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30 Aprile 2024
17:30

Quanti sensi ha un essere umano? Più di cinque: ecco quali sono gli altri

Abbiamo sempre pensato di avere solo cinque sensi (vista, udito, tatto, gusto e olfatto) che corrispondono a diversi organi, ma secondo la scienza ci sarebbero almeno quattro sensi in più: termocezione, nocicezione, propriocezione e senso dell’equilibrio. Ma c'è ancora molto da scoprire.

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Quanti sensi ha un essere umano? Più di cinque: ecco quali sono gli altri
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Tutti a scuola abbiamo imparato a conoscere i cinque sensi – vista, udito, tatto, gusto e olfatto – che corrispondono rispettivamente a specifici organi: occhi, orecchie, pelle, lingua e naso. Sono sensi “esterocettivi”, perché ci offrono informazioni sul mondo esterno. Tuttavia, secondo i neurologi esistono anche quattro sensi “interocettivi”, grazie a dei recettori che ci danno un’idea di ciò che accade dentro il nostro corpo (per esempio quanto ci batte forte il cuore o il gorgoglio della pancia che indica che siamo affamati). Questi quattro sensi sono: termocezione, nocicezione, propriocezione e senso dell’equilibrio. Il mondo sensoriale è ancora in fase di esplorazione, e nel futuro potremmo saperne molto di più. Intanto, scopriamo quali sono questi quattro sensi e alcune curiosità su come funziona la sensorialità.

Quali sono i cinque sensi “tradizionali”

Aristotele (384-322 a.C.) fu il primo a elencare i cinque sensi nella sua opera De Anima:

  • Vista: permette di riconoscere forme, colori e distanze tramite gli occhi. Negli esseri umani e in molte altre specie la visione binoculare permette di percepire la realtà in modo tridimensionale.
  • Udito: permette grazie alle orecchie di percepire le onde sonore.
  • Tatto: è il senso grazie al quale la pelle è in grado alcune caratteristiche fisiche degli oggetti con i quali entriamo in contatto fisico: forma, durezza e consistenza.
  • Olfatto: consente grazie al naso di distinguere gli odori tramite recettori che interagiscono principalmente con le sostanze chimiche volatili presenti nell'aria.
  • Gusto: ha sede nella lingua, in cui sono presenti recettori che interagiscono con le molecole degli alimenti per identificarne il sapore (dolce, salato, acido, amaro, umami).

Quali sono gli altri quattro sensi

Quando parliamo di "senso" parliamo di un sistema biologico utilizzato dal corpo umano per raccogliere informazioni sull'ambiente circostante attraverso la rilevazione di stimoli. Gli stimoli vengono registrati dal cervello sotto forma di dati (processo di trasduzione) per poter essere compresi e immagazzinati. Sebbene ci è sempre stato insegnato che ne esistono solo cinque, secondo i neurologi, oltre ai cinque sensi ne esistono altri quattro (sensi interocettivi):

  • Termocezione: il senso del calore (o della sua mancanza);
  • Nocicezione: percezione del dolore attraverso recettori della pelle (cutanei), delle articolazioni e delle ossa (recettori somatici) e degli organi corporei (recettori viscerali);
  • Propriocezione: ossia il senso del movimento e la consapevolezza del proprio corpo, di dove sono le sue parti anche senza toccarle o vederle. Usiamo questo senso spesso senza rendercene conto, ad esempio quando saliamo i gradini di una scala senza guardarli tutti. Quando a occhi chiusi proviamo a toccare una parte del nostro corpo, perché senza vederla sappiamo dov'è. Le persone con scarsa propriocezione in genere vengono ritenute goffe e scoordinate.
  • Senso dell'equilibrio: determinato dalle cavità piene di liquido (sistema vestibolare) del nostro orecchio, che forniscono al cervello le informazioni riguardo alla posizione della testa e del corpo nello spazio circostante.
bruciatura

Questi quattro sensi sono tanto importanti quanto i primi cinque, e ci permettono di reagire agli stimoli e comprendere il mondo intorno e dentro di noi.

L'interpretazione dei sensi avviene grazie al cervello

cervello elabora dati

A che servirebbero i sensi se non potessimo interpretarli? Qui entra in gioco il cervello, che ci aiuta a interpretare i dati in due modi. Il primo è grazie agli stimoli sensoriali provenienti dai nostri recettori. Per capirci: se mettiamo le dita sul polso per "sentire il polso", non solo ci basiamo su ciò che sentiamo del nostro battito (quindi le pulsazioni e i dati sensoriali effettivi) ma anche tramite previsioni del cervello, che riesce a interpretare le pulsazioni in base all'esperienza.

Il secondo tipo di interpretazione, invece, ci permette di comprendere anche sensi per i quali non abbiamo recettori precisi: pensiamo al sapore, che arriva al cervello grazie a a una combinazione di dati gustativi e olfattivi (gli odori vengono inviati alla bocca in un processo chiamato rinvio olfattivo), o l'umidità, che viene percepita con una combinazione di tatto e temperatura.

Sovrapposizione tra sensi

Alcuni recettori potrebbero essere utilizzati per più di un senso. Ad esempio: le retine dei nostri occhi fanno entrare le onde luminose necessarie per permetterci di vedere, ma oltre a questo alcune cellule retiniche informano il cervello se è giorno o notte. Questo senso, che potremmo definire "senso giorno/notte" non è stato classificato, ma è importantissimo per il nostro ritmo circadiano e sonno/veglia.

Proprio per questo tipo di sovrapposizioni alcuni neurologi ritengono che i sensi potrebbero essere addirittura 21, e bisogna considerare che questo numero non comprende esperienze fisiologiche come la sensazione di fame o di sete, il senso di profondità o del pericolo, e così via.

Ci sono cose che noi chiamiamo “sensi”, come ad esempio il "senso dell'orientamento", ma che non sono altro che attività cognitive post-sensoriali e che non rientrano nella categoria dei sensi di cui stiamo parlando.

Alcune persone, invece, possono sperimentare più sensi insieme. Questo è il caso delle persone con sinestesia, che possono vedere i suoni come colori o associare determinate viste a specifici odori. Si tratta di una sorta di "inganno" del cervello, che che associa stimoli provenienti da un senso a risposte in una altro senso.

I sensi che hanno altri animali ma non gli esseri umani

Abbiamo scoperto che ci sono altri quattro sensi, e forse potremmo averne anche di più. Ce ne sono però alcuni che per questioni biologiche non apparterranno mai al genere umano, ma negli animali sì, e sembrano quasi dei superpoteri!

Pensiamo ad esempio agli squali e alle razze, dotati di elettroricezione (senso che permette loro di percepire gli stimoli elettrici), o a insetti e uccelli, che hanno il senso della magnetoricezione (rilevano i campi magnetici e li usano per i loro sistemi di navigazione). Avete mai sentito parlare invece di linea laterale dei pesci? Questo sistema sensoriale caratteristico dei pesci serve a evitare la collisione con predatori e ostacoli (molto utile soprattutto in condizioni di scarsa luce).

Pesce in cui è chiaramente visibile la linea laterale
Pesce in cui è chiaramente visibile la linea laterale, sistema sensoriale che gli permette di evitare ostacoli e predatori

Quello che sappiamo per certo è che sin dagli albori i sensi hanno aiutato gli animali e noi esseri umani a sopravvivere nella natura, e oggi continuiamo a farlo anche se la vita è radicalmente cambiata rispetto a quella dei nostri antenati.

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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