Ogni giorno, inviamo e riceviamo decine e decine di e-mail. E se vi dicessimo che inviare e ricevere messaggi di posta elettronica ha un impatto ambientale significativo? Questo è ciò che hanno scoperto alcuni ricercatori analizzando il potenziale inquinamento dovuto all'uso delle e-mail che, come ogni attività digitale (intelligenza artificiale compresa), contribuiscono alle emissioni globali di CO2e o CO2 equivalente, un'unità che misura l'impatto complessivo dei gas serra equivalenti all'anidride carbonica (la CO2 appunto). Anche se singolarmente un messaggio e-mail genera pochi grammi di CO2e, il volume complessivo delle e-mail scambiate a livello mondiale nel 2021 ha raggiunto i 306 miliardi, una cifra che dovrebbe superare i 376 miliardi entro il 2025. L'impatto globale? Si stima che le e-mail abbiano generato circa 150 milioni di tonnellate di CO2e nel 2019, rappresentando lo 0,3% delle emissioni globali. L'utilizzo medio delle e-mail, in pratica, inquina tanto quanto una persona che guida una piccola auto a benzina per circa 206 km. Ridurre l'invio di e-mail inutili o ottimizzarne la gestione, se fatto in modo congiunto da un numero considerevole di utenti, potrebbe fare una differenza sorprendente per il nostro pianeta.
Perché le e-mail inquinano
Ogni e-mail che riceviamo e inviamo ha dietro di sé un sistema complesso fatto di dispositivi, data center e complesse infrastrutture di Rete. Dal computer o smartphone che utilizzate per scrivere il messaggio, all'energia necessaria per inviarlo attraverso reti globali, tutto consuma risorse. Le e-mail più semplici, come quelle di spam filtrate dai sistemi, hanno un'impronta minima, intorno ai 0,03 grammi di CO2e. Tuttavia, allegare file pesanti, immagini o loghi può far salire questo valore fino a 50 grammi per singolo messaggio.
Le cifre relative alle emissioni possono sembrare piccole, ma accumulate nel tempo e con miliardi di utenti, diventano rilevanti. Solo nel Regno Unito, se ogni adulto inviasse un’e-mail di cortesia in meno al giorno (le classiche risposte in qui rispondiamo «Grazie!» ai nostri contatti), si potrebbero risparmiare 16.433 tonnellate di CO2e all’anno. È l’equivalente di togliere dalla strada le emissioni di 3.334 auto diesel.
Stando ad alcune stime, la produzione e la gestione delle tecnologie digitali (che riguardano non solo le e-mail) rappresentano già il 3,7% delle emissioni globali di gas serra, un dato simile a quello dell’intera industria aerea. Gran parte di queste emissioni proviene dai data center, i giganteschi “magazzini digitali” che archiviano e distribuiscono informazioni su scala globale. Sebbene molti siano sempre più efficienti, grazie anche all’uso di energie rinnovabili, una parte significativa è ancora alimentata da combustibili fossili.
Quante emissioni di CO2e producono le e-mail
Ma veniamo ora alla domanda principale dell'articolo: quanto inquinano le e-mail? Fare dei calcoli esatti non è un compito semplice, in quanto le variabili in gioco sono moltissime. Tutto dipende dal dispositivo utilizzato per scrivere l'e-mail, quanto tempo ci è voluto al mittente per scriverla e al destinatario per leggerla, la presenza o meno di immagini, emoji, allegati di grandi dimensioni, firma con logo aziendale, e moltissimi altri fattori ancora.
Nell'ultima edizione del suo libro, How Bad are Bananas?: The Carbon Footprint of Everything (2020), Mike Berners-Lee (fratello del ben più famoso Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web), colloca questo intervallo tra 0,03 g e 26g, a seconda del messaggio preso in esame, come schematizzato in questa tabella.
Tipologia di e-mail | Emissioni di CO2e prodotte |
---|---|
E-mail spam rilevata dai filtri della propria inbox | 0,03 g |
E-mail breve inviata e ricevuta su uno smartphone | 0,2 g |
E-mail breve inviata e ricevuta su un laptop | 0,3 g |
E-mail lunga che richiede 10 minuti per essere scritta e 3 minuti per essere letta, inviata e ricevuta su un laptop | 17 g |
Messaggio di una newsletter che richiede 10 minuti per essere scritto e inviato a 100 persone, di cui 1 la legge e le altre 99 la guardano per 3 secondi | 26 g |
Come ridurre l'impatto ambientale delle e-mail
Compreso il potenziale inquinante generato dalla posta elettronica non possiamo che chiudere l'articolo con un piccolo vademecum su come ridurre l'impatto ambientale delle e-mail.
- Iscrivetevi solo alle newsletter che ritenete interessanti, annullando l'iscrizione a quelle che non reputate più utili.
- Usate messaggi brevi, semplici, che vadano dritti al punto.
- Anziché allegare documenti di grandi dimensioni, valutate la possibilità di inserire dei link che rimandano a servizi di storage online che li contengono.
- Evitate le risposte non necessarie, come quelle di “cortesia”.