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Mini-documentario sui Campi Flegrei: la simulazione 3D della possibile eruzione con animazioni inedite

La ricostruzione 3D scientificamente accurata di una possibile futura eruzione dei Campi Flegri mostra la possibile eruzione più violenta ma anche meno probabile, che coinvolgerebbe tutta l'area flegrea fino a Napoli. Lo scenario più probabile invece è analogo all'eruzione del Monte Nuovo nel 1538. Al momento comunque non sappiamo se o quando avverrà la prossima.

A cura di Andrea Moccia
17 Aprile 2024
18:30
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Mini-documentario sui Campi Flegrei: la simulazione 3D della possibile eruzione con animazioni inedite
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Nello scenario peggiore, un'eruzione vulcanica ai Campi Flegrei sarebbe preceduta da intensi terremoti e un innalzamento del suolo di qualche metro. Provocherebbe una colonna eruttiva anche di 20-30 km di altezza. Il suo collasso, unito al cedimento della grande caldera (12-13 km di diametro) di quello che giornalisticamente è noto come “supervulcano”, provocherebbero flussi piroclastici o nubi ardenti a temperature di oltre 500 °C che si muoverebbero a velocità di centinaia di km/h. I Campi Flegrei si trovano a ovest di Napoli, attorno al Golfo di Pozzuoli; ponendo il centro dell'eruzione nella Solfatara, al centro della caldera, i flussi piroclastici invaderebbero tutta l’area di Pozzuoli, Agnano, Quarto, Bagnoli e Fuorigrotta, fino al rilievo di Posillipo, sfiorando quindi la città di Napoli.

In questo mini-documentario mostriamo una ricostruzione 3D scientificamente accurata di questo scenario, che è il più violento ma anche il meno probabile, rifacendoci all'ultima grande eruzione dei Campi Flegrei, l'eruzione pliniana di Agnano-Monte Spina avvenuta 4550 anni fa. Lo scenario è considerato poco probabile per la prossima eruzione dei Campi Flegrei perché eruzioni di questa portata sono rare nella zona (3 o 4 negli ultimi 15.000 anni su un totale di 70 eruzioni). Un'eventuale ripresa dell'attività eruttiva nell'area flegrea sarebbe più probabilmente associata a uno scenario di intensità medio-bassa, simile a quello dell'ultima eruzione avvenuta nel 1538, la cosiddetta eruzione del Monte Nuovo. In questo scenario potrebbero accumularsi fino a 30 centimetri di ceneri nella zona immediatamente adiacente alla caldera vulcanica, con conseguenti rischi legati al cedimento dei tetti e all'inalazione.

L'attività vulcanica dei Campi Flegrei è legata al fenomeno del bradisismo, cioè l'alternanza di innalzamento e abbassamento del suolo in corrispondenza della caldera vulcanica. Si tratta di una sorta di “respiro vulcanico”, in cui soltanto le fasi di risalita sono associate ad attività sismica. Dal 2005 i Campi Flegrei stanno risalendo: il suolo si è alzato di oltre un metro in meno di 20 anni. Questo spiega i frequenti terremoti che stanno avvenendo nell'area negli ultimi mesi. Negli ultimi 2000 anni, i Campi Flegrei sono andati da un minimo di –8 metri s.l.m. nel XIII secolo fino a un massimo di +6 metri nel 1538 quando avvenne l'eruzione del Monte Nuovo.

È importante ribadire che al momento non ci sono indizi di un'eruzione imminente, ma la vulcanologia è una scienza ancora troppo giovane per fare delle previsioni su un'eventuale futura eruzione ai Campi Flegrei. Fortunatamente, i Campi Flegrei – insieme al vicino Vesuvio – è uno dei vulcani più monitorati al mondo.

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Andrea Moccia
Direttore editoriale
Sono nato nell'Agosto del 1985, a Napoli. Mi sono pagato gli studi universitari vendendo pop-corn e gelati nelle sale di un Cinema. Ho lavorato per dieci anni in giro per il mondo, di cui sette all'Istituto nazionale francese dell'energia, in qualità di geologo e team manager. Nel 2018 a Parigi, per gioco, è nata Geopop, diventata nel 2021 una azienda del gruppo Ciaopeople. Sono dell'idea che la cultura sia la più grande ricchezza per un Paese e ho deciso di dedicare la mia vita per offrire un contributo e far appassionare le persone alla conoscenza. Col sorriso :)
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