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1 Settembre 2022
11:18

Artemis 1 tenterà di nuovo il lancio verso la Luna il 3 settembre

Il lancio del nuovo programma lunare americano Artemis è stato tentato il 29 agosto. Ma cosa ha causato il fallimento del lancio inaugurale?

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Artemis 1 tenterà di nuovo il lancio verso la Luna il 3 settembre
Il razzo SLS sulla rampa di lancio.
Credit: NASA/Steve Seipel

Artemis 1 è la prima missione del programma Artemis della NASA, che ha l’obiettivo di riportare esseri umani sulla Luna entro la fine del decennio. Dopo mesi di test e preparativi, il 29 agosto il razzo SLS (Space Launch System) e la capsula Orion erano pronti sul pad di lancio 39B di Cape Canaveral per il lancio della missione, senza equipaggio, in cui si sarebbero dovute testate le manovre e le operazioni necessarie per i futuri allunaggi. Il conto alla rovescia è stato interrotto 40 minuti prima del lancio a causa di alcuni problemi tecnici, che hanno infine costretto l’agenzia spaziale americana a rimandare il lancio. Il nuovo tentativo avverrà sabato 3 settembre, in una finestra di lancio di 2 ore che inizierà alle 20:17 italiane.
Andiamo a scoprire cosa non ha funzionato a dovere nel primo tentativo di lancio dell'Artemis 1, come si intende risolvere il problema e quali sono i pronostici per sabato.

Perché il primo lancio dell'Artemis 1 è fallito?

Vediamo brevemente cosa ha compromesso la partenza di Artemis 1 del 29 agosto.

La perdita al connettore

Durante la fase di countdown sono emersi due problemi inaspettati. Il primo è stato una perdita di idrogeno liquido in uno dei collegamenti che trasportano questo propellente nei serbatoi del razzo. I motori dello stadio principale sono alimentati infatti con idrogeno liquido e ossigeno liquido, mantenuti a temperature criogeniche (circa –250 °C). Il problema era serio, ma gli ingegneri NASA lo avevano risolto già durante il conto alla rovescia regolando manualmente il flusso del propellente all’interno del connettore. Questo imprevisto quindi non avrebbe impedito il lancio.

Problemi al motore

Il secondo problema, più grave, riguardava invece l’insufficiente pre-raffreddamento di uno dei motori. Lo stadio principale di SLS ha quattro motori, che devono essere mantenuti a una temperatura di –251 °C tramite iniezioni di idrogeno liquido. Questo perché, come detto, i propellenti vengono caricati a temperature bassissime ed è fondamentale evitare shock termici quando i propellenti vengono in contatto con i motori.

I quattro motori dello stadio principale di SLS.
I quattro motori dello stadio principale di SLS in bella vista durante una fase di trasporto (credit: NASA).

I motori 1, 2 e 4 si trovavano 6 °C oltre la temperatura ottimale, un valore comunque all’interno dei parametri di sicurezza. Il problema era al motore 3, che è sempre rimasto oltre 20 °C sopra la temperatura prevista nonostante tutte le procedure fossero state seguite correttamente. Per tentare di risolvere il problema gli ingegneri hanno tentato di deviare una parte dell’idrogeno liquido destinato agli altri motori verso il motore 3, ma la strategia non ha funzionato.

Il problema non era imputabile al motore stesso, ma allo stadio principale del razzo. Questa è una fortuna, perché significa che il problema si può aggirare. L’idea è di cominciare a pre-raffreddare il motore con un anticipo di circa mezz’ora rispetto alla tabella di marcia. Questo dovrebbe consentire il successo del lancio. Bisogna tenere conto del fatto che le ultimissime fasi prima del lancio non erano mai state testate prima: per questo la NASA aveva dichiarato che si sarebbero potuti incontrare imprevisti. Del resto quando si parla di macchine così straordinariamente complesse l’imprevisto dell'ultimo minuto è più che probabile e tutt’altro che infrequente. Soprattutto tenendo conto che il motore 3 di SLS è già stato usato sei volte in passato, a partire dal 2006, in altrettante missioni Space Shuttle.

Cosa potrebbe andare storto

Naturalmente c'è la possibilità che anticipare il pre-raffreddamento non dia il risultato sperato, ma al momento l'ostacolo principale sono le condizioni meteorologiche. Per questioni di sicurezza è prassi infatti rimandare i lanci in caso di maltempo. Nel momento in cui questo articolo viene scritto, la probabilità che il meteo a Cape Canaveral sarà favorevole al lancio è del 40%, una percentuale non certo altissima. Sono previsti rovesci sporadici.

Qui la parola chiave è “sporadici”. Anche in caso di rovesci durante la finestra di lancio, è possibile che tra un momento di pioggia e l'altro ci siano degli intermezzi più tranquilli in cui il lancio sarà possibile. Al momento non ci rimane che aspettare. Nel caso in cui il lancio di Artemis 1 dovesse essere rimandato per qualunque motivo, le prossime disponibilità saranno nei due giorni successivi, 4 e 5 settembre. Speriamo naturalmente che tutto vada per il meglio e che venerdì sera potremo assistere all'inizio della prima missione del programma che riporterà la nostra specie sulla Luna!

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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