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17 Dicembre 2022
7:30

Com’è fatto il trofeo della coppa del mondo? I materiali e le tecnologie usate

Mancano pochi giorni alla finale dei mondiali di calcio in Qatar. La squadra vincitrice alzerà il trofeo dei sogni: la Coppa del Mondo. Scopriamo come è fatta!

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Com’è fatto il trofeo della coppa del mondo? I materiali e le tecnologie usate
coppa mondo calcio cosa è fatta

In questo momento le nazionali di calcio di Argentina e Francia si stanno sfidando per ottenere la Coppa del Mondo, uno dei trofei più ambiti. Tutti saprebbero riconoscere il trofeo della FIFA World Cup perché è diventato un simbolo universale, ma non tutti sanno che la storia di questo trofeo è molto legata all'Italia. Questo legame ha inizio nel 1971, anno in cui Silvio Gazzaniga vince il concorso indetto da FIFA per dare una forma alla nuova coppa dei mondiali. Indovinate un po' dove viene realizzato il trofeo?
In questo articolo parliamo di come viene prodotta, di che materiale è fatta e di quanto vale la Coppa del Mondo.

La coppa del mondo è tutta Made in Italy

Proprio così. Il trofeo più ambito nel mondo del calcio viene realizzato nell'hinterland milanese, per la precisione a Paderno Dugnano.
Il prodotto nasce in Italia, da una piccola azienda lombarda che vinse un concorso indetto per la nuova coppa del mondo, proprio con il progetto del direttore artistico e mastro scultore Silvio Gazzaniga. La nuova coppa avrebbe sostituito il vecchio trofeo utilizzato per i mondiali.
Infatti, dal 1930 al 1970 i campioni del mondo erano premiati con la Coppa Rimet, dal nome del presidente della FIFA Jules Rimet, il dirigente sportivo che nel 1930 aveva ideato il moderno campionato di calcio mondiale. Il trofeo, chiamato anche Coppa Vittoria, raffigura la classica vittoria alata.

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Credit immagine a sinistra: Ben Sutherland

Nel 1970 il Brasile vinse per la terza volta i mondiali di calcio e, secondo il regolamento, la nazione divenne ufficialmente proprietaria della coppa.
Per questo motivo serviva un nuovo trofeo per i prossimi Mondiali. Nel 1971 FIFA indisse un concorso per la nuova coppa del mondo. Tra 53 progetti partecipanti il vincitore fu proprio quello di Silvio Gazzaniga.

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Questo significa che la coppa, nata e prodotta da un’azienda italiana, dopo ogni mondiale torna ogni volta a casa per la manutenzione.
Sulla coppa sono rappresentati due atleti che nascono dalla base e si innalzano a sorreggere il mondo. Le sagome non sono ben delineate, un po’ nello stile "non finito". Sulla coppa si coglie il momento dell'esultanza tipica dello sportivo, quello in cui alza le braccia al cielo in segno di vittoria. Queste le parole di Silvio Gazzaniga:

La figura doveva essere lineare e dinamica per attirare l'attenzione sul protagonista, ossia sul calciatore, un uomo trasformato in gigante dalla vittoria, senza tuttavia avere niente di superumano. Questo eroe sportivo avrebbe riunito in se stesso tutti gli sforzi e sacrifici richiesti ai suoi fratelli e avrebbe incarnato il carattere fondamentale dello sport come impegno e liberazione, stringendo il mondo tra le sue braccia.

Di che materiale è e quanto vale la Coppa del Mondo?

La nuova coppa pesa il doppio rispetto alla precedente perché è leggermente più grande ed è in oro, mentre il trofeo Rimet era in argento placcato oro, ossia solo la patina superficiale era dorata. Questo aspetto rende il nuovo premio molto più prezioso.

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Credit immagine a sinistra: Ulf Dietrich

Il trofeo dei Mondiali di Calcio è alto 36,8 cm, poggia su una base da 13 cm e pesa circa 6 kg, l'equivalente di 3 bottiglie d'acqua da 2 litri.
Il principale materiale di cui è composta la Coppa del Mondo è oro 18 carati. Questo significa che l'oro è presente in lega per il 75%. In questo metallo prezioso sono realizzate il corpo del trofeo, la base e la placca sul fondo su cui sono incisi i nomi dei Paesi vincitori.
A spezzare il corpo della coppa ci sono due basi in malachite, una pietra semipreziosa di colore verde. Si tratta di un minerale molto comune nelle zone ossidate dei depositi di rame (ecco perché è di colore verde!). È una pietra usata da sempre in oreficeria e gioielleria.

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Il trofeo è fatto quindi per la maggior parte d’oro, ma questo non significa che è tutto d’oro. L’interno è vuoto. Se fosse fatto interamente in oro peserebbe ben 60 kg e non sarebbe così facile da alzare per i calciatori!
Possiamo fare un calcolo. Sapendo che il peso specifico della malachite è di circa 3,5 – 4 g/cm3 e conoscendo le dimensioni del trofeo, ricaviamo che le due strisce di malachite pesano circa 1 kg.
A questo punto possiamo anche indovinare quanto può valere la Coppa del Mondo. Prendiamo come valore dell'oro 18 carati un valore di 40 €/gr: il valore del trofeo è quindi superiore ai 200 mila euro!
Poi è chiaro che il valore economico non basta a definire il valore del trofeo, che è soprattutto simbolico.

Come è stata realizzata la Coppa del Mondo?

Il processo non è meccanizzato ma è artigianale, come avviene per le sculture. Ogni volta che la coppa torna nella fabbrica milanese che si occupa del restauro, 7 artigiani lavorano alla sua manutenzione.
La tecnica con cui viene realizzata è quella della fusione a cera persa. Precisamente si parla di tecnica indiretta: ossia sono utilizzati due modelli, uno in gesso e uno in cera, per creare un oggetto vuoto all'interno. Ecco quali sono i passaggi.

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  • Strato di cera – Il punto di partenza è il modello del trofeo realizzato in gesso o in argilla. Questo modello deve essere leggermente più grande delle dimensioni finali del prodotto in metallo (dopo capiamo il perché). Il primo passaggio consiste nel ricoprire il pezzo con uno strato sottile di cera o di gomma siliconica;
  • Creazione 1° stampo – Il pezzo ricoperto viene circondato dal materiale per creare lo stampo, diviso a metà. Lo stampo è la forma in negativo dell'oggetto che vogliamo ottenere e può essere in gesso o in altri materiali. Una volta ottenuto lo stampo il modello viene liberato;
  • Creazione modello in cera – Dal negativo dello stampo si ottiene il positivo in cera, che viene versata nella cavità. Quando la cera inizia a solidificare lo stampo viene svuotato, in modo da ottenere solo un certo spessore delle pareti. Il resto della cera viene evacuata. Il modello prodotto viene liberato e ritoccato. Questa copia è identica al primo modello in gesso ma è cava e di spessore uniforme;
  • Creazione del sistema di canali – Adesso dobbiamo immaginarci che tutto quello che ora è in cera, dopo diventerà di metallo. Al modello vengono aggiunti i canali di colata, per direzionare il flusso dell'oro, ma anche i canali di drenaggio per la circolazione del metallo fluido, i condotti per lo sfiato dei fumi e i canali di fuoriuscita per la cera che cederà il posto al metallo. Si tratta di un processo molto complicato. Quello che si ottiene è una scultura circondata da una serie complessa di canali che saranno rimossi alla fine. In foto possiamo vedere l'esempio di una struttura per la fusione a cera persa realizzata per una scultura in bronzo.
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Credit per entrambe le immagini: Sailko

Il processo continua in questo modo.

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  • Creazione 2° stampo – Intorno al modello in cera (con tanto di canali) viene ricostruito un secondo stampo, riempiendo tutto lo spazio vuoto;
  • Evacuazione della cera – Alla temperatura di 500-600°C la cera si scioglie ed è evacuata dai canali creati prima. Ora lo stampo è pronto per accogliere il metallo;
  • Creazione scultura in metallo – L'oro viene portato ad una temperatura superiore ai 1000°C e fonde. Il metallo viene versato nello stampo e va ad occupare tutte le parti che prima erano occupate dalla cera. Il pezzo è fatto raffreddare e viene liberato, anche rompendo lo stesso stampo che ormai non serve più. Quando il metallo si raffredda diventa leggermente più piccolo, si restringe: ecco perché il primo modello realizzato era leggermente più grande delle dimensioni finali del pezzo;
Gettata di metallo
  • Nettatura – Inizia l'operazione di nettatura, ossia pulitura del pezzo da tutti i canali costruiti prima. Tutta quella struttura di canali realizzata prima viene tolta e rimane solo il pezzo che vogliamo.

Seguono poi tutte le fasi di rifinitura dei particolari con i ceselli (degli scalpelli), per realizzare tutti i dettagli.
Infine abbiamo i passaggi di finitura superficiale, come la sabbiatura, che rende uniforme la superficie del pezzo, o la pulitura per realizzare delle parti lucide. Il trofeo è finalmente pronto!
La tecnica di fusione a cera persa viene anche utilizzata in altre varianti per la produzione di gioielli e altri oggetti.

Quanti trofei dei Mondiali esistono e dove sono conservati?

Domanda per nulla banale. In realtà il trofeo è sempre è uno solo.
L'azienda milanese che ha prodotto la Coppa del Mondo per la prima volta negli anni '70 è l'unica ad avere la licenza della riproduzione da parte di FIFA. Ogni volta che una squadra vince il torneo, le viene consegnata una copia leggermente diversa. Questa copia è tutta dorata, senza malachite, e non è in oro ma in metallo placcato oro; infatti pesa solo 2,8 kg, contro i 6 kg dell'originale.
Prima il trofeo originale veniva custodito dalla squadra vincitrice del campionato, fino ai successivi mondiali. Dal 2006 la FIFA ha deciso che il trofeo deve tornare a casa una volta finita la competizione; la vera coppa viene sigillata e custodita nella sede della FIFA a Zurigo.

Inoltre la regola per cui il trofeo viene ceduto a chi vince per tre volte i mondiali è stata eliminata (altrimenti la coppa sarebbe spettata all Germania). Si è deciso che il trofeo continuerà ad essere utilizzato, almeno fin quando non saranno riempiti tutti gli spazi sulla placchetta. Sotto il basamento infatti c'è una placca su cui sono incisi i nomi dei Paesi vincitori di ogni edizione. Lo spazio sarà completamente riempito durante i Mondiali del 2038.

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Credit: Daniel

Quale nome sarà inciso quest'anno?
Se vi piace il calcio non perdetevi i nostri approfondimenti sulla "scienza del calcio". Ad esempio in questo video vi spieghiamo come funziona la Goal-Line Technology:

Bibliografia
FIGC. Museo del calcio - Copia della Coppa del mondo vinta dall'Italia ai Mondiali di Spagna 1982 FIFA. Il trofeo della Coppa del Mondo in numeri
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