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Quando parliamo delle Sette meraviglie del mondo antico ci riferiamo ad una serie di monumenti che, dal punto di vista degli autori classici, furono i più belli e straordinari mai costruiti dall'uomo; paradossalmente, queste strutture coesistettero contemporaneamente integre unicamente per circa 60 anni, e l'unica ad essere ancora in piedi è la più antica di tutte, ovvero la Grande Piramide. Tradizionalmente, le sette meraviglie del mondo antico furono la Grande Piramide di Cheope a Giza, i Giardini Pensili di Babilonia, il Tempio di Artemide a Efeso, la Statua di Zeus a Olimpia, il Mausoleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi e il Faro di Alessandria. Naturalmente bisogna tenere conto che "la lista delle sette meraviglie" venne redatta nel contesto culturale ellenistico del III sec. a. C., e che quindi ignora gli straordinari monumenti eretti da altre civiltà in altre parti del nostro pianeta.
La Piramide di Cheope a Giza

Fra le sette meraviglie, la Piramide di Cheope a Giza, in Egitto, è quella più antica, ma è anche l'unica a essersi conservata. Eretta nel corso del XXVI sec. a. C., era alta 146 metri, e oggi di questi se ne conservano 138. La piramide era parte di una vasta necropoli contenente altre due: quella di Chefren, figlio di Cheope, e quella di Micerino, figlio di Chefren. Realizzata principalmente in enormi blocchi di calcare, venne costruita nel corso di più decenni per essere la tomba del faraone Cheope, regnante della IV dinastia, il cui regno si data tra il 2589 e il 2566 a.C. Il primo autore classico di lingua greca a menzionarla in uno scritto fu lo storico Erodoto nel V sec. a.C.
I Giardini Pensili di Babilonia

Fra tutte le meraviglie, i giardini di Babilonia sono forse la più misteriosa. Ad oggi infatti non vi è alcuna traccia archeologica riconducibile con certezza a questa struttura, e non ne è nota nemmeno l'esatta localizzazione. Alcuni ritengono perfino che non siano mai esistiti e che si tratti semplicemente di una formula poetica. Secondo la tradizione, i giardini furono realizzati tra il VI e il V sec. a. C., al tempo della dominazione Neo-Babilonese sulla Mesopotamia, dal sovrano Nabucodonosor II (604-562 a. C.), e andarono distrutti in un momento imprecisato successivo al I sec. d. C. In contesto mesopotamico, una struttura archeologicamente attestata che potrebbe essere identificata con i Giardini Pensili, sono i giardini fatti realizzare dal sovrano Neo-Assiro Sennacherib (705-681 a. C.). Questi, più antichi di un secolo rispetto al racconto tradizionale, non si trovavano a Babilonia, bensì a Ninive, l'antica capitale assira.
Il Tempio di Artemide di Efeso

L'Artemision fu un tempio dedicato ad Artemide, dea greca della caccia e della luna, costruito in più fasi ad Efeso, in Asia Minore, nell'attuale Turchia, nella provincia di Izmir. Le prime due fasi si datano al VII e al VI sec. a. C., ma quella più recente, menzionata nel canone delle sette meraviglie del mondo antico, risale al IV sec. a. C., dopo la morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a. C. Il tempio di Artemide era lungo 137 metri, largo 69 e alto 60. Il viaggiatore greco Pausania, che lo vide nel II sec. d. C., lo descrisse come pieno di pitture e sculture di fattura eccezionale. Il tempio fu sicuramente ancora in uso nel III e nel IV sec. d. C., e probabilmente cadde in rovina nel corso del V sec. d. C., assieme a molti altri templi pagani, per via dell'affermarsi del Cristianesimo. I materiali della struttura vennero prelevati e reimpiegati per la realizzazione di altre strutture nel corso del Medioevo, e oggi dell'Artemision non rimane che una sola colonna.

La Statua di Zeus di Olimpia

La Statua di Zeus si trovava all'interno di un grande tempio dedicato al re degli dei a Olimpia, uno dei centri più sacri del mondo greco (dove si svolgevano i giochi olimpici). Si trattava di una statua crisoelefantina, ovvero in oro e avorio, alta più di 12 metri, che rappresentava Zeus seduto in trono, risalente al V sec. a. C. Venne realizzata da Fidia (480-430 a. C.), uno dei più famosi scultori della Grecia classica, autore anche di molte famose statue parte dell'apparato decorativo del Partenone di Atene. La statua venne vista e descritta da Pausania ancora nel II sec. d. C., e probabilmente cadde in rovina col resto del santuario di Olimpia a partire dal V sec. d. C., quando il Cristianesimo surclassò i culti pagani.
Il Mausoleo di Alicarnasso

Il Mausoleo fu la monumentale tomba fatta costruire per sé e per la moglie da Mausolo a metà del IV sec. a.C.; questi era un satrapo, ovvero un governatore di una provincia dell'Impero Persiano (anche se era di cultura greca), più precisamente della Caria, dove si trovava Alicarnasso. Questa zona corrisponde oggi al distretto di Bodrum, nella Turchia sudoccidentale. La struttura era alta 45 metri e si presentava come un colonnato sorretto da un poderoso basamento. Il tutto era abbellito da statue di pregevolissima fattura. Il termine "mausoleo", in uso ancora oggi per indicare una grande tomba, deriva proprio da questa costruzione. Il Mausoleo di Alicarnasso rimase in piedi per gran parte del Medioevo, e nel XII secolo venne descritto ancora come in buone condizioni. Probabilmente andò distrutto successivamente da una serie di terremoti, e all'inizio del XV secolo era sicuramente in rovina.

Il Colosso di Rodi

Il Colosso di Helios, il dio del sole, fra le sette meraviglie del mondo antico fu l'ultima ad essere costruita, ma anche la prima ad andare distrutta. Era una statua in bronzo alta 32 metri, fatta costruire dagli abitanti dell'isola di Rodi all'inizio del III sec. a. C. per ringraziare il dio del sole di averli protetti da un'invasione. Non è noto in che parte della città di Rodi si trovasse: alcuni ritengono che fosse presso l'imboccatura del porto, altri sull'acropoli. Il colosso cadde a causa di un terremoto nel 226 a. C., dopo appena 56 anni dalla sua realizzazione. La gigantesca statua non venne restaurata, e molto probabilmente nei secoli successivi divenne una fonte di metallo da cui attingere. Ad oggi non rimane nessuna traccia della struttura.
Il Faro di Alessandria

Il Faro di Alessandria venne realizzato all'inizio del III sec. a. C., al tempo della dominazione tolemaica (l'ultima dinastia di faraoni, di origine macedone) in Egitto. Sembra fosse alto ben 100 metri, e ciò lo avrebbe reso una delle strutture più alte mai realizzate durante l'antichità. Fu costruito sull'isoletta di Faro, parte del delta del Nilo, da cui prese il nome la cui fortuna fu tale da essere utilizzato oggi per definire l'oggetto in se. Conosciamo abbastanza bene l'aspetto che doveva avere grazie alle numerose descrizioni che ci sono giunte nel Medioevo da cronisti e viaggiatori arabi. La base, a pianta quadrata, era sovrastata da una parte centrale a pianta ottagonale, a sua volta sormontata dalla parte finale a pianta circolare. Nell'antichità, sulla cima era collocato un grande specchio che rifletteva la luce solare per segnalare alle navi la posizione del porto di Alessandria anche da molto lontano. Di notte veniva acceso un fuoco, la cui luce veniva amplificata sempre dal grande specchio. Ancora ben conservato nel corso del Medioevo, il Faro crollò tra il X e il XIII secolo a causa di una serie di terremoti. Alcune ricognizioni archeologiche subacquee hanno permesso di trovarne alcuni resti nelle acque antistanti Alessandria.
