0 risultati
video suggerito
video suggerito
13 Settembre 2024
14:25

Perché la Francia rivendica la scalinata di Trinità dei Monti a Roma? Facciamo chiarezza

La scalinata di Trinità dei Monti, quella che sale da Piazza di Spagna alla Chiesa di Trinità dei Monti a Roma, è stata fatta rientrare nel patrimonio francese in un documento della Corte dei Conti di Parigi. La questione è spinosa, perché ci sono di mezzo secoli di contese e guerre mondiali: la proprietà ora deve essere valutata dalle autorità francesi e italiane.

304 condivisioni
Perché la Francia rivendica la scalinata di Trinità dei Monti a Roma? Facciamo chiarezza
trinita dei monti francia possesso proprieta

La famosa scalinata di Trinità dei Monti, realizzata con fondi francesi su progetto di Francesco De Santis tra 1723 e 1725 e che sale da Piazza di Spagna alla Chiesa di Trinità dei Monti, a Roma, è stata inclusa nella lista degli immobili di proprietà della Francia all'interno della capitale italiana. L'elenco è presente in un documento, un report, che periodicamente la Corte dei Conti di Parigi aggiorna e nella nuova versione ha aggiunto appunto il celebre monumento italiano. In questo articolo capiamo che cos'è questa lista, come funziona e cerchiamo di fare chiarezza sulla questione.

Il patrimonio francese a Roma

A Roma il patrimonio francese conta ben cinque chiese francofone e altre decine di palazzi e immobili vari nel centro storico (tutti in affitto, le cui rendite consentono la costosa manutenzione delle stesse chiese): i principali beni sono la Chiesa di San Luigi dei Francesi, la Chiesa di Sant'Ivo dei Bretoni, la Chiesa dei Santi Andrea e Claudio dei Borgognoni, la Chiesa di San Nicola dei Lorenesi e il Complesso di Trinità dei Monti. Questi edifici, e tutto quello che è conservato al loro interno (come le famose opere di Caravaggio in San Luigi) sono gestiti dai Pii Stabilimenti, un’istituzione posta sotto il controllo dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede in Vaticano, come parte di un accordo internazionale tra i due Stati che risale al Settecento.

La proprietà, periodicamente controllata, ha però dei tratti di ambiguità. Per esempio, durante il fascismo, il governo di Benito Mussolini aveva chiesto che le proprietà dei Pii stabilimenti e di Villa Medici fossero consegnate all'Italia, ma il procedimento fu interrotto: l'addetto dell'ambasciata di Francia presso la Santa Sede, François de Vial, cominciò infatti a trattare per evitare l'annessione dei Pii Stabilimenti, aiutato da Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI. Dopo la fine della guerra non ci sono stati aggiornamenti formali sulle varie proprietà, e il tutto è ancora controllato dall'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede attraverso un amministratore (religioso, che resta a Roma per quattro anni) e un tesoriere (laico, permanente).

Cosa c'entra la Scalinata di Trinità dei Monti con la Francia? Un po' di storia

Cosa c'entra quindi la Scalinata di Trinità dei Monti? L'opera era stata costruita fra il 1723 e il 1725 grazie alle risorse investite dal diplomatico francese Etienne Gueffier: 20mila scudi dell’epoca, una somma considerevole. Gueffier aveva fatto edificare la monumentale scala perché sulla sua sommità della scalinata c'è la Chiesa della Santissima Trinità dei Monti, cioè una delle cinque chiese cattoliche francesi.

Il nuovo rapporto dei magistrati della Corte dei Conti francese, che peraltro denunciano una scarsa gestione da parte italiana dei beni francesi, preoccupanti problemi di sicurezza e procedure di gara opache, sottolinea che "la scalinata è stata costruita con fondi francesi all’inizio del XVIII secolo, e in seguito mantenuta per decenni dai Pii Stabilimenti, custodi dei beni d’Oltralpe, ma anche, in diverse occasioni, negli ultimi anni, dal Comune di Roma, anche attraverso sponsorizzazioni", si legge nel documento (lungo oltre cento pagine). Ma quindi la Scalinata di Trinità dei Monti di chi è?

Essendo passati secoli di incertezze e guerre, la questione è spinosa: i magistrati sostengono che sia "necessaria la conferma dello status giuridico" del monumento, anche per chiarire le responsabilità in termini di manutenzione e restauro. Nel documento c'è scritto che da parte francese hanno avuto delle grandi difficoltà a ottenere informazioni a causa di un “ostinato silenzio” da parte dei vecchi amministratori, per cui il loro suggerimento, riporta il Messaggero, è quello di convertire le Pie Istituzioni in un'istituzione pubblica, rivedendo integralmente le regole del Complesso di Trinità dei Monti, attualmente occupato dai religiosi della Comunità dell'Emmanuel nel quadro di un accordo tra Carlo X e Leone XII risalente al 1828.

Le reazioni dell'Italia in risposta alla pretesa della Francia

Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, ha commentato il fatto dicendo che "viene da ridere", minacciando di mandare "esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al mondo". Pretese italiane di lunga data che, però, non possono riferirsi alla Gioconda, che fu regolarmente venduta alla Francia da Leonardo da Vinci o da un suo allievo nel secondo decennio del Cinquecento.

Fonti
Corriere della Sera Messaggero
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views