Dopo le frequentissime scosse degli ultimi mesi nei Campi Flegrei, e in particolare l'intenso sciame sismico delle ultime settimane, con terremoti che hanno raggiunto la magnitudo 4.2 il 27 settembre e 4.0 il 2 ottobre, da qualche giorno l'area flegrea si trova una fase di silenzio sismico, ovvero di relativa calma. Questo significa che l'attività nei Campi Flegrei è terminata? Non proprio. L'assenza di manifestazioni sismiche non significa infatti necessariamente che l'area non sia più sottoposta a stress. Andiamo a scoprire perché.
Il bradisismo dei Campi Flegrei
L'area flegrea è interessata al fenomeno del bradisismo dovuto al supervulcano sottostante. In poche parole, il suolo che sovrasta la caldera vulcanica alterna fasi di sollevamento e di abbassamento. Questo comportamento è dovuto probabilmente alla risalita di gas e fluidi di origine vulcanica. I periodi di sollevamento sono associati a eventi sismici, a differenza di quelli in cui il suolo si abbassa. Dal 2005 la zona si sta sollevando, con un massimo raggiunto finora di +113 centimetri nel Rione Terra a Pozzuoli.
Si parla ultimamente di crisi bradisismica quando i fenomeni di sollevamento diventano particolarmente rapidi e importanti. Al momento nei Campi Flegrei è in atto una crisi bradisismica: le due precedenti furono nel 1982-1984 e nel 1969-1972.
Il silenzio sismico potrebbe indicare una reazione plastica delle rocce
Come si può facilmente intuire, il bradisismo flegreo è associato a una tensione meccanica, a cui le rocce possono rispondere in vario modo. Semplificando, possiamo avere una risposta elastica (in altre parole, il mezzo accumula abbastanza energia elastica per superare il limite di rottura e rilasciare l'energia tramite terremoti) oppure una risposta plastica (il mezzo si deforma senza rompersi).
Questo potrebbe suggerirci cosa sta succedendo in questi giorni nei Campi Flegrei e perché da qualche giorno i terremoti in zona sembrano essersi placati. Attenzione: al momento non ci sono certezze, questa è soltanto un'ipotesi, benché ragionevole. È possibile che negli ultimi giorni la reazione della crosta terrestre allo stress meccanico sia passata dall'essere elastica (da cui i terremoti delle ultime settimane) a plastica.
La crisi bradisismica flegrea non si è arrestata
Tutto questo ci dice che se ultimamente non stiamo osservando “sintomi sismici” della crisi bradisismica in corso non significa che la crisi non ci sia più. Il suolo in area flegrea sta continuando a sollevarsi, e probabilmente continuerà a farlo nei prossimi mesi. Come spiega Giuseppe Luongo, vulcanologo INGV ed ex direttore dell'Osservatorio Vesuviano:
Il silenzio sismico di questi giorni non indica che il sollevamento si sia arrestato, ma solo, almeno in questa fase, che la parte elastica del sistema mostra che non vi sono volumi di rocce capaci di liberare energia sismica come nei giorni passati. Se la spinta si fosse ridotta di intensità, in modo sensibile, alla scomparsa dei terremoti di maggiore energia (magnitudo), seguirebbe anche una diminuzione della velocità del sollevamento prodotto dalla componente viscosa delle rocce, fino all'arresto della crisi. Tutto ciò è auspicabile, ma il fenomeno al momento non sembra che abbia imboccata decisamente questa direzione.