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16 Novembre 2024
11:07

Trattenere lo starnuto fa male? Sì, può causare lesioni vascolari e fratture toraciche

Starnutire è un’utile reazione protettiva delle vie aeree, che ci permette di liberarci da polvere e agenti esterni. Trattenere uno starnuto non è una buona idea, perché porta a un aumento della pressione dell'aria nei polmoni che, se non viene rilasciata, può causare emorragie, fratture, danni cerebrali e polmonari.

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Trattenere lo starnuto fa male? Sì, può causare lesioni vascolari e fratture toraciche
Fa male trattenere uno starnuto

Lo starnuto è un riflesso innato che consiste nella rapidissima espulsione di aria dai polmoni attraverso naso e bocca. È un riflesso di difesa che libera le vie respiratorie da corpi estranei come polvere e allergeni. Quando lo tratteniamo, però, l'aria che normalmente verrebbe espulsa dal naso, può accumularsi causando danni. In questi casi, infatti, la pressione dell'aria che tratteniamo aumenta notevolmente nei polmoni, nel torace e nella testa, e, se non viene rilasciata, può danneggiare anche i vasi sanguigni, portando a emorragie o addirittura danni cerebrali. Inoltre, la pressione può danneggiare la gabbia toracica, provocando fratture o lesioni ai polmoni. Sebbene queste lesioni siano rare, il rischio esiste, soprattutto in persone che potrebbero avere condizioni preesistenti. Quindi piuttosto che trattenersi è sempre meglio starnutire.

Cos’è lo starnuto e a cosa è dovuto

Lo starnuto svolge una funzione analoga a quella della tosse, ovvero di liberazione delle vie aeree, tramite espulsione di un intenso flusso d’aria: è infatti un meccanismo di difesa del corpo. Nel naso sono presenti terminazioni nervose in grado di segnalare la presenza di corpi estranei, come polvere, allergeni e altro. Quando questi elementi sono presenti, il nervo trigemino invia un segnale a centri specifici del cervello, che lo ritrasmettono ai polmoni, al diaframma e ad altri muscoli. Questo passaggio di informazioni avvia una sequenza di azioni involontarie, automatiche, che non sono sotto il nostro controllo.

Starnuto pulisce vie aeree

Come prima cosa, avviene un’inspirazione più o meno profonda. Subito dopo si chiude la glottide, un insieme di muscoli che separano la faringe dalle vie respiratorie. Avviene quindi una compressione dei polmoni a glottide chiusa e l’aria contenuta nei polmoni raggiunge una notevole pressione. Infine, l’apertura improvvisa della glottide permetterà a quest’aria compressa di fuoriuscire a gran velocità, fuoriuscendo da bocca e naso, liberandoli da eventuali corpi estranei.

Dunque starnutire, per quanto possa essere fastidioso, è in realtà una reazione difensiva fondamentale, senza la quale potenziali patogeni delle vie aeree superiori potrebbero finire nei nostri polmoni esponendoci al rischio di gravi danni e infezioni. In teoria, quindi, trattenere uno starnuto impedisce che si esplichi questa funzione difensiva, e inoltre le conseguenze possono essere ben più concrete e immediate.

Cosa succede nei polmoni quando si starnutisce: la fisica degli starnuti

Per capire i rischi concreti che derivano da uno starnuto trattenuto, dobbiamo fare riferimento a una famosa legge fisica e tornare alla sequenza di azioni che generano il flusso d’aria. La legge di Boyle, o legge dell’isoterma, mette in relazione il volume e la pressione di un gas spiegando che, a temperatura costante questi due parametri sono inversamente proporzionali.

In pratica ciò significa che, mantenendo costante la temperatura, l’aumento del volume di un gas comporta una diminuzione della pressione che esso esercita, e viceversa: comprimendo un gas, quindi riducendone il volume, la pressione aumenta. Quando chiudiamo la glottide, isoliamo l’aria nei polmoni e poi la comprimiamo, riducendone il volume tramite i muscoli intercostali, addominali e del collo. Così facendo, aumenta la pressione dell’aria nei polmoni, che spinge con maggior forza contro la glottide, l’unica possibile via di sfogo.

Normalmente, appena la glottide si apre, la pressione si sfoga verso l’esterno. Ma se tappiamo naso e bocca, la pressione si ridistribuisce all’interno, e può così provocare effetti pericolosi.

Trattenere starnuto

Cosa succede se trattieniamo gli starnuti: le conseguenze

Starnutire senza opporre resistenza è di gran lunga più sicuro che trattenerlo, perché, anche se raro, il rischio di danni interni esiste: sono state infatti riportate diverse lesioni causate da starnuti trattenuti, la cui entità dipende dalla pressione che genera lo starnuto.

Le lesioni possono essere raggruppate in cardiovascolari e non cardiovascolari. Le lesioni cardiovascolari derivano dal fatto che la pressione dello starnuto, se non sfogata, aumenta la pressione intra-toracica, rendendo difficoltoso l’afflusso di sangue al torace da distretti quali l’addome e la testa. Il sangue di questi distretti infatti deve vincere una pressione molto superiore al normale.

Questo improvviso aumento di pressione venosa può ripercuotersi sui capillari oculari, portando, nei casi più estremi, a emorragie minori o microfratture nelle orbite oculari. Talvolta si possono osservare anche effetti a livello cerebrale: la pressione del sangue che non riesce a scendere al torace, può essere dirottata verso i seni nasali e le piccole arterie del cranio, che rischiano così di danneggiarsi, provocando, in casi rari, emorragie intracraniche.

Nelle lesioni non cardiovascolari, a livello del torace, il pericolo deriva dal fatto che la pressione può spingere contro la struttura stessa del polmone e della gabbia toracica. In alcuni casi, il risultato può essere un piccolo collasso del polmone o la formazione di piccole sacche d’aria sotto la pelle, un fenomeno chiamato enfisema sottocutaneo. Sono persino state riportate fratture delle costole.

Sebbene queste lesioni siano talvolta avvenute in presenza di fattori di rischio, come pregresse fratture alle ossa del cranio o in pazienti con patologie polmonari, secondo una review pubblicata sull'American Journal of Rinology and Allergy, la maggioranza (65%) è  avvenuta in individui senza fattori di rischio.

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