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12 Novembre 2024
6:00

Tasto “Esc” del computer: chi l’ha inventato e a cosa serve

Il tasto “Esc”, ideato negli anni '60 da Bob Bemer, era nato per facilitare il cambio di codice tra sistemi diversi. Oggi serve semplicemente a interrompere processi o chiudere alcune finestre.

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Tasto “Esc” del computer: chi l’ha inventato e a cosa serve
tasto esc

Il tasto “Esc” (abbreviazione di “escape”, ovvero “scappare”) è senz'alcun ombra di dubbio uno dei tasti più longevi e iconici tra quelli presenti nella tastiera dei nostri computer. Collocato sempre nell’angolo superiore sinistro, la sua storia inizia negli anni '60 grazie all’inventiva di Bob Bemer, un programmatore che lavorava per IBM, era alla ricerca di una soluzione che abbattesse i limiti di comunicazione tra i computer. All’epoca, ogni macchina utilizzava un proprio linguaggio e scambiava informazioni con metodi diversi. Bemer inventò il tasto “Esc” come strumento per facilitare lo “switch” del computer da un codice all'altro, facilitando la compatibilità tra sistemi diversi. Oggi questo tasto ha un uso più marginale e viene utilizzato principalmente per annullare comandi, chiudere alcune finestre di dialogo o uscire da modalità specifiche in cui si trova il sistema operativo.

Com'è nato il tasto “Esc” e quale funzione aveva

Bob Bemer, con la sua visione pratica e lungimirante, intuì quanto fosse importante un tasto di “interruzione”, che permettesse agli utenti di avere pieno controllo della macchina. La sua lungimiranza è comprovata anche dal fatto che, già negli anni '70, iniziò a mettere in guardia la comunità di informatici dell'epoca dal Millennium bug o Y2K bug, un problema potenzialmente distruttivo che, a suo dire, avrebbe messo a rischio i computer nel 2000 e che, ancora oggi, viene ricordato come uno dei 5 bug più costosi della storia dell'informatica (non tanto per i suoi effetti, quanto per la spesa affrontata da aziende e governi per evitarne i danni potenziali).

Tornando al tasto “Esc”, questo rappresentava per Bemer il risultato del suo lavoro nel trovare la soluzione a un problema piuttosto importante per l'epoca. Come spiegato in un vecchio articolo del The New York Times, al tempo di Bemer «computer di diversi produttori comunicavano in una varietà di codici» e per questo motivo «inventò il tasto “Esc” come soluzione per i programmatori di passare da un tipo di codice a un altro». Successivamente, quando i codici dei computer furono finalmente standardizzati (impresa che fu resa possibile anche grazie al contributo dello stesso Bemer), “Esc” si trasformò in una sorta di bottone di interruzione disponibile sul PC, «un modo per colpire il computer e dire “Smettila”».

A proposito di questo, secondo Jack Dennerlein, esperto di interazione uomo-computer della Harvard School of Public Health, il tasto “Esc” incarna una sorta di “pulsante di controllo” che ha aiutato le persone a sentirsi più sicure «contibuendo a guidare la rivoluzione informatica degli anni '70 e '80».

Come viene usato il tasto “Esc” oggi

Considerato il fatto che il tasto “Esc” non svolge più il suo compito originale – ovvero permettere ai programmatori di passare da un tipo di codice a un altro in modo rapido e indolore – potrebbe sorgere spontanea la domanda: a cosa serve oggi? Nei moderni sistemi operativi, consente di cancellare caselle di ricerca, interrompere download e chiudere menu e finestre pop-up. È anche utile nei giochi come tasto di pausa o interruzione. Nei sistemi a riga di comando e in alcuni editor di testo, è usato per cambiare modalità operative, una funzionalità ereditata dai terminali tradizionali. Sebbene oggi l’uso del comando “Esc” sia evidentemente più limitato rispetto al passato, il suo contributo all’informatica rimane assolutamente rilevante!

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