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3 Ottobre 2024
6:00

Chi ha inventato il pulsante “Like” e perché il “Mi piace” è diventato popolare sui social

Il pulsante “Like” è nato su Vimeo nel 2005 e diventato celebre nel 2009 grazie a Facebook che, mettendolo a disposizione dei suoi utenti, ha cambiato per sempre l'interazione sui social. Ecco la storia e le origini del “Mi piace”.

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Chi ha inventato il pulsante “Like” e perché il “Mi piace” è diventato popolare sui social
tasto mi piace

Se siete degli assidui frequentatori delle piattaforme social, lo avrete utilizzato un'infinità di volte. A cosa ci riferiamo? Al pulsante “Mi piace”, ovviamente. Vi siete mai chiesti com'è nato il tasto “Mi piace” e perché è diventato così popolare con i social? Ebbene, dovete sapere che il “like” non è stato inventato da Facebook, bensì è stato introdotto per la prima volta su Vimeo nel 2005, piattaforma che si è ispirata al pulsante “Digg” presente sull'omonimo sito Digg.com. Successivamente, il social FriendFeed adottò l'idea e la rilanciò nell'ottobre 2007, prima di essere acquisito da Facebook nel 2009, che implementò il tasto “Mi piace” nella piattaforma rendendola una delle sue funzioni di punta. Il successo del tasto su Facebook fu praticamente immediato. Tuttavia, nel tempo ha anche incentivato l'attenzione a contenuti semplici e polarizzanti, modificando profondamente la dinamica dei social media.

Quando è nato il tasto “Mi piace”

Contrariamente a quello che potreste pensare, il tasto “Mi piace” non è un'invenzione di Facebook. L'idea di un pulsante da cliccare per esprimere il proprio apprezzamento verso un contenuto, infatti, risale al novembre del 2005, quando la piattaforma di condivisione video Vimeo, introdusse il tasto “Mi piace” ispirandosi al pulsante “Digg” del sito di social bookmarking Digg.com. Lo sviluppatore di Vimeo Andrew Pile ha commentato la cosa dicendo: «Ci piaceva il concetto di Digg, ma non volevamo chiamare [il pulsante] “Digg”, così abbiamo inventato il “Mi piace”».

Successivamente, l'idea è stata ripresa anche dal social FriendFeed, che lo ha ufficialmente lanciato il 30 ottobre 2007, rendendolo molto popolare tra gli utenti della piattaforma. Successivamente, la funzionalità è stata integrata su Facebook, prima che FriendFeed fosse acquisito da Facebook il 10 agosto 2009.

Pur non avendo inventato il tasto “Mi piace”, quest'ultimo è diventato celebre grazie a Facebook. Nel 2007, una delle tre product manager di Facebook dell'epoca, Leah Pearlman, notò che commentare i post per lasciare il proprio apprezzamento ai contenuti altrui costituiva un modo poco efficiente e diretto di usare la piattaforma. Lei e il suo team volevano dunque creare un modo rapido e semplice per mostrare approvazione senza dover lasciare commenti. Il progetto che ha portato alla nascita dell'iconico “pollice alzato di Facebook”, chiamato con il nome in codice “Props”, aveva proprio questo obiettivo.

La materializzazione del pulsante “Mi piace”, tuttavia, non fu immediata. Bisognava, infatti, affrontare varie sfide tecniche e di design. Tra le altre cose era necessario risolvere dubbi circa il nome da dare al pulsante (erano indecisi se chiamarlo “Fantastico” o “Mi piace”) e capire le implicazioni legate alla privacy e sull'utilizzo futuro di quest'ultimo. Queste ultime, tra l'altro, avevano inizialmente spinto Mark Zuckerberg, CEO e co-fondatore di Facebook, a opporsi all'implementazione del pulsante. Con il supporto dei dati che dimostravano un aumento dell'interazione grazie al pulsante, però, alla fine Zuckerberg cedette e approvò l'idea. Il 9 febbraio 2009 il pulsante “Mi piace” venne lanciato ufficialmente su Facebook, accompagnato dall'iconico pollice in su, disegnato tramite il software Photoshop.

Perché il tasto “Mi piace” è diventato popolare con i social

Quando il pulsante “Mi piace” approdò su Facebook, il suo impatto fu immediato e travolgente. Agli utenti del social network piacque il nuovo metodo di interazione, e ben presto il pulsante divenne una presenza dilagante su Internet. Sulla piattaforma di Zuckerberg il piccolo pulsante cominciò a influenzare la distribuzione dei contenuti sui feed degli utenti, poiché i post che ricevevano più like venivano promossi dall'algoritmo, raggiungendo un pubblico sempre più vasto.

Con il tempo, però, il pulsante “Mi piace” ha anche mostrato i suoi lati negativi. Invece di favorire interazioni autentiche e significative, ha incoraggiato la ricerca di consensi facili e rapidi. I contenuti più semplici e polarizzanti hanno iniziato a prevalere, mentre quelli più complessi o sfumati tendevano a ricevere meno attenzione. Questo ha avuto implicazioni significative per i media, la politica e la società nel suo complesso, portando a un'informazione spesso superficiale e mirata a ottenere il maggior numero di like possibile.

Nonostante le critiche, il pulsante “Mi piace” è rimasto un simbolo della cultura dei social media, imitato da altre piattaforme come Instagram e X. Eppure, i suoi stessi creatori, come Pearlman, si sono chiesti se, con il senno di poi, avrebbero potuto fare qualcosa di diverso e di migliore. Una cosa è certa: quando Facebook ha lanciato l'icona del pollice alzato, «la traiettoria dei social media è cambiata per sempre», per usare le parole del prof. Cal Newport nel libro Minimalismo digitale.

Fonti
Fast Company
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