Dormire è un piacere, ma, in un certo senso, è anche un dovere perché tutti gli esseri viventi hanno bisogno del sonno per far riposare il cervello, riorganizzare ricordi ed elaborare le esperienze. E per farlo abbiamo bisogno di un luogo sicuro e tranquillo. Mentre la maggioranza dei mammiferi preferisce una tana e una comoda superficie orizzontale, i pipistrelli dormono in verticale e addirittura a testa in giù, suscitando le domande: ma non potevano trovarsi una posizione più comoda? Perché proprio appesi col rischio di cadere? La risposta non è semplice e dipende da fattori fisiologici, evolutivi, biomeccanici, e comportamentali. In breve, la specifica conformazione degli arti inferiori permette ai pipistrelli di agganciarsi a testa in giù senza spendere molta energia; inoltre in questa posizione sono al sicuro dai predatori e possono spiccare il volo velocemente.
I pipistrelli non sono roditori e non tutti dormono a testa in giù
Chiariamo una cosa: anche se sembra strano, i pipistrelli non sono roditori! Appartengono infatti all'ordine dei “chirotteri”, dal greco “mani a forma di ala”, un ordine imparentato ma distinto da quello dei roditori. Ne esistono moltissime specie (sono secondi in numero solo ai cugini roditori) e sono gli unici mammiferi in grado di volare. Inoltre, presentano tratti fisici e comportamentali peculiari, come l’ecolocalizzazione, ossia la capacità di individuare oggetti nello spazio tramite l’elaborazione degli echi delle onde sonore che emettono e, appunto, l'abitudine di dormire a testa in giù. Tuttavia non tutti i pipistrelli dormono a testa in giù, ad esempio Thyroptera tricolor è una specie del sud America che sfrutta delle vere e proprie ventose sulle zampe per dormire, a testa in su, adeso a delle foglie di banano dalla forma arrotolata.
Dormire a testa in giù è una scelta evolutiva
La posizione a testa in giù consente ai pipistrelli di dormire in sicurezza ed essere pronti in men che non si dica a spiccare il volo. La scelta di dormire in questa stramba (almeno secondo la nostra prospettiva) posizione dipende da fattori anatomici, evolutivi e di adattamento.
In termini fisiologici e anatomici, possiamo spiegare il sonno a testa in giù del pipistrello con la conformazione delle ossa e dei tendini degli arti inferiori. Questi infatti, una volta attaccati ai rami o a uno sperone di una grotta, assumono una posizione “a gancio” senza spendere alcuna energia e senza usare muscoli: una volta che c’è la giusta pressione sulle dita delle zampe posteriori, queste si chiudono e si bloccano spontaneamente in quella posizione, grazie alla forza di gravità.
Dormire appesi al soffitto di una grotta presenta dei grossi vantaggi adattativi. In primis, essendo difficilmente raggiungibili dai eventuali predatori, garantisce una notevole sicurezza. Inoltre, rende estremamente facile spiccare il volo, perché al pipistrello basterà aprire le zampe posteriori per trovarsi in caduta libera e volare. Trovandosi già in alto al risveglio, rende anche più veloce il passaggio dal sonno all’attività di caccia, che così risulta facilitata.
Da un punto di vista evolutivo, i pipistrelli si sono adattati sviluppando grosse ali costituite da una membrana di pelle tesa tra il terzo, il quarto e il quinto dito degli arti anteriori. Non è chiaro perché e come si siano evolute queste lunghe ali: dei pipistrelli e dei loro antenati esistono pochissimi fossili! I pochi fossili disponibili hanno già caratteristiche abbastanza simili a quelle dei pipistrelli così come li conosciamo oggi, per cui è difficile capire come si siano evolute le ali. Una delle ipotesi più accreditate è che si siano evoluti da antenati insettivori che cacciavano insetti sui tronchi aggrappandosi con il corpo parallelo al tronco, pronti a correre cadendo verso il basso per agguantare eventuali prede: cacciare insetti volanti sui tronchi è più facile se puoi scattare lasciandoti cadere e approfittando anche dell’accelerazione gravitazionale!
Una questione di prospettiva
Sono moltissimi i modi in cui gli animali possono dormire e ogni specie dorme seguendo abitudini frutto dell’evoluzione e dei mezzi che la propria fisiologia gli mette a disposizione: ci sono addirittura uccelli che dormono in volo. Il caso del Thyroptera tricolor ci fa capire, ad esempio, che anche all'interno dello stesso ordine, alcuni membri possono sviluppare strategie evolutive diverse in base a mezzi e necessità diverse.
Il problema del sonno dei pipistrelli ci insegna quanto sia importante, nella scienza, la prospettiva da cui si studia un fenomeno, permettendoci di riconoscere i bias insiti nel nostro sguardo. Per quanto a noi umani possa sembrare “strana” l’abitudine dei pipistrelli di dormire a testa in giù, questa stranezza è frutto di una prospettiva antropocentrica. Ciò che è spontaneo e naturale per noi, quasi mai lo è per altri esseri viventi, che meritano di essere studiati in maniera più completa e ampia possibile, con uno sguardo libero da pregiudizi e aperto a investigare da molteplici prospettive.