Nuova eruzione vulcanica in Islanda, nella penisola di Reykjanes, a circa 800 metri dal centro abitato di Grindavik. L'eruzione è cominciata il 16 marzo alle 20:23 (ora locale). Le autorità islandesi hanno dichiarato lo stato di emergenza dopo che la lava e il fumo hanno cominciato a fuoriuscire da una nuova frattura nel suolo, riversandosi nelle zone circostanti. Si tratta della quarta eruzione nella zona negli ultimi tre mesi. La cittadina di Grindavik (3800 abitanti) è stata nuovamente evacuata. Questa, come molti ricorderanno, non è la prima eruzione che interessa l'area negli ultimi mesi: già a dicembre 2023 la lava aveva colpito la zona e a gennaio 2024 aveva addirittura travolto alcune abitazioni del villaggio. Fortunatamente nel caso di quest'ultima eruzione non sono stati segnalati particolari danni e il flusso di lava sembra essere in lenta diminuzione, come confermato anche dall'Icelandic MetOffice.
Un aspetto da tenere sotto controllo, però, è l'eventuale contatto della lava con l'acqua. Anche se a oggi viene considerato abbastanza improbabile, nell'immagine sottostante è riportato il punto in cui il materiale vulcanico potrebbe toccare l'oceano e, con dei cerchi rossi, le aree più a rischio: il contatto della lava con l'acqua e il successivo raffreddamento infatti potrebbe produrre gas potenzialmente nocivi per la popolazione, come acido cloridrico. Il cerchio più piccolo, con un raggio di 500 metri dal punto di possibile contatto della lava con l'acqua oceanica, indica l'area in cui esiste il rischio di morte per inalazione di acido cloridrico; il cerchio più grande (3 km di raggio, che copre anche buona parte di Grindavik) è l'area in cui il gas può creare problemi di salute.