
Nello scenario peggiore, un'eruzione vulcanica ai Campi Flegrei sarebbe preceduta da intensi terremoti e un innalzamento del suolo di qualche metro. Provocherebbe una colonna eruttiva anche di 20-30 km di altezza. Il suo collasso, unito al cedimento della grande caldera (12-13 km di diametro) di quello che giornalisticamente è noto come “supervulcano”, provocherebbero flussi piroclastici o nubi ardenti a temperature di oltre 500 °C che si muoverebbero a velocità di centinaia di km/h. I Campi Flegrei si trovano a ovest di Napoli, attorno al Golfo di Pozzuoli; ponendo il centro dell'eruzione nella Solfatara, al centro della caldera, i flussi piroclastici invaderebbero tutta l’area di Pozzuoli, Agnano, Quarto, Bagnoli e Fuorigrotta, fino al rilievo di Posillipo, sfiorando quindi la città di Napoli.
In questo mini-documentario mostriamo una ricostruzione 3D scientificamente accurata di questo scenario, che è il più violento ma anche il meno probabile, rifacendoci all'ultima grande eruzione dei Campi Flegrei, l'eruzione pliniana di Agnano-Monte Spina avvenuta 4550 anni fa. Lo scenario è considerato poco probabile per la prossima eruzione dei Campi Flegrei perché eruzioni di questa portata sono rare nella zona (3 o 4 negli ultimi 15.000 anni su un totale di 70 eruzioni). Un'eventuale ripresa dell'attività eruttiva nell'area flegrea sarebbe più probabilmente associata a uno scenario di intensità medio-bassa, simile a quello dell'ultima eruzione avvenuta nel 1538, la cosiddetta eruzione del Monte Nuovo. In questo scenario potrebbero accumularsi fino a 30 centimetri di ceneri nella zona immediatamente adiacente alla caldera vulcanica, con conseguenti rischi legati al cedimento dei tetti e all'inalazione.
L'attività vulcanica dei Campi Flegrei è legata al fenomeno del bradisismo, cioè l'alternanza di innalzamento e abbassamento del suolo in corrispondenza della caldera vulcanica. Si tratta di una sorta di “respiro vulcanico”, in cui soltanto le fasi di risalita sono associate ad attività sismica. Dal 2005 i Campi Flegrei stanno risalendo: il suolo si è alzato di oltre un metro in meno di 20 anni. Questo spiega i frequenti terremoti che stanno avvenendo nell'area negli ultimi mesi. Negli ultimi 2000 anni, i Campi Flegrei sono andati da un minimo di –8 metri s.l.m. nel XIII secolo fino a un massimo di +6 metri nel 1538 quando avvenne l'eruzione del Monte Nuovo.
È importante ribadire che al momento non ci sono indizi di un'eruzione imminente, ma la vulcanologia è una scienza ancora troppo giovane per fare delle previsioni su un'eventuale futura eruzione ai Campi Flegrei. Fortunatamente, i Campi Flegrei – insieme al vicino Vesuvio – è uno dei vulcani più monitorati al mondo.