L'esperimento della goccia di pece è uno tra i più lunghi della storia: se state aspettando che quella goccia nera cada beh… mettetevi comodi! Sono passati ormai 95 anni dall'inizio di questo strano test e si stima che possa continuare per almeno un altro secolo. Ma cosa si cerca di dimostrare? Qual è l'obiettivo?
La storia dell'esperimento con la pece
Nel 1927 il professore di fisica Thomas Parnell, dell’Università del Queensland di Brisbane, in Australia, pensò a un esperimento pratico per la sua lezione sulla viscosità: inserì della pece nera in un imbuto di vetro, la lasciò sedimentare per tre anni e poi tagliò il gambo dell'imbuto, permettendo alla pece di gocciolare molto lentamente, e sigillò tutto in una campana di vetro per impedire alterazioni da agenti esterni.
Ciò fu fatto per dimostrare che la pece, all’apparenza un solido di colore scuro, è in realtà un liquido, seppur estremamente viscoso. Il test superò ogni aspettativa dato che la prima goccia cadde solo 8 anni dopo, nel 1938. L’esperimento continuò anche dopo la morte del professore: pensate che nel 1948 il nuovo custode John Mainstone al momento della caduta della settima goccia si perse il momento clou… perché era a prendere un caffè!
E non è tutto: nel 2000 la webcam posizionata per monitorare l'esperimento si guastò poco prima della caduta dell'ottava goccia. La nona goccia arrivò solo nel 2014, ma il professor Mainstone era morto qualche mese prima. Questo studio sulla viscosità e sulla reologia, sulla carta, continuerà ancora per più di 100 anni. C’è una diretta streaming non stop sull’imbuto, quindi se non volete perdervi la decima goccia vi basta una connessione internet… e tanta tanta pazienza.