto che quella tecnologia avrebbe potuto dare una svolta decisiva al conflitto bellico in corso.
Il Progetto Manhattan fu quindi ufficialmente istituito il 13 agosto 1942 e, solo pochi mesi dopo, ricevette dal Presidente Roosevelt l'importante cifra di 500 milioni di dollari come primo finanziamento. Presero parte a questo programma alcuni tra i principali fisici del tempo come Fermi, Segré, Fuchs, Groves, Oppenheimer e Szilard.
Nonostante si chiamasse "Manhattan", i laboratori del progetto furono presto dislocati su tutto il territorio americano, anche se i principali poli di ricerca furono quello di Los Alamos, di Oak Ridge e di Hanford. Tra questi tre forse quello più importante fu proprio quello di Los Alamos, in New Mexico, dove Robert Oppenheimer e il Generale Leslie Groves dirigevano fisici, chimici, ingegneri, esperti di esplosivi e personale militare per progettare la bomba atomica e, allo stesso tempo, mantenere il tutto top-secret.
Progettare una bomba atomica non è certamente semplice e, oltre alle competenze tecniche, sono necessarie moltissime persone e moltissimi fondi. Secondo un report della Carnegie Mellon University della Pennsylvania, l'intero progetto costò 2 miliardi di dollari dell'epoca, che corrispondono a circa 30-50 miliardi di dollari attuali. Inoltre furono direttamente assunte 125 mila persone, alle quali se ne aggiungono molte altre subordinate per un totale di oltre mezzo milione! Inoltre nel 1943 si ritiene che il solo centro di Oak Ridge abbia consumato circa l'1% di tutta la corrente elettrica prodotta nell'intera nazione. Insomma, si trattò di un'enorme lavoro, molto più esteso di quanto si potrebbe comunemente pensare.
Le bombe atomiche statunitensi
L'era atomica iniziò ufficialmente il 16 luglio 1945, quando venne testata nel sito Trinity – nel caldo deserto del New Mexico – la prima boma atomica chiamata "Gadget". Si trattava di un'arma al plutonio, la cui potenza fu di circa 20 kiloton (cioè un'esplosione equivalente a quella di 20 mila tonnellate di TNT). Si originò anche un fungo atomico alto quasi 13 km e che lasciò un cratere profondo 3 metri e largo più di 300 metri.
Visti gli "incoraggianti" risultati di questo test, il Governo USA decise di sganciare poco tempo dopo una bomba nucleare sulla città di Hiroshima. Chiama "Little Boy", l'arma aveva una potenza di 13 kton ed entro i primi cinque mesi dall'esplosione, si stima un numero di vittime compreso tra le 200 e le 240 mila. Solo tre giorni dopo venne sganciata la seconda bomba atomica a Nagasaki, la "Fat Man", la cui potenza era addirittura superiore alla prima e pari a 21 kT.