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7 Marzo 2024
7:00

Le polemiche sul telamone di Agrigento, la ricostruzione della statua che ornava il tempio di Zeus

In occasione di Agrigento Capitale della Cultura 2025, il Parco Archeologico della Valle dei Templi ha ricostruito uno dei telamoni che abbellivano il Tempio di Zeus. Ma la ricostruzione, definita “Frankestein” perché comprende porzioni di statue diverse, divide gli esperti.

A cura di Andrea Basso
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Le polemiche sul telamone di Agrigento, la ricostruzione della statua che ornava il tempio di Zeus
telamone akragas agrigento
Credit: José Luiz Bernardes Ribeiro

Dopo vent’anni di studi è stata eretta ad Agrigento la ricostruzione di uno dei grandi telamoni che 2500 anni fa ornavano il Tempio di Zeus Olimpio dell’antica Akragas, cioè una scultura alta circa 8 metri che fungeva da elemento architettonico di sostegno. La decisione di ricostruire l'enorme statua dipende in buona parte dal fatto che Agrigento sarà la Capitale italiana della cultura nel 2025: in vista della prestigiosa designazione, il Parco Archeologico della Valle dei Templi si è dato da fare. D'altro canto, la maniera con cui è stata realizzata la ricostruzione e il contesto in cui è stata posta hanno diviso gli addetti ai lavori, che lo hanno definito “Frankenstein” perché è stato ricostruito a partire da altre sculture.

I telamoni di Akragas

L’antica Akragas, l’antenata dell’odierna Agrigento, è stata una delle città greche più importanti e ricche della Sicilia antica. A testimoniare l’altissimo livello di sviluppo della città, c'è tuttora la Valle dei Templi, uno dei parchi archeologici più noti e visitati d’Italia.

Durante il V secolo a. C., il periodo di maggior splendore della città, per commemorare la vittoria sui Cartaginesi nella battaglia di Imera del 480 a.C., gli agrigentini iniziarono a costruire un tempio in onore di Zeus Olimpio, destinato a essere il più grande fra tutti quelli dei Greci d’occidente. Nonostante le aspettative del progetto, il tempio non fu completato, e nel corso dei secoli cadde in rovina.

Uno degli elementi architettonici che caratterizzava l’edificio erano i telamoni, cioè delle statue maschili con le braccia alzate che servivano come elementi di sostegno, anche se in realtà quelli di Agrigento erano stati probabilmente realizzati solamente a scopo decorativo. Erano alti quasi 8 metri e durante gli scavi archeologici nella Valle dei Templi, eseguiti negli anni ‘20, furono trovati moltissimi frammenti di queste statue.

La riproduzione della statua

A seguito delle ricerche dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, negli ultimi anni sono stati individuati e studiati più di 90 frammenti che sono stati riconosciuti come appartenenti a 8 diversi telamoni del tempio. Il telamone che è stato eretto nel parco archeologico è stato realizzato proprio a partire da questi frammenti, componendo una ricostruzione a partire da diversi pezzi originali, supportati da una lastra di acciaio alta 12 metri.

La scultura è stata svelata il 29 febbraio alla presenza del presidente della Sicilia Renato Schifani, dell’assessore ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, del direttore del parco Roberto Sciarratta, del sindaco di Agrigento Francesco Micciché, del prefetto di Agrigento Filippo Romano, e dei curatori del progetto Carmelo Bennardo, e Alessandro Carlino. Il lavoro è stato ritenuto “uno dei migliori biglietti da visita di Agrigento Capitale della cultura 2025” nelle parole del direttore Roberto Sciarratta.

Le critiche al progetto

La scelta di ricostruire uno dei telamoni partendo dai pezzi di altre otto sculture non è stata esente da critiche provenienti dal mondo degli specialistici di museologia e archeologia. Il telamone è stato soprannominato “Frankenstein” ed è diventato bersaglio di polemiche e meme.

Dal punto di vista della ricostruzione archeologica, secondo i detrattori, questo tipo di riproposizione, decontestualizzata e unicamente volta alla spettacolarizzazione, offrirebbe una visione non reale e distorta, priva di un qualsiasi contatto col visitatore che vada oltre il semplice colpo d’occhio.

Chi invece supporta la scelta ritiene che sia una possibilità unica per far puntare i riflettori sul parco archeologico siciliano. D'altro canto un telamone quasi del tutto integro e ricostruito è esposto all’interno del Museo Archeologico di Agrigento, che però non tutti visitano.

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Il telamone originale ricostruito all’interno del Museo Archeologico di Agrigento. Credit: José Luiz Bernardes Ribeiro
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