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Palmanova, storia della città con pianta a stella impossibile da conquistare

Palmanova venne considerata per secoli una delle roccaforti più inespugnabili al mondo. Ma cosa la rendeva praticamente inconquistabile?

A cura di Videostorie
21 Novembre 2023
18:30
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Palmanova, storia della città con pianta a stella impossibile da conquistare
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La città-fortezza di Palmanova è un comune italiano di quasi 5.500 abitanti che si trova nel Friuli-Venezia Giulia,  a pochi chilometri da Udine.
Fu fondata dalla Repubblica di Venezia nel 1593 con un unico scopo: creare la roccaforte più inespugnabile al mondo. Per riuscire in questa impresa i Veneziani si avvalsero dei migliori ingegneri militari dell'epoca, che disegnarono per Palmanova una pianta a stella a nove punte. Proprio per questa sua peculiarità oggi è conosciuta anche come "Città Stellata". Ma qual è la funzione di questa forma così particolare? E cosa la rendeva praticamente inconquistabile?

La pianta a forma di stella di Palmanova

Al contrario di quanto si possa pensare, la forma geometrica della "Città Stellata" non è un abbellimento fine a se stesso. In questa città-fortezza, infatti, ogni singolo dettaglio ha una finalità bellica ben precisa.
Pensate che persino i circa 400 m di lunghezza di ciascun lato furono decisi in base alla gittata dei cannoni, cosicché i loro colpi potessero difendere tutto il perimetro della città.
Allo stesso modo, gli edifici al suo interno furono costruiti più bassi delle mura, in modo che i punti nevralgici della roccaforte rimanessero invisibili ai cannoni nemici. Persino il campanile del duomo ha un’altezza ridotta che lo rende sproporzionato rispetto al resto della struttura.
E le famose nove punte che hanno portato le persone a chiamarla “Città Stellata”? Anche quelle avevano un ruolo difensivo.

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A destra un baluardo, a sinistra un rivellino

Per la precisione, queste “punte di stella” si chiamano baluardi e sono dei terrapieni incamiciati da mura in pietra. I baluardi, grazie alla loro forma, erano in grado di deviare le palle di cannone, diminuendo quindi la potenza dei colpi e limitando i danni.
Questi baluardi, però, da soli non bastavano per difendere Palmanova. Per questo erano collegati tra loro dalle cortine, e cioè nove muraglie lunghe e dritte, protette a loro volta dalle falsebraghe: altre nove file di terrapieni più bassi e sottili.
Come se non bastasse, in cima a ogni baluardo erano posizionati i cannoni ed erano state costruite anche delle strutture in pietra, le logge, che proteggevano i soldati di turno.
Dalle logge partivano poi dei tunnel segreti: le gallerie di transito, che collegavano i baluardi al fossato esterno lungo 4 km, che ancora oggi circonda la fortezza. Queste gallerie erano abbastanza ampie da consentire il transito di soldati a cavallo, che potevano quindi muoversi agilmente e in segreto lungo tutto il perimetro della fortezza. Fuori dalla prima cerchia di protezione, appena oltre il fossato, c’erano invece i rivellini: 9 terrapieni a forma di punta di freccia, simili ai baluardi, ma più piccoli.
Anche i rivellini, oltre a essere circondati da fossati a secco, nascondevano delle gallerie. In questo caso però si trattava di gallerie di contromina: dei cunicoli stretti e lunghi che potevano all’occorrenza essere imbottiti di polvere da sparo e fatti saltare per aria proprio sotto i cannoni nemici!

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Galleria di contromina

È evidente a questo punto che entrare facendo breccia nelle mura era praticamente impossibile; forse conveniva cambiare tattica ed entrare direttamente dalla porta?
In realtà anche questa soluzione era piuttosto complicata da mettere in pratica. Per entrare in città bisognava attraversare un complicato sistema di porte e controporte posizionate tutte attorno ai rivellini.
Una volta superate, si arrivava a uno dei tre ingressi della città, posizionati in corrispondenza di tre delle nove cortine, che però erano dotati di ponte levatoio.

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Perché Palmanova andava difesa a tutti i costi?

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma quali tesori o segreti nascondeva Palmanova per essere tanto fortificata? In realtà nulla, al suo interno non c’erano particolari ricchezze da saccheggiare o personalità importanti da proteggere.
La vera ricchezza di Palmanova stava nella sua posizione strategica e soprattutto in ciò che rappresentava: la potenza della Repubblica di Venezia.
Ma era davvero necessario costruire una fortezza simile? Per rispondere ragioniamo sul contesto storico.

Il contesto storico

Siamo alla fine del 1500 e la Repubblica di Venezia è una delle principali potenze del Mediterraneo, estesa per una buona parte dell’odierna Italia nord-orientale.
Nonostante ciò però, inizia pian piano a preoccuparsi per via dell’avanzata degli Austriaci a nord e dei Turchi a est. Così decide di costruire in una posizione strategica vicino ai confini, quello che sarebbe stato il fortino più inespugnabile al mondo, che mostrasse la superiorità militare ed economica di Venezia. Per portare a termine Palmanova ci vollero anni, ma gli sforzi valsero il risultato. Finalmente Venezia poteva starsene tranquilla, speranzosa che nessuno l'avrebbe più sfidata. Non a caso sull’antico stemma di Palmanova è raffigurata una palma alla cui ombra riposa un leone. Un’allegoria che significa che sotto la protezione di Palma (questo era il nome originario della città), il leone (simbolo di Venezia) poteva dormire sonni tranquilli.

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La conquista di Palma

Effettivamente il leone rimase tranquillo per molto tempo, fino al 1797, quando però gli Asburgo, a più di 200 anni dalla fondazione della città, la conquistarono. Ma come? E tutti i meccanismi e le strutture difensive? Ecco, in realtà gli austriaci presero Palma senza sparare un solo colpo di cannone.
La vicenda si svolse più o meno in questo modo: due ufficiali asburgici bussarono alle porte cittadine dicendo di avere un appuntamento con il provveditore della città. Il guardiano di turno li fece entrare, ma non appena misero piede dentro la cittadella, i due sguainarono la spada intimandogli di aprire le porte. E così il ponte levatoio si alzò ed entrarono oltre mille soldati austriaci che si erano nascosti lungo la strada, proprio dietro tutti quei terrapieni che in teoria avrebbero dovuto proteggere Palma e che invece, ironia della sorte, contribuirono alla sua disfatta. Ecco, complimenti anche alle sentinelle e alle vedette.

Periodo napoleonico

Da allora Palma ha passato diverse fasi storiche, tra cui la dominazione francese, durante la quale Napoleone fece costruire una terza cerchia difensiva, rendendo la pianta della città così come la vediamo oggi. Aggiunse altri nove terrapieni (le lunette napoleoniche) sui quali fece costruire delle casematte difensive e nuovi tunnel segreti. Fu proprio sotto la sua dominazione che venne aggiunto “nova” al nome originario, che stava a significare proprio che per Palma stava per iniziare una “nuova” epoca.

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Il fossato di Palmanova

Palmanova oggi

Oggi Palmanova fa parte dei patrimoni dell’umanità patrocinati dall’UNESCO ed è stata inserita all’interno dei Borghi più belli d’Italia, quindi il nostro consiglio è di andare assolutamente a visitarla, specialmente in occasione di una delle tante rievocazioni storiche di cui ogni anno diventa teatro.

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