
Giovedì 23 dicembre 2021 alle ore 22:33 un terremoto ha colpito la Sicilia orientale in prossimità di Catania, facendo registrare un valore di magnitudo pari a 4.3. In realtà l'area è stata interessata da una sequenza di scosse di lieve intensità per tutta la serata e, complessivamente, tra le 21.34 del 23 dicembre e le 7.29 del 24 dicembre l'INGV riporta ben 19 distinte scosse di magnitudo superiore a 2. Il terremoto più intenso è stato avvertito dalla provincia di Catania a quella di Siracusa.
Le caratteristiche del terremoto
L'epicentro di questo sisma è stato localizzato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a circa 6 km dal comune di Motta Sant'Anastasia, in provincia di Catania (coordinate geografiche lat-lon: 37.484, 14.918). Si stima una profondità del terremoto di circa 11 km, nonostante altre scosse nell'arco della stessa serata siano riconducibili a profondità leggermente minori, attorno ai 9-10 km.
Il suo valore sulla scala Mercalli (MCS) è compreso tra il quinto e il sesto grado ma, nonostante questo, al momento non risultano segnalazioni di danni o feriti.
Cosa ha causato il terremoto?
Vista la vicinanza di Catania con l'Etna, verrebbe spontaneo pensare che i terremoti del 23 dicembre siano direttamente collegati all'attività del vulcano. In realtà questo sisma molto probabilmente ha un'altra origine. Quale?
La Sicilia è una zona sismica a causa dello scontro tra due placche tettoniche: quella Africana e quella Eurasiatica. Questo scontro genera complessi sistemi di faglie che, con nel corso del tempo, possono dare vita a terremoti anche molto intensi. Nel caso di oggi, ad esempio, è probabile che il sistema di faglie coinvolto nella sequenza di scosse sia quello chiamato "Gela-Catania".

Per questo motivo l'area di Catania è classificata come ad alta pericolosità sismica, come si può osservare dall'immagine sottostante. Storicamente infatti la zona è stata interessata da terremoti con magnitudo compresa tra 4 e 5 e, in particolare, si può ricordare il sisma del 23 dicembre 1959 con magnitudo 5.1.
