Lunedì 22 aprile 2024 avrà luogo la prima delle tre esercitazioni della Protezione Civile previste per il 2024 nell’area dei Campi Flegrei, che coinvolgerà soltanto i soggetti istituzionali. Per quanto riguarda la popolazione, l’esercitazione prevede soltanto l’evacuazione di quattro scuole a Napoli, Pozzuoli e Bacoli. Il suo obiettivo sarà quello di testare le procedure operative da adottare nel caso in cui si accentuino i terremoti legati al fenomeno del bradisismo, in base ai primi due scenari previsti dal Piano speditivo di emergenza della Protezione Civile.
Questi test sono fondamentali per consentire al Sistema della Protezione Civile di essere più preparato in caso di necessità e il fatto che vengano svolti non deve costituire un motivo di allarme per la popolazione. Le scosse avvenute finora, comprese quelle dell’ultimo sciame sismico del 14 aprile, anche quando relativamente forti non hanno infatti causato danni significativi.
L’esercitazione del 22 aprile: gli interventi in base ai possibili scenari
L’esercitazione del 22 aprile si svolgerà “per posti di comando”, cioè coinvolgerà soltanto i soggetti istituzionali preposti: il Dipartimento della Protezione Civile, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la Regione Campania, i Comuni interessati (in particolare quelli di Pozzuoli, Bacoli e Napoli) e la Città metropolitana e la Prefettura di Napoli. Gli unici interventi che coinvolgeranno la popolazione riguarderanno l’evacuazione di quattro scuole di Napoli, Bacoli e Pozzuoli: il personale scolastico e gli studenti verranno condotti nel punto di raccolta previsto, mentre avrà luogo la simulazione della verifica dei danni agli edifici. Le scuole coinvolte sono l’istituto Madonna Assunta (Napoli), l’istituto Paolo di Tarso (Bacoli), le scuole San Giuseppe e Giacinto Diano (Pozzuoli).
Lo scopo dell’esercitazione è verificare il corretto funzionamento dei centri di coordinamento e delle sale operative nel caso in cui si inaspriscano i fenomeni legati al bradisismo, in base ai primi due scenari previsti dal Piano speditivo di emergenza del 12 ottobre 2023, elaborato dal Dipartimento della Protezione Civile.
– Il primo scenario prevede che le scosse sismiche producano danni limitati e localizzati in aree poco estese. In questo caso si interviene mettendo in sicurezza gli edifici ed eventualmente vietandone l’accesso. Queste azioni vengono attuate dal livello locale e regionale in raccordo con il livello nazionale.
– Il secondo scenario prevede che le scosse sismiche producano danni più gravi in aree più ampie di territorio e a un numero significativo di edifici e infrastrutture. In questo caso si prevedono verifiche speditive dei danni, il ripristino di edifici e infrastrutture e operazioni di soccorso alla popolazione. Questo scenario prevede il coinvolgimento del livello nazionale con il coordinamento del Comitato Operativo della Protezione Civile e l’eventuale attivazione della Direzione di Comando e Controllo.
Le esercitazioni di maggio e ottobre
Il 30 e il 31 maggio seguirà una seconda fase del test, con lo scopo di verificare le procedure operative relative al terzo scenario previsto dal Piano speditivo di emergenza. Esso prevede un aumento significativo delle deformazioni, accompagnato da un incremento della frequenza e dell’energia dei terremoti, con conseguenti gravi danni a edifici e infrastrutture e l’impossibilità di garantire i servizi essenziali per i cittadini. Le procedure operative in questo caso possono includere l’allontanamento parziale o totale della popolazione. Tale scenario prevede il coinvolgimento del livello nazionale con il coordinamento del Comitato Operativo della Protezione Civile e l’attivazione della Direzione di Comando e Controllo.
Per il mese di ottobre, invece, è in programma una terza esercitazione per testare il Piano nazionale per il rischio vulcanico che era già stato sperimentato nell’ambito dell’esercitazione “Exe Flegrei 2019”.
Per approfondire, ecco un mini-documentario sui Campi Flegrei realizzato in collaborazione con Fanpage: