
È scattato il divieto di balneazione a Sferrocavallo, a Palermo, dopo che ARPA Sicilia ha rilevato un'alta concentrazione di una microalga tossica, Ostreopsis ovata. L'ordinanza, stabilita dal Comune di Palermo, vale per il litorale antistante a viale Florio e durerà finché ARPA Sicilia non riscontrerà con nuove rilevazioni – previste entro una settimana – concentrazioni entro il limite fissato per legge (30.000 cellule per litro). Il contatto diretto con l'alga provoca congiuntivite e dermatite e l'inalazione della tossina (tuttora sconosciuta) che l'alga produce provoca disturbi respiratori, tosse, nausea e cefalea. La loro decomposizione ha inoltre un impatto negativo su altri organismi marini, come pesci, ricci di mare e stelle marine.
Cos'è la microalga Ostreopsis ovata e dove prolifera
Ostreopsis ovata è una microalga unicellulare bentonica (cioè che vive aderendo a un substrato roccioso o ciottoloso), tipicamente tropicale e sub tropicale, originaria del mare del Giappone. Come altre specie alloctone provenienti da mari tropicali è stata introdotta inizialmente attraverso le cosiddette “acque di zavorra” delle navi e poi ha trovato le condizioni adatte per proliferare anche nei nostri mari. È dunque una delle specie coinvolte nel processo di tropicalizzazione del Mediterraneo dovuta al riscaldamento globale, a cui il Mare Nostrum è particolarmente sensibile. La proliferazione di Ostreopsis ovata è dovuta perlopiù a fattori naturali, come le temperature elevate, il riscaldamento delle acque e lo scarso ricambio idrico lungo le coste.
La microalga si riproduce e prolifera con temperature dell'acqua superiori ai 25 °C e scarsa circolazione idrica, fino a raggiungere la fase della fioritura, un aggregato schiumoso di un color nocciola esteso anche per qualche metro quadrato e con formazione di una sorta di patina mucillaginosa di microalghe adese sulla superficie di rocce e ciottoli.
Si tratta di un fenomeno ormai già noto in Italia (e in altre coste del Mediterraneo) dagli anni Duemila. Dopo una prima segnalazione in Toscana risalente al 1998, si sono ripetuti diversi episodi in modo sempre più frequente e diffuso in diverse zone lungo le coste italiane. Per esempio, è stata riscontrata in Puglia nel 2003, in Lazio e Friuli-Venezia Giulia nel 2006, nelle Marche nel 2008 e in Sicilia nel 2012.

Cosa può provocare l'alga tossica: sintomi, effetti sulla salute e sull'ambiente
Durante la fioritura, l'alga rilascia una tossina alquanto pericolosa per la salute umana. Al momento non è certa quale sia esattamente la tossina, ma potrebbe essere simile alla palitossina, che è molto tossica. La tossina si miscela all'aerosol marino che si muove trasportato dal vento fino alla fascia costiera. L'inalazione di questa tossina può determinare disturbi respiratori, tosse, nausea, cefalea nei bagnanti esposti. Inoltre, il contatto diretto con la patina di microalghe in acqua può determinare congiuntiviti e dermatiti.
La tossina è pericolosa anche per altre specie. Superata la fase di fioritura, infatti, l’elevato quantitativo di alghe in decomposizione provoca morie di pesci, ricci di mare, stelle marine e organismi bentonici. L'impatto di questa microalga ha dunque ricadute anche economiche per via della diminuzione del pescato e del turismo balneare.
Quando scatta il divieto di balneazione: la concentrazione massima stabilita dall'ARPA
Il divieto di balneazione stabilito per un tratto del litorale di Sferrocavallo è previsto ogniqualvolta la concentrazione dell'alga misurata dall'ARPA supera un valore di soglia. In diverse regioni italiane è attivo infatti un programma di monitoraggio stagionale della presenza di questa microalga. Il controllo è gestito dalle ARPA (Agenzie Regionali Protezione Ambiente) che effettuano nel periodo estivo anche campionamenti giornalieri secondo precisi protocolli. La soglia di attenzione oltre la quale scatta un’allerta per la proliferazione di questa specie è di di 10.000 cellule per litro nella colonna d’acqua, mentre la normativa nazionale prevede che, per concentrazioni superiori a 30.000 cellule per litro sia vietata la balneazione per rischi sulla salute umana. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato apposite linee guida per la Gestione del rischio associato alle fioriture di Ostreopsis ovata nelle coste italiane.